Power Evolution Ranking (Novembre 2015)
Torniamo ad analizzare il mese delle 30 squadre NBA. Al primo posto non potevano che esserci i Campioni in carica, tallonati però dagli Spurs. Indiana con Paul George viaggia ad alti livelli mentre deludono ampiamente le aspettative Rockets e Clippers. In fondo la gara tra poveri coinvolge Lakers e 76ers.
1) Golden State Warriors (18-0)
In questi giorni si sono già sprecati fiumi di inchiostro per incensare (giustamente) lo splendido inizio di stagione dei campioni in carica, guidati da un superlativo Curry che viaggia ad oltre 31 punti di media. Vi dico solo che nei maggiori 4 sport made in Usa (Basket, Football, Baseball e Hockey) la miglior partenza registrata negli annali è un 20-0 iniziale della squadra di baseball dei St. Louis Maroons...datata 1884. Sì esatto, 131 anni fa! Pazzesco!
Ora dopo Utah e Charlotte, altre 5 trasferte in arrivo..chi li fermerà? Occhio alle insidie dell'Air Canada Centre...
2) San Antonio Spurs (14-3)
Zitti zitti, quatti quatti come solo gli abili giocatori sanno fare, prima in estate hanno sorpreso tutti accaparrandosi il pezzo pregiatissimo del mercato LaMarcus Aldridge mentre ora, con tutte le luci puntate sui Warriors, giocano la loro ottima stagione, con in testa solo le Finals a giugno. Leonard semplicemente magnifico, qualunque sia il lato del campo in cui si trovi.
3) Cleveland Cavaliers (13-5)
L’amalgama cresce – vedi Kevin Love diverso di parecchio rispetto allo scorso inizio di stagione – ma le ambizioni dei Cavs restano sempre le stesse. Molti infortunati devono tornare (Irving) mentre altri ancora saltano qualche gara di troppo. LBJ & Co. sono l’unica credibile rivale ad Est per il titolo a meno di grosse sorprese durante l’anno.
4) Oklahoma City Thunder (11-6)
Guidati dal duo probabilmente più forte della lega, vivono e muoiono passando per la salute di KD e le giocate di RW, anche se “Angry Russ” ha dimostrato di saperci fare con il compagno in borghese a bordo campo. Interessante lo sviluppo di Kanter sotto canestro, terzo per Player Efficency dietro ai due inarrivabili.
5) Indiana Pacers (11-5)
11-2 il loro record a Novembre. Dopo la stagione di transizione forzata per l’assenza di George, li ritroviamo a contendersi un posto tra le grandi ad Est, guidati ovviamente da PG, ultimamente in uno stato di forma eccellente. Bentornato!
Il supporting cast non è di primissimo livello (Ellis ancora deve carburare, Hill e Mahinmi sono quello che sono e oltre alla solidità non offrono granchè) ma daranno del filo da torcere a chiunque. Provando a volersi vendicare di LBJ, chissà, in primavera.
6) Miami Heat (10-5)
Hassan Whiteside ha respinto 70 conclusioni (SETTANTA!) in sole 15 partite. Numeri che non si vedevano dai tempi di Mutombo, sì proprio quello a cui han ritirato la maglia ad Atlanta un paio di settimane fa. Wade in tutto ciò continua a spernacchiare quelli che lo danno per finito. Il dilemma è sempre quello che affligge quasi tutte le squadre ad Est…riusciranno a puntare alle Finals o non ce ne sarà?
7) Toronto Raptors (11-7)
Hanno giocato in trasferta 12 gare su 18, ma non sembrano averne risentito più di tanto i canadesi guidati sempre dal piccolo duo Lowry-DeRozan, entrambi sopra i 20 a gara. Da registrare ancora l’avvio del cagnaccio Carroll da Atlanta che sicuramente saprà dire la sua nel corso dei mesi. Interessante anche la matta Scola che viaggia a percentuali alte per la sua carriera. Pesante il KO di Valanciunas, out per altre 4-5 settimane.
8) Chicago Bulls (9-5)
Molti non saranno d’accordo, ma quando un leader emotivo come Noah resta troppo isolato dal coro, anche i Bulls perdono tanto. Chissà che non siano tornati a ruggire dopo la vittoria con gli Spurs. Complici anche le sfortune dell’ex MVP Rose, Butler sta diventando sempre di più il go-to-guy della Windy City.
9) Utah Jazz (8-7)
Molto interessanti e vera sorpresa ad Ovest con le due ali Hayward e Favors a farla da padroni. Burks e Burke non sparacchiano più come l’anno passato e Gobert è solido nel rendimento. Potranno tornare a divertirsi anche in quel di Salt Lake City.
10) Charlotte Hornets (10-7)
Dopo la brutta annata passata, han chiuso in crescendo lo scorso mese e ad Est lotteranno sicuramente fino in fondo. Non male l’apporto di Jeremy Lamb dalla panchina anche se la carretta la tirano spesso Walker, Batum e il sempre solido Al Jefferson.
11) Atlanta Hawks (11-8)
Difficile possano ripetere l’annata dello scorso anno? Probabile, ma i ragazzi di Budenholzer dopo un inizio alla grande si sono un po’ smarriti nelle ultime uscite. Centreranno la postseason ma l’effetto sorpresa sembra passato. Felice di essere smentito, nel caso.
12) Boston Celtics (9-8)
Isaiah Thomas e Bradley sono gli unici due pezzi pregiati per i Celtics. Per il livello dell’Est quello dei biancoverdi è più che buono ma non possono ambire a nulla di concreto. Peccato.
13) Dallas Mavericks (11-7)
Dirk ha chiuso il mese col 52% dal campo e il 50% da tre. Fortuna che era bollito. E invece è ancora li a tirare la carretta in Texas, aiutato anche da un ottimo Zaza Pachulia, al suo 13esimo anno nei pro, sicuramente il migliore degli ultimi anni essendo l’unico pivot decente nel roster. Deron Williams? Non sembra più il giocatore ammirato fino a 2-3 anni fa.
14) Los Angeles Clippers (9-8)
Che succede in casa Clips? La crisi l‘hanno ammessa anche loro e vedremo se Rivers sarà in grado di gestire il momento delicato. A mio parere, la squadra così com’è non potrà mai arrivare a vincere l’agognato anello. In estate venivano spacciati come colpi Stephenson e Smith…ormai malvoluti ovunque sian stati..tanto per capirci.
15) Memphis Grizzlies (11-8)
Tolta la debacle contro i Warriors, gli ormai soliti Grizzlies (il quintetto base è sempre quello) ancora non han trovato la quadra giusta che di solito gli permette di infilare un buon periodo per guadagnarsi la post season e far sudare chiunque li incontri. Godiamoci gli ultimi anni di Z-Bo, che se vuole la spiega ancora a molti.
16) Orlando Magic (10-8)
La questione in Florida è trita e ritrita: i giocatori di talento ci sono (Oladipo, Vucevic, Harris) ma manca sempre qualcosa per renderli credibili. Non male l’inizio stagione di Fournier, se trovassero la quadra potrebbe togliersi qualche sfizio. Non di più.
17) Phoenix Suns (8-10)
Fortuna che Knight e Bledsoe dovevano pestarsi i piedi. Fortuna che senza “l’altro Morris” il gemello avrebbe perso fiducia (vista per davvero quest’ultima eh!)…e invece eccoli li i ragazzi di Hornacek, pronti a sfruttare il calo di qualche grande ad Ovest per sognare un viaggio in postseason.
18) New York Knicks (8-10)
Passata l’euforia Porzingis (buono e futuribile), i Knicks rimangono una franchigia Anthony-dipendente e prevedo che anche questa stagione le soddisfazioni saranno pochine.
19) Detroit Pistons (8-9)
Sono più indietro di quel che meriterebbero: possono essere una vera matta ad Est e han dimostrato di poter battere QUASI chiunque, sempre con lo stesso quintetto di partenza. Drummond impera nel pitturato e Jackson al tiro…ma la panchina è davvero corta e con pochi punti nelle mani.
20) Minnesota Timberwolves (8-10)
KAT è già la star e sembra aver approcciato la NBA col piede giusto...ma noi non ci siam scordati di Wiggins, che guida la franchigia per punti segnati. Ottimo il rendimento finalmente di Zach LaVine, che dovrebbe aver trovato una sua dimensione anche nel basket dei grandi.
21) Washington Wizards (7-8)
Altra franchigia a mio avviso in calo con un Wall che stenta davvero a tornare con costanza ai livelli ammirati. Possono vincerne 4 di fila come perderne altrettante. Ed essendo così altalenanti dovranno sgobbare per un posto tra le prime otto.
22) Portland Trail Blazers (7-11)
Che dire, al povero Lillard in estate hanno smontato il giocattolo e lui si ritrova solo in Oregon contro tutti. Anno di transizione, ma occhio a CJ McCollum!
23) Sacramento Kings (6-12)
Talmente talentuosi e al contempo privi di raziocinio che quasi ti stanno per forza a cuore le loro sorti.
DMC viaggia tra piccoli stop e gare dominanti 28 di media in 11 uscite), il Beli fa il suo così come il solito Gay mentre Rondo è quello che conosciamo, talento incontrollabile e per questo poco affidabile. Esploderanno o resisteranno fino a marzo?
24) Milwaukee Bucks (6-11)
Perché dare via Knight per tenere Carter-Williams? Boh. Mi sembrano involuti, anche se il greco è sempre un bel giocatore da vedere. E tra i due centroni di Detroit, loro han preso quello meno buono.
25) Houston Rockets (7-10)
Forse la più grande delusione di questo inizio di stagione. McHale ha pagato per tutti ma la squadra resta senza una logica e un gioco. Ty Lawson ha già pagato lo scotto accomodandosi in panchina in favore di Beverly mentre il barba, nonostante qualche cinquantello, sembra caduto in quella maledizione che colpisce gli atleti che gravitano attorno alle Kardashian. Dura ripetere quanto fatto pochi mesi fa. Molto dura.
26) Brooklyn Nets (5-13)
Sembrano finiti i tempi in cui si puntava a diventare la prima forza ad Est. Malgrado i buoni numeri di Lopez e Young, imbarcano spesso acqua da tutte le parti.
27) New Orleans Pelicans (4-14)
Sono sicuro che con il ritorno di Evans e Cole e una salute che possa assistere Davis al meglio, i Pels riusciranno a tirrarsi su dalle sabbie mobili dell’Ovest cercando di lottare per un posto ai playoff, distante, per ora, solo 4 gare. Ryan Anderson viaggia a cifre egregie, mentre è interessante l’apporto del sottovalutato Ish Smith, 4° nella lega per assist smazzati a gara.
28) Denver Nuggets (6-11)
Otto sconfitte nelle ultime nove uscite, di cui 7 di fila. Spesso il nostro Gallo è l’unico a salvarsi, assieme al rookie tutto da scoprire Mudiay. L’assenza alternata di Faried complica le cose e la stagione si preannuncia tutta in salita in Colorado.
29) Los Angeles Lakers (2-15)
Che la peggior stagione dei Lakers sia anche quella del ritiro del Black Mamba rende il tutto ancora più triste. Non starò a tediarvi con papiri sull’uomo (che ormai sparacchia, ahinoi, piccioni al vento) che mi ha fatto innamorare del basket d’oltreoceano oltre 15 anni fa, per cui dico solo che vedere i gialloviola conciati così è avvilente, e quando perdi con Phila i segnali sembrano esser già molto chiari.
Ah, segnatevi la data: il 22 gennaio si giocherà a San Antonio, 10 anni dopo gli 81 punti.
30) Philadelphia 76ers (1-18)
Una franchigia storica ridotta così da troppi anni nonostante qualche ottimo prospetto nel roster. Sembrano essersi quasi abituati ai fondali della Lega…ma sarebbe ora di rialzarsi. Iniziano il mese battondo, OVVIAMENTE, i Lakers...e chi se no?
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