Hard Drive Team 2016/17: Utah Jazz
Ieri i Magic oggi gli Utah Jazz. In pratica una dopo l'altra due formazioni da cui ci aspettano tante cose positive. La franchigia di Salt Lake City già lo scorso anno avrebbe oltretutto potuto raggiungere i playoff, ed è rimasta fuori per pochissimo, 40-42 il record alla fine. Indipendentemente dal fatto che i playoff sarebbero stato un risultato superiore alle aspettative, i Jazz hanno dimostrato che il percorso di rinascita sta procedendo su buoni binari e anche ad alta velocità. Come sempre è il confermarsi e migliorare il momento più difficile.
Coach Quin Snyder sta facendo vedere che le belle parole spese per lui in passato non erano sprecate. Al terzo anno sulla panchina Jazz sta facendo crescere bene i giovani talenti presenti nel roster, sta aiutando le promesse a confermarsi, e sta dando un'identità alla sua squadra. Tutte cose necessarie se si vuole arrivare ai vertici della NBA. Adesso, come abbiamo scritto più volte non solo su Utah, serve il passo successivo, serve giocare una stagione con maggiore continuità per arrivare finalmente alla post season. Il roster è pieno di giocatori potenzialmente di talento, non ha quel giocatore che si può definire superstar, ma ha tanti uomini che servono per fare quelle cose che tornano utili per diventare vincenti. Snyder sta allenando per davvero, e sta responsabilizzando tutti nel roster. Ognuno deve portare il suo mattoncino, e se in tanti riescono a farlo gli Utah Jazz possono davvero diventare una squadra interessante e pericolosa.
Iniziamo da Gordon Hayward, comunque quello più vicino ad essere il leader, anche offensivo, della squadra. Giocatore che mi piace tantissimo, buon attaccante, buon atleta, ed anche discreto difensore sulla palla. Forse la sua pecca, se così si può dire, è l'essere poco egoista quando servirebbe. Potrebbe essere un problema non averlo ai blocchi di partenza visto l'infortunio alla mano. Anche Derrick Favors potrebbe essere uno importante a livello offensivo. Lui, però, se non pecca in egoismo, ed offensivamente sta continuando a crescere, ha qualche lacuna in materia di leadership e di continuità, oltre ad essere reduce da una stagione con qualche problemino fisico di troppo. Da Dante Exum, invece, ci si aspetta molto di più. Arrivato con squilli di trombe ha in parte deluso giocando una stagione francamente troppo anonima per uno con quel talento. Servirebbe maggior fiducia e più arroganza. I Jazz, inoltre, sperano di ritrovare un Alec Burks sano, e capace di tornare sui livelli pre infortunio. Continuando a parlare dei giovani presenti nel roster parliamo di Rodney Hood. La SG scuola Duke sta diventando sempre più importante nell'attacco Jazz, ed anche lui ha ampi margini di crescita. E cosa dire del centro francese Rudy Gobert. Da lui ci si aspettano rimbalzi, intimidazione, e sfuriate verso il canestro, e magari anche per lui una maggiore concentrazione in campo. Trey Lyles è stata una piacevole sorpresa nella sua stagione da rookie. Bell'atleta, buona mano, PF classico ma che potrebbe regalare anche minuti da SF. Comunque vista la sua età ed il talento in questa squadra troverà sempre più spazio. E' rimasto Joe Ingles, l'australiano ha dimostrato tutta la sua utilità anche nella NBA, con il suo gioco fatto di piccole cose ma necessarie. Sono arrivati tre anche veterani, che servono sempre, George Hill, Joe Johnson e Boris Diaw. Hill è quel PG titolare che in questa squadra serve.
Magari non un grandissimo regista, ma un altro che sa fare la cosa giusta quando serve. Certo non ha mai fatto della continuità di rendimento un must. Johnson è a fine carriera, qui potrebbe giocare minuti importanti da specialista offensivo, cosa che comunque è, e comunque giocatori come Joe Johnson in roster come questi servono sempre. Cosa dire di Boris Diaw? Molto poco, il francese saprà come sempre rendersi utile e fare il suo, insegnando basket ai lunghi, e non solo, magari anche in allenamento. Poi io Diaw nella mia squadra lo vorrei sempre. Anche il brasiliano Raul Neto è rimasto. Lo scorso anno ha per un bel po' di tempo impressionato per come ha giocato da starter in questa squadra, poi le sue azioni sono andate in calando. Quest'anno magari avrà meno spazio ma potrebbe paradossalmente tornare più utile con il suo gioco di rottura. Resta da capire se Shelvin Mack e Chris Johnson riusciranno a fare la squadra. Sono due giocatori utili, ed il loro potrebbero dirlo, ma qui sono davvero in tanti. Anche perché dal draft sono arrivati, come seconde scelte, Marcus Paige e Joel Bolomboy. Paige ce lo si aspettava scelto molto prima della #55. Paga la sua scarsa fisicità che gli impedisce di essere solo una SG nella NBA, certo attaccante di tutto rispetto. Bolomboy è un lungo molto fisico rimbalzista, ottimo difensore, veloce di piedi. Vedremo come e se potranno tornare utili.
Chiudiamo con altri due che hanno sempre trovato minuti in giro per la lega, Henry Sims e Jeff Whitey. Sims sembrava poter avere più che un ruolo da comprimario nei roster NBA ma, causa infortuni, si è un po' perso. Whitey ha tanti estimatori in giro per la lega per l'energia che ci mette sempre. Ma fare il roster quest'anno sarà molto complicato.
% Playoff: 50% - Appartengono a quelle squadre che si giocheranno l'approdo ai playoff fino alla fine. Lo scorso anno è mancata quell'esperienza che quest'anno c'è. Comunque le soddisfazioni sono destinate ad arrivare sul grande lago salato.
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