Baskonia, dal sogno Playoffs alla beffa finale: l'analisi del rimpianto
Gli spagnoli sono stati eliminati all'ultima giornata malgrado un gioco spumeggiante figlio di interpreti formidabili
Gli spagnoli sono stati eliminati all'ultima giornata malgrado un gioco spumeggiante figlio di interpreti formidabili
È stata una campagna intensa e sorprendente quella del Baskonia in Eurolega. Un percorso avventuroso fatto di molte vittorie importanti ma anche di qualche errore di percorso che alla fine è costato anche troppo ad un gruppo che ha costruito uno degli attacchi più efficienti e spettacolari d'Europa. Andiamo quindi ad analizzare gli aspetti che hanno caratterizzato la stagione della squadra di Peñarroya che nonostante abbia mancato la qualificazione ai playoff lascia la competizione a testa alta e con signorilità.
Una squadra a trazione offensiva
Il tiro da 3 è stata l'arma su cui è stata costruita la filosofia di gioco della squadra di Vitoria. Peñarroya ha provato ad ispirarsi alla filosofia analitica del "3 Is Better than 2" (3 è meglio di 2) tanto famosa oltreoceano e ad applicarla al basket europeo. I dati sembrano dargli ragione in quanto nonostante la sua squadra sia solo decima nella statistica delle percentuali da 3, è contemporaneamente prima in triple tentate e in triple realizzate nella competizione. Questo stile di gioco ha dato la possibilità ai baschi di avere il terzo offensive rating dell'intera competizione dietro solo a Olympiacos e Real Madrid.
Il fulcro di questo modo di giocare sicuramente è stato l'ex Denver Nuggets Markus Howard che nella sua stagione d'esordio con le sue 2,7 triple di media a partita (36,5%) ha sorpreso tutti regalando alla sua squadra una serie di ottime prestazioni che lo stanno consacrando come uno degli americani che più hanno avuto successo nella transizione da NBA a Eurolega negli ultimi anni. Oltre a lui hanno contribuito a implementare la filosofia di pallacanestro perimetrale anche Vanja Marinkovic (cecchino con 1,8 triple a partita e 40,3% dalla distanza) e l'ex Brindisi Darius Thompson (38,4% dall'arco e 12,6 punti a partita) che alla prima stagione nella massima competizione ha dominato tra i rookies e fatto rizzare le antenne di tutto il mercato europeo. Anche il gruppo di comprimari tra cui Matthew Costello e Daulton Hommes è costruito per sposare questa filosofia offensiva che ha contraddistinto la stagione dei baschi
Le sei vittorie consecutive: l'apice della stagione
È stato il periodo tra il round 11 e il 16 quello in cui questa filosofia tattica ha dato i suoi migliori frutti. Il Baskonia,che veniva da un inizio stagione altalenante, (5-5 nelle prime 10) è riuscito a costruire una serie di 6 vittorie consecutive contro avversari di primissima qualità. In un mese di dicembre perfetto (6-0) i rossoblù avevano sconfitto oltre alle due italiane ed al Bayern anche l'Efes, il Fenerbahce, ma soprattutto il Real Madrid. Con la vittoria a sorpresa contro i blancos datata 29 dicembre la squadra basca ha raggiunto l'apice del suo successo stagionale raggiungendo il Barcellona e la Roca in testa alla classifica provvisoria della stagione regolare. A ciò va aggiunta un’ottima forma nelle partite casalinghe che è durata tutta la stagione grazie alla quale solo Monaco, Barcellona e Olympiacos sono usciti dalla Buesa col refert rosa. Si prospettava per questi motivi un’ottima stagione con una qualificazione ai playoff che sembrava poter essere raggiunta in maniera abbastanza serena.
Il vero tallone d'Achille: la difesa
Se il passaggio del turno non si è mai materialmente concretizzato lo si deve ad un aspetto del gioco in cui il Baskonia può concentrare i suoi rimpianti di fine stagione. Il dato relativo al defensive rating parla chiaro, i rossoblù si posizionano solo dodicesimi per quanto riguarda l'efficienza difensiva. Questo aspetto diventa un macigno pesante nelle partite in cui la manovra offensiva non garantisce la solita mole di punti.
Il momento in cui si sono palesate maggiormente queste difficoltà è stato quello immediatamente successivo alla serie di vittorie di cui vi parlavo sopra. I baschi dopo aver raggiunto le prime della classe hanno perso 4 partite consecutive nelle quali hanno subito almeno 83 punti in ognuna di esse soccombendo anche ad avversari modesti come Bayern e Alba Berlino. Con questa striscia negativa la squadra di Peñarroya si è trovata nuovamente inserita nella lotta per le ultime posizioni disponibili per la post-season.
Un finale di stagione beffardo
Nel periodo tra febbraio e marzo poi gli spagnoli hanno vissuto un nuovo periodo di alti e bassi che ha portato con sé sia vittorie prestigiose (la rimonta contro il Fener con annesso ventello rifilato ai turchi o la seconda vittoria su due incontri in Eurolega col Real) ma anche sconfitte sanguinose come quella a Belgrado contro la Stella Rossa, le due contro le italiane e soprattutto quella maturata nello scontro diretto di Kaunas (perso 79-75) che si è rivelata fatale per il modo in cui si è conclusa la stagione.
Il rammarico per il mancato raggiungimento dei playoff è grande sia per come era andata la prima metà di stagione, sia per le tre vittorie consecutive prima dell'ultimo round, ma soprattutto perché questo gruppo ha dimostrato non solo in Europa ma anche nella Liga Endesa (dove sono in testa alla classifica davanti sia a Barcellona che Real) di non essere un bluff.
Inoltre, va detto che il percorso di crescita nella pallacanestro europea di un giocatore come Howard è solo all'inizio e ciò giustifica il fatto che in questa stagione ci sono state partite in cui il giocatore ex Nuggets ha giocato sottotono. Se la dirigenza riuscisse a mantenere gran parte del gruppo anche per l'anno prossimo sarà sicuramente interessante seguire le vicende di una squadra che già quest'anno con un pizzico di fortuna in più avrebbe potuto continuare a lottare per le final 4. Dalla eliminazione in Europa potrebbe arrivare però anche un vantaggio già in questa stagione: Senza l'impegno dispendioso nei playoff si può puntare a togliere il trofeo alle due big spagnole in ACB
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