ItalBasket, Pozzecco sul futuro: "Ci serve la fiducia dei giovani"

Il CT della Nazionale ha parlato sulle pagine di TuttoSport per fare il punto della situazione dopo il Pre-Olimpico

Scritto da FMB  | 

Il CT della Nazionale ha parlato sulle pagine di TuttoSport per fare il punto della situazione dopo il Pre-Olimpico. 

Dopo il presidente FIP Gianni Petrucci adesso è la volta del Ct Gianmarco Pozzecco fare il punto della situazione sulla Nazionale dopo l'eliminazione al Pre-Olimpico. Sulle pagine di TuttoSport il Ct dell'ItalBasket: “Ho fatto un bel po’ di autocritica. E mi sono detto, visto cosa accade a tutte le Nazionali che il giudizio che io devo dare a me stesso come tecnico è a lungo termine. In Nazionale si ha poco tempo, un infortunio può condizionare più di quanto non condizioni un club. Si dipende pure dagli eventi. Nella fattispecie, andare alle Olimpiadi lo sappiamo che è l’impresa più ardua per il sistema di qualificazione, particolarmente duro per l’Europa

Sull'infortunio di Fontecchio ed il bacino di giocatori a disposizione

"Ho mantenuto comunque serenità, sperando che Procida recuperasse. Va ricordato che nello stesso ruolo si è ritirato Gigi Datome. Detto questo, potevamo fare meglio al Preolimpico. Noi avevamo un’identità chiara, giocando in modo piuttosto preciso. Per mia forma mentale, non impongo scelte, voglio che i giocatori condividano, ci si arrivi in armonia, ma per questo serve tempo. E lo so che tutte le nazionali ne hanno avuto poco. Ma noi abbiamo cambiato tanti giocatori rispetto al Mondiale. Avrei voluto dare di più a Petrucelli, Abass. Con Mannion i compagni hanno bisogno di tempo. La partita con la Spagna mi aveva un po’ illuso che potessimo giocare nello stesso modo. In più i giocatori di Virtus e Milano avevano speso tante energie mentali - aggiunge - Siamo consapevoli di dipendere tanto da certi giocatori. Pensate a Melli, indispensabile. Le partite di qualificazione possono darci una mano, ma nel contempo dobbiamo anche qualificarci. Dobbiamo usufruire dei senatori e di chi può essere performante, come Caruso, Bortolani che avrei voluto impiegare di più, Diouf, seguendo ciò che faranno i club in stagione".

Sul futuro

"Ho una convinzione, maturata seguendo parecchio il sistema spagnolo. In Spagna le squadra infarcite di europei. Che giocano dunque un basket simile. Non datemi del razzista, non c’entra. Il livello di fisicità, di atletismo dei nostri giocatori non è come quello americano. Ma possono progredire, migliorare le loro qualità se giocano quel tipo di pallacanestro, non col modello americano, lì faticano. Cresono giocando un basket congeniale alle loro abilità. Gli europei costano un po’ di più? Bisogna sempre valutare. Di ritorno dalla Croazia continuavo a dire che almeno in A2 si poteva prendere Halilovic, ora finito a Sassari. All’epoca costava poco. Chi sceglierebbe oggi un Bodiroga a 19 anni come fece Tanjevic. Dobbiamo riappropriarci di visione coraggio, considerare i diciottenni come facevamo una volta. Altrimenti non saranno mai pronti. E quelli bravi devono essere messi alla prova in A. Gli altri in A2, pensare a un percorso per tutti, ma che sia sfidante Abbiamo perso la soddisfazione dell’investire. I campioni crescono per istinto di emulazione. Ci vuole un cambiamento culturale. Per il bene comune. Io sono sicuro che oggi non diventerei un giocatore, Andrea Meneghin sì, io no".


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