Walter Kennedy a metà Maggio del 1967 era un uomo decisamente combattuto tra due sentimenti diametralmente opposti. Il suo progetto di espansione continuava inesorabile, due nuove franchigie erano pronte a portare a 12 il numero delle squadre partecipanti alla stagione successiva.

Nel sud della California, a San Diego, due uomini d'affari originari di Los Angeles e co-proprietari dei
San Diego Chargers della
NFL,
Sam Schulman ed
Eugene V.Klein, il 20 Dicembre 1966 annunciavano la nascita di un'altra nuova franchigia che si sarebbe iscritta alla
NBA per la stagione successiva. Nascevano ufficialmente nel lontanissimo Northwest del paese i
Seattle Supersonics. Per la prima volta uno sport professionistico aveva una squadra in quella zona del paese. Per la prima volta uno sport professionistico aveva una squadra in quella zona del paese.
Una cosa che esaltava all'inverosimile Kennedy che, per una volta, era arrivato prima delle altre leghe in un mercato vergine. La cosa incredibile è che sempre da San Diego nel Gennaio 1967
Robert Breitbard, imprenditore ed ex multi atleta universitario molto famoso in città, insieme a quattro soci decise di creare una franchigia da iscrivere nella NBA versando 1,75 mln $. Con l'aggiunta di altri 6,4 Mln $ utilizzati per costruire la
San Diego Sports Arena, impianto futuristico per l'epoca, dove la nuova squadra avrebbe giocato, con il nome di
San Diego Rockets. Viste queste cifre, la fama di Breitbard nel mondo sportivo ed il fascino che la California aveva sul Commissioner della lega, lo YES fu automatico.
Un'altra cosa che aveva fatto sorridere i vertici della lega era stata la vittoria dei
Philadelphia Sixers nelle Finals 1967. Questo aveva creato nuovo interesse, la
ABC aveva rifirmato il contratto televisivo aumentando la cifra da versare nelle casse. In tutta questa gioia, in tutto questo progredire verso un futuro radioso del mondo del basket era arrivata la notizia che aveva fatto rabbuiare Kennedy e soci.
Sempre dalla California,
Dennis Murphy, sport promoter con agganci politici, e
Gary Davidson, avvocato ed imprenditore, annunciavano al mondo sportivo USA la nascita della
American Basketball Association , la
ABA, coinvolgendo città che erano state messe in stand by dalla NBA nel suo piano di espansione verso l'ovest. E Commissioner della nuova lega venne nominato
George Mikan!!. E tra le due leghe fu subito guerra. Alcune franchigie ABA andarono immediatamente all'assalto dei giocatori più importanti della NBA,
Wilt Chamberlain e
Oscar Robertson su tutti, ed il fatto che gli
Oakland Oaks di
Pat Boone, si, il cantante, riuscirono a firmare
Rick Barry rubandolo letteralmente ai
San Francisco Warriors con offerta pazzesca per l'epoca, 500.000 $ all'anno per tre anni, spaventò Walter Kennedy. Che corse ai ripari, da buon avvocato, rivolgendosi alla giustizia ordinaria. Ed un giudice della Corte Suprema ordinò a Barry di tornare a giocare con i Warriors, altrimenti sarebbe dovuto restare fermo una stagione, cosa che fece, per colpa, o merito, di una clausola sul contratto del giocatore. Senza contare che anche la ABA aveva svolto un suo draft sottraendo giovani talenti alla NBA.

Il draft NBA si era svolto in un momento di caos, il 3 e 4 Maggio 1967. Il lancio della moneta aveva premiato i
Detroit Pistons a scapito dei
Baltimore Bullets. Le due nuove franchigie, Rockets e Sonics, avrebbero scelto con la # 6, Seattle e 7, San Diego. La prima scelta fu
Jimmy Walker, talentuosa guardia offensiva, scelto anche dalla NFL, ma non ci giocò mai, musicista anche di livello, e futuro padre di
Jalen Rose. Con la # 2 i Bullets chiamarono
Earl Monroe, che a Detroit stanno ancora rimpiangendo, alla # 3
Clem Haskins andò a Chicago, con la 4
Sonny Dove venne spedito dai
Los Angeles Lakers ai Pistons come riparazione al mancato affare
Rudy LaRusso, che aveva rifiutato il trasferimento in Michigan l'anno precedente. I
New York Knicks alla # 5 chiamarono
Walt Frazier. Alla #6
Al Tucker fu la prima scelta della storia Sonics. In quel draft ci furono altre due scelte che avrebbero, negli anni a venire, scritto pagine di storia vera nella lega. Alla 7 i Rockets fecero il nome di
Pat Riley come prima loro scelta assoluta, ed alla 17 i Knicks presero
Phil Jackson.
Con tutti questi avvenimenti, con tutto quello che stava succedendo nel mondo ed in particolare negli USA, vedi alla voce guerra del Vietnam e nascita del movimenti per i diritti civili con feroci manifestazioni e scontri razziali, l'inizio della stagione venne visto come una benedizione. Stagione che sarebbe stata di 82 partite, con lo spostamento nella Eastern Division dei Detroit Pistons, visti i due nuovi ingressi nella Western. I Seattle Sonics il 13 Ottobre 1967 giocarono contro i San Francisco Warriors la prima partita dell'annata sportiva.
Ad est i Philadelphia Sixers, che inaugurarono lo storico
Spectrum in questa stagione, di coach
Alex Hannum imposero la legge dei campioni in carica. Tutti confermati e 62-20, primo posto nella division. Sei uomini sopra gli 11 pt. di media, con il solito grande Wilt Chamberlain, ancora
MVP della regular season. 24,3 pt., 23,8 rim., 8,6 ass., tirando con il 60% dal campo. Tanto per dire il 2 Febbraio 1968 contro i Pistons scrisse 22 pt., 22 rimb., 20 ass., con anche 15 stoppate che però non venivano messe a referto. I suoi 702 assist lo misero al primo posto nella classifica. E se avesse tirato i liberi meglio del 38%.....Con lui
Hal Greer, sempre più pericoloso e coinvolto in attacco e
MVP dell'
All Star Game giocato nel
Madison Square Garden prima che venisse abbattuto, ed i soliti
Chet Walker e
Billy Cunningham. Dietro loro i
Boston Celtics, storici e soliti rivali, 54-28. Anche qui venne mantenuta l'ossatura storica, a parte
K.C. Jones che si era ritirato. Sette giocatori in doppia cifra, più spazio offensivo a
Bailey Howell, ed in campo a
Don Nelson.
Bill Russell a dare più minuti sotto le plance a....Bill Russell, e
Sam Jones e
John Havlicek a fare il loro lavoro. Terzi dei New York Knicks in decisa crescita, 43-39. Il cambio di panchina a metà stagione tra
Dick McGuire e
Red Holzman portò i risultati sperati. Coach Holzman decise di dare più spazio al rookie Frazier, dietro ai due totem
Willis Reed e
Walt Bellamy. Ed anche
Cazzie Russell fece vedere il talento per cui l'anno precedente era stato prima scelta assoluta. Quarti i Detroit Pistons del capocannoniere
Dave Bing, che dopo vent'anni riportò una guardia in cima ai top scorer della lega. Fuori dai playoff i
Cincinnati Royals, di un Oscar Robertson infortunato e sfiduciato, ed i Baltimore Bullets del
Rookie Of The Year Earl Monroe, che fece una stagione meravigliosa, predicando nel deserto talento incredibile.
Ad ovest le luci della ribalta furono tutte per i
Saint Louis Hawks di coach
Richie Guerin, nominato
Coach Of The Year, che aveva svestito i panni del giocatore. 56-26 ed anche qui grande collettivo, sette uomini in doppia cifra con
Zelmo Beaty,
Lenny Wilkens e
Bill Bridges sopra tutti. Al secondo posto dei ritrovati Los Angeles Lakers, 52-30, che iniziarono a giocare le loro partite casalinghe nel mitico
Forum di Inglewood.
Elgyn Baylor tornò a giocare da Baylor, trascinandosi dietro
Jerry West e il giovane
Gail Goodrich, che diede nuova linfa al gioco di coach
Butch Van Breda Kolff. Ed anche
Archie Clark, altro secondo anno, diede il suo apporto. Terzi i San Francisco Warriors, 43-39. Perso il loro leader assoluto, Rick Barry, coach
Bill Sharman dovette subire anche l'infortunio di
Nate Thurmond, affidandosi a Rudy LaRusso,
Jeff Mullins e
Fred Hetzel. Quarti i
Chicago Bulls, con una stagione decisamente peggiore rispetto alla loro prima, 29-53, complice il terribile infortunio a
Guy Rodgers, che giocò solo 4 partite, e con
Bob Boozer e
Jerry Sloan a tirare il carro.

Nella Eastern Division il primo turno della post season vide i successi per 4-2 dei Sixers contro i Knicks e dei Celtics contro i Pistons, con qualche patema di troppo per entrambe le vincitrici. Finale ad est tra Sixers e Celtics. Pronti via 3-1 Sixers, ma in gara 5, con uno Spectrum che cantava “Boston's dead, Boston's dead”, 37 pt di Sam Jones e primo match point annullato. Si arrivò ad una nervosissima gara 7, e nel finale il 6/15 dalla lunetta di Chamberlain ebbe il suo peso nel 100-96 Celtics con cui i verdi del Massachussets tornavano alle Finals.
Ad ovest primo turno con eliminazione degli Hawks da parte dei Warriors, 4-2 con Mullins e LaRusso grandi protagonisti. I Lakers, invece, ebbero vita facile, 4-1, contro i Bulls. Alle finali di Division i Lakers si sbarazzarono 4-0 di San Francisco, con il solito duo sugli scudi.
Finals Celtics vs Lakers, un grande classico insomma.
Furono le solite sei partite giocate con grande agonismo. Da una parte West e Baylor con la voglia di vincere la maledizione Celtics, dall'altra un collettivo vincente, dove ad ogni partita usciva sempre un giocatore nuovo in grado di vincere la partita. E nelle due decisive fondamentale fu l'apporto di Howell ai soliti Havlicek, Sam Jones e Bill Russell, che stabilì in questa serie un record per minuti giocati nelle Finals. 4-2 Celtics e decimo titolo a Boston, il primo per Russell anche come coach.
Gli imbattibili tornavano a ruggire.
Arrivederci alla prossima puntata.
P.S.
Della ABA ci occuperemo a parte, con una puntata speciale nel perodo delle feste natalizie
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