Hard Drive Team 2019/20: Los Angeles Clippers
Partono come i grandi favoriti per la finale, avranno gli occhi di tutti puntati addosso, creando un dualismo in città degno di Hollywood. Ci occupiamo oggi dei Los Angeles Clippers.
10 Luglio 2019. Una data che potrebbe indicare l'inizio di un'altra dinastia all'interno della NBA. Certo per tantissimi fans ed addetti ai lavori, che la dinastia futura possa portare il nome di Los Angeles Clippers crea stupore, sorrisi, ma, visto quanto accaduto in quella data, anche parecchio interesse sulla prossima stagione. Anche perchè i Clippers non è che la scorsa stagione avessero deluso, anzi. Una delle squadre che sembrava non poter ambire alla post season, e ad una stagione di soddisfazioni, ha ribaltato ogni pronostico, non solo mantenendo la leadership cittadina, ma chiudendo con un 48-34 che ha garantito i playoffs, giocati oltretutto con grande intensità e non da vittime sacrificali contro la corazzata Warriors.
E questo malgrado al momento della trade dead line, gli scambi sembravano aver ulteriormente privato la metà biancorossoblu di L.A. di giocatori fondamentali per la riuscita dell'impresa. Ed invece è venuto fuori un miracolo. Che di miracoloso ha poco. Il coaching staff è riuscito a creare un gruppo coeso, unito nel voler ottenere l'obbiettivo che a detta di tutti era impossibile, convincendoli a giocare una mezza stagione da soli contro tutti. Ed hanno avuto ragione loro. E sappiamo bene quanto questo tipo di cose piacciano ai grandi giocatori, specie se free agent, e specie se da anni, due, hanno dichiarato di voler tornare a casa a giocare. Così si è arrivati a Luglio 2019, ed alla data che ha cambiato totalmente il panorama futuro dei Clippers. Che, non dimentichiamolo, sono da sempre una delle squadre più bistrattate della lega. Diciamo che adesso hanno tantissime possibilità di prendersi delle rivincite su tutti.
Secondo tanti addetti ai lavori sono i grandi favoriti per la vittoria quando farà decisamente più caldo nel 2020. Calcolando che gli stessi li davano vincitori al massimo di 30 partite la scorsa stagione, io, fossi in Steve Ballmer e Jerry West, qualche scongiuro lo farei. Ma la scaramanzia serve a poco. Come sempre serve programmazione, appeal, si, incredibile, e l'idea che un roster possa avere un supporting cast comunque rodato e abituato a giocare per vincere, per avere risposte positive dai grandi giocatori. Adesso il difficile viene nel riuscire a mantenere le aspettative. Ma tra coach e squadra sembra già esserci quell'alchimia necessaria per ottenere grandi risultati.
COACH: Settima stagione sulla panchina Clippers, Doc Rivers ha ottenuto ottimi risultati, paradossalmente meglio nelle ultime due stagioni, 2017/18 42-40 no post season, 2018/19 abbiamo detto, che prima, dove aveva un roster di giocatori di buon livello, ma non è mai andato oltre le semifinali di conference. Rivers, però, è un coach che piace a tanti, che indiscutibilmente sa allenare, sa far sentire tutti parte di un progetto, dando minuti a tutti, rendendo profondi i roster sia tecnicamente, che nella testa di chi gioca per lui. Quest'anno sa di avere un'occasione unica. Difficile credere che la possa sciupare.
CONFERMATI: Malgrado le richieste avute durante l’estate è rimasto Patrick Beverly. Giocatore sempre importante negli equilibri di una squadra, scheggia impazzita, a volte troppo, riesce comunque a rendersi sempre utile, specie per l’abnegazione difensiva. Montrezl Harrell è reduce dalla sua miglior carriera nella lega. Giocatore esplosivo, lungo sempre in movimento con ottime capacità offensive. Paradossalmente in questa stagione potrebbe avere ancora più spazio vicino al canestro avversario. JaMychal Green si sa cosa può dare in campo, in questo contesto diventerà importante se riuscirà a dimostrare di poter essere continuo nei minuti che gli saranno dati. Landry Shamet è arrivato durante la stagione dai Sixers, ed andato in crescendo di rendimento.
Tiratore perimetrale di spessore, dovrà farsi trovare pronto. Ivica Zubac ha dimostrato di poter stare in campo in questa lega. Oltre alla statura in questo ragazzo c’è mano discreta, movimenti in post e tanta voglia di emergere. Johnathan Motley è una sorta di clone di Harrell, più alto e veloce ma con meno mano. Vediamo che spazio saprà ritagliarsi. Jerome Robinson prima scelta dello scorso draft, non è riuscito ad impressionare coach Rivers, ma ha talento offensivo e punti nelle mani per guadagnarsi minuti.
NUOVI ARRIVI: Kawhi Leonard è tornato a casa, a Los Angeles. E lo ha fatto da vincente, dominando la serie finale in maglia Raptors contro i Warriors. Adesso ha davanti una nuova sfida, difficile, ma, paradossalmente, meno impossibile rispetto a quella canadese. Ed ha dimostrato di essere un leader vero, oltre che sul campo anche al momento della scelta su dove andare, reclutamento compreso. Viene da chiedersi fin dove possa arrivare. Paul George è tornato anche lui a casa, come aveva detto che avrebbe voluto fare. Certo magari aver giurato eterno amore (!?) ad OKC e poi essersene andato fa venire un sorrisino ironico a tanti, però che lui volesse tornare nella città degli angeli era cosa detta più volte. Si troverà in un contesto tecnico più incline alle sue caratteristiche di giocatore, attenzione alla sua stagione.
Maurice Harkless arriva dopo delle stagioni discrete ai Blazers. Classico giocatore utile in più fasi del gioco, che sa sempre cosa fare e quando farlo. Rodney McGruder è un tiratore perimetrale che ha sempre spazio in uno slot nei roster delle squadre che giocano per vincere. Patrick Patterson è chiaramente nella fase calante della carriera, ma come veterano potrebbe ritagliarsi qualche minuto nelle rotazioni Clippers. Dal draft con la #27 è arrivato Mfiondu Kabengele, lungo dinamico, rimbalzista, intimidatore, con qualche punto nelle mani. #48 Terance Mann, ala con buona mano, futuribile, che non potrà che giovarsi del giocare con certi campioni di fianco.
DUE PAROLE SU: Le spendiamo su Lou Williams, che come sempre, malgrado gli arrivi altisonanti, sarà il barometro della squadra. Certo probabilmente da leader della second unit, ma con meno responsabilità quando conterà per davvero. Dovrà essere così bravo da sapersi adattare alla nuova situazione, ma è un ragazzo intelligente, che finalmente può giocare per vincere.
PCT. PLAYOFFS: 95%- Playoffs facili e forse anche con la #1. Ed il derby di L.A. quest’anno diventa davvero interessante.
Arrivederci a domani con i San Antonio Spurs.
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