Grind My Gears (Week 1-2)
New Orleans Pelicans – Sono ormai passate due settimane dall’inizio della Regular Season. Scorrendo le classifiche di Conference salta immediatamente all’occhio l’inquietante bilancio di vittorie e sconfitte degli uomini di Alvin Gentry: 1-8. La squadra che l’anno scorso ha soffiato l’ottava piazza a Ovest ai Thunder, la squadra del papabile MVP Anthony Davis, la squadra “giovane, talentuosa e con un futuro roseo” è relegata a pari merito con i Lakers in fondo al gruppo. A dare ancora più adito alle incertezze sono i numeri del “monociglio”, che malgrado abbia esponenzialmente alzato la percentuale di realizzazione da dietro l’arco, viaggia con una media di 2.6 palle perse (1.2 in più rispetto all’anno scorso) e 3.0 falli a partita. Per costruire una squadra intorno ad un singolo giocatore, c’è bisogno del sostegno di tutto il gruppo: RIMANDATI.
Kobe Bryant – Su, Kobe Boys, lo sapete anche voi. Quanto può durare quest’agonia? La Los Angeles giallo-viola dei primi 2000 è ormai un sogno lontano, la squadra odierna è un ammasso di singoli (nemmeno troppo forti) che si aggirano per il campo con il solo obiettivo di arrivare alla sirena finale. Il #24 vive con gli antidepressivi sotto al cuscino, non ha più il fisico o la testa per reggere il confronto con gli altri “Top Player” e malgrado i tentativi fallisce miseramente. Lasciando da parte le percentuali, il minutaggio, la gestione e il contratto, mette veramente gran tristezza vedere uno dei più grandi esponenti di questo sport preparare l’addio in maniera così indegna. Lontano dai riflettori, senza possibilità di lotta per il settimo anello e accerchiato da mediocrità.
DA SOLO SULL’ISOLA.
Knicks-Porzingis – La notte del Draft fischi e insulti, oggi applausi e sorrisi. A New York ne capiscono di basket quanto io ne capisco di matematica applicata alla medicina (poco, per intenderci). Kristaps Porzingis, prima scelta dei New York Knicks all’ultimo Draft, ha impiegato poco meno di dieci giorni per dimostrare agli pseudo-tifosotti della Grande Mela quanto forte fosse. Classe 95, tosto fisicamente e con un IQ cestistico decisamente sopra la media, il lettone ha preso in mano le chiavi della squadra trascinando i suoi a 4 vittorie in 10 uscite, numeri che lasciano ben sperare per il prosieguo della stagione (soprattutto considerando il livello medio per la lotta a Est).
VI MERITATE EDDY CURRY.
Tanking o…? Parliamoci chiaro, quello dei Philadelphia 76ers ha smesso di essere tanking parecchio tempo fa. Cercare di giustificare le sconfitte mettendo in mezzo il fattore Draft non funziona più. Con un quintetto piuttosto dignitoso, condito anche dalla presenza di due lunghi di qualità come Noel e Okafor, la questione è semplice: la squadra non va bene. Troppi elementi giovani e inesperti in un contesto che ha puntato sulle prime scelte da almeno 5 anni e che si ritrova per l’ennesima volta con le spalle al muro dopo meno di dieci partite (e nove sconfitte consecutive). Certo che Emblind…
MALE, MALISSIMO
MVP – Anno nuovo, storia vecchia. Le meravigliose gesta di Steph Curry hanno riaperto l’inutile, sterile e noiosa diatriba tra i sostenitori di tale e quelli di tizio. “Curry può diventare più forte di Jordan?” o ancora “LeBron non è mai stato il più grande di sempre, dominava solo perché non c’erano avversari degni” e “Ti insulto la famiglia solo perché non la pensi come me”. Perché parlare sul web senza attaccare personalmente qualcuno che la pensa diversamente da noi è più complicato che convincere DeAndre Jordan e Dwight Howard a segnare un libero. GODETEVI LO SPETTACOLO.
💬 Commenti