Hard-Drive Team: Golden State Warriors
Dopo 40 anni i Golden State Warriors hanno riportato il titolo nel nord della California. E senza che ci si perda in giri di parole inutili, analisi su pseudo fortuna dovuta ad infortuni occorsi ad altre cose simili, sarebbe abbastanza stupido non riconoscere gli assoluti meriti della franchigia della baia.
Anche perché questo titolo è figlio della programmazione, si è partiti da molto lontano scommettendo, secondo molti, su un gruppo e si sono ottenuti risultati. La scorsa stagione è stata chiaramente quella della consacrazione definitiva per alcuni giocatori presenti nel roster, che sono riusciti a fare quell'ulteriore salto di qualità verso l'alto decisivo per far si che una squadra forte ma che non partiva con l'assoluto favore del pronostico riuscisse a vincere, giocando bene per praticamente tutta la stagione. Ed il tutto è stato fatto insieme.
Questo non può che essere stato merito in primis di coach Steve Kerr, che accolto con molto scetticismo da addetti ai lavori, fans e anche qualche giocatore, ha smentito tutti, mettendo la sua impronta chiara sul gioco della squadra su entrambi i lati del campo, non facendo mai avere cali di tensione per tutta la stagione, ed il record di 67-15 è lì a dimostrarlo. Ed anche nella post season, dove ovviamente sono iniziate delle difficoltà, coach Kerr ha fatto capire di essere un signor allenatore, cambiando in corsa le sue idee per portare al titolo i Warriors. Poi, abbastanza chiaro, devi avere anche un gruppo di giocatori che ti segue, ed al suo interno magari la presenza di un paio di stelle non guasta di certo. Se poi te le sei “cresciute in casa” è ancora meglio.
Questa stagione dovrà essere quella della riconferma, per forza di cose sarà molto più difficile della scorsa, anche perché tutti ti aspetteranno, pronti alla critica se le cose non dovessero andare come nella scorsa stagione. Golden State riparte da quella gara 6 vinta a Cleveland, ha cambiato pochissimo ringiovanendosi. Ci si fida di quello che si ha nel roster, si potrebbe dire squadra che vince non si cambia, che è giovane, che ha voglia di continuare a vincere. E ci si affida a quel gioco spettacolare e redditizzio fatto di transizione, tiro da tre, attacco al canestro ma, soprattutto, grande difesa di squadra, che è risultato essere vincente. Opinione personale batterli non sarà facile, questi sono un gruppo vero di giocatori a cui piace pure giocare insieme. Adesso sotto con l'analisi del roster.
BACKCOURT: MVP-MVP-MVP. Stephen Curry si è consacrato stella di prima grandezza. Tra stagione regolare abbastanza dominata e playoff ha tolto i dubbi a chi ce li aveva. Non solo un tiratore, e non solo un attaccante, un leader, ed anche uno che ha lavorato tanto per migliorarsi fisicamente ed in difesa. Con ancora margini di miglioramento, cosa da non sottovalutare. Di fianco a lui, come sempre, Klay Thompson, altro giocatore che ha fatto quel salto in avanti necessario. Si integra perfettamente con il compagno di reparto, caratteristiche simili, attacco, tiro, e pure difesa. E' calato molto, specie fisicamente, durante le Finals, ma gli Splash Brothers faranno ancora tanto male quest'anno.
Andre Iguodala è stata l'arma in più dei playoff e delle Finals soprattutto, infatti ne è uscito da MVP. E' riuscito ad alzare l'asticella del suo gioco quando contava, tornando ad essere pericoloso in attacco e difendendo come sempre, e forse anche di più, forte sulla palla ed in aiuto. Senza contare la sua leadership e la cattiveria agonstica che ha sempre avuto. Shaun Livingston è rimasto, ha messo anche lui il suo mattone importante alla causa, un giocatore di classe e tecnica notevoli, che saprà rendersi utile come sempre. Altra conferma il veterano brasiliano Leandro Barbosa. Pochi minuti ma giocati sempre in maniera eccellente. Ed è quello che gli sarà chiesto anche quest'anno. Avere questo tipo di giocatori è importante in un roster vincente. Brandon Rush è stato confermato. La mano c'è, la voglia è sempre altalenante, la ritrovasse tornerebbe utile molto più che nello spogliatoio.
FRONTCOURT: Draymond Green è quello che più di tutti ha stupito per la crescita esponenziale avuta la scorsa stagione. Uno che gioca con quella cattiveria agonistica per tutto il tempo che viene impiegato non puoi che amarlo, pur con tutti i suoi difetti che l'esaltazione a volte tende a far emergere. Punti, rimbalzi, difesa, si è messo pure a passare bene. Andrew Bogut dovrà ripartire da delle Finals praticamente non giocate. Ma quello che aveva fatto fino a quella serie è risultato essere decisivo, in difesa sugli aiuti, come passatore dai post. Altro ragazzo amato dai suoi compagni, non faticherà a riprendere il discorso interrotto. Harrison Barnes ha avuto una stagione di alti e bassi, limitando i bassi specie quando contava. Di sicuro ha dimostrato, se mai ce ne fosse stato bisogno, di essere uno che sa come si gioca per vincere, che non ha paura di sbagliare e di prendersi responsabilità.
Una SF moderna, capce di difendere e prendere rimbalzi. Se trovasse più continuità dall'arco.... E' arrivato Jason Thompson, giovane, rimbalzista, anche lui buon difensore e con punti nelle mani. Ai Kings ha sempre detto la sua, qui sarà chiamato a dimostrare di mpoterci satare in una squadra che lotta per il vertice. Festus Ezeli risolti i suoi problemi fisici è stata una piacevole sorpresa nella serie per il titolo. Determinato, cattivo, intimidatore. Corre il campo come pochi lunghi, ha risposto presente quando contava. Averlo sano dall'inizio sarà molto importante. Marresse Speights è sparito dalle rotazioni durante le partite con i Cavs. Ma non si giocava il basket adatto a lui. Nella scorsa regular season ha dato punti, per forza tira tutto quello che gli arriva in mano, ma anche rimbalzi ed agonismo. Ed all'interno di questo roster due giovani interessanti come James McAdoo e la scelta #30 Kevon Looney potranno crescere tranquillamente, magari ritagliandosi anche minuti importanti.
QUINTETTO BASE: Curry-Thompson-Barnes-Green-Bogut.
Semplice, facile ed abbastanza ovvio.
PCT. PLAYOFF: 90%- Io li vedo sempre un passo avanti a tutti anche nella Western, il problema più grande per loro la mancanza all'inizio di coach Kerr, comunque un motivatore necessario a questo roster. Ma i playoff non saranno certo un problema per loro.
Chiudiamo qui, ringrazio tutti quelli che mi hanno pazientemente letto e che hanno commentato, ci rivedremo durante la pausa dell'All Star Game per le valutazioni dei pronostici. Arrivederci e buona NBA a tutti.
Hard-Drive Team 2015/16
Minnesota Timberwolves
New York Knicks
Philadelphia 76ers
Los Angeles Lakers
Orlando Magic
Sacramento Kings
Denver Nuggets
Detroit Pistons
Charlotte Hornets
Miami Heat
Indiana Pacers
Utah Jazz
Phoenix Suns
Oklahoma City Thunder
Brooklyn Nets
Boston Celtics
Milwaukee Bucks
New Orleans Pelicans
Toronto Raptors
Dallas Mavericks
Portland Trail Blazers
San Antonio Spurs
Washington Wizards
Chicago Bulls
Memphis Grizzlies
Los Angeles Clippers
Houston Rockets
Atlanta Hawks
Cleveland Cavaliers
Golden State Warriors
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