Datome: "Il 6+6 deve restare. Banchero? Lo si sta bombardando"
Il giocatore dell'Olimpia Milano ha rilasciato un'intervista interessante parlando dio un tema sempre caldo
Il giocatore dell'Olimpia Milano ha rilasciato un'intervista interessante parlando dio un tema sempre caldo.
Dopo un lungo stop causato da un virus intestinale Gigi Datome sta tornando a scaldare i motori e recentemente ha rilasciato un'intervista a Luca Guazzoni (ANSA) durante la presentazione ufficiale del Gruppo Giovani Librai dell'Ali nella sede di ConfCommercio a Milano.
Regole, Banchero, giovani italiani e futuro sono stati i temi trattati dal capitano dell'ItalBasket
Regole
Datome è stato molto esaustivo sulla questione del 6+6 che ogni anno tiene banco: “La formula perfetta non esiste. Qualche italiano probabilmente se ne approfitta, non dà tutto per migliorare, responsabilizzarsi e si accontenta; ma ce ne sono altri che invece crescono e si impegnano. Porto il mio esempio: io ero convinto di avere i mezzi per stare in Serie A da giovanissimo ma ho dovuto faticare tantissimo per avere spazio, per dimostrare il mio valore. So cosa ho sofferto io, per me la regola del 6+6 deve rimanere: tutela chi non rende subito, dà tempo per emergere. Senza regole io probabilmente avrei cambiato lavoro. Ma il giocatore italiano si deve rendere conto di avere dei privilegi, e proprio per questo deve lavorare e sbattersi più di tutti per meritarsi lo status; e poi servirebbe maggiore coraggio dagli allenatori e sapienza dei manager”.
Banchero
Il capitano azzurro si è soffermato anche sul grande tema che sta accompagnando la pallacanestro italiana, la decisione di Paolo Banchero: "È un talento di livello assoluto che non possiamo permetterci di non convocare, ma questo ragazzo lo si sta bombardando di troppe aspettative. L'augurio è che venga al Mondiale con l'Italia, che sia contento di farlo, che si diverta e ci dia una mano ma bisogna dargli la tranquillità di fare la scelta che riterrà più opportuna. L'Azzurro lo devi volere, vale per tutti - aggiunge - Lui oggi non sa se disputerà il Mondiale con noi e ogni cosa che dice viene strumentalizzata, come se fosse un sì o come se fosse un no - aggiunge il capitano dell'ItalBasket. Deve solo capire cosa è intenzionato a fare".
Giovani azzurri
Il movimento fatica a far crescere i giovani talenti in casa e Datome lo ha evidenziato: “Ci sono tanti buoni giovani ma vedo scetticismo negli allenatori a dare loro fiducia. I coach si giocano la panchina ogni domenica e non vogliono rischiare niente. La cultura non è cambiata dal 2004/05 quando io ero nelle loro condizioni. Ora per giocare bisogna essere veramente forti. E a chi dice “se sono forti usciranno”, rispondo che così si perdono anni e anni di carriera e di crescita. Io ho impiegato 10 anni per avere ruolo di primo livello. Bisogna capire quali siano i giovani su cui investire, cui dare fiducia e su cui lavorare. Servono intuito e sapienza”.
Futuro
Datome è in scadenza di contratto con Milano e si stanno avvicinando i Mondiali, questo il suo pensiero sul suo futuro: “Non ho più vent'anni. Sono decisioni che posso prendere solo a fine stagione, per come mi sento e mi sono sentito. Il rapporto con Pozzecco è così diretto e cristallino che faremo la scelta migliore per la Nazionale. Ho avuto finora una stagione difficile, voglio dare una mano all'Olimpia anche per essere convocabile per il Mondiale”.
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