NBA Restart 2019/20: Eastern Conference
Riparte la stagione NBA nella “bolla” di Orlando. E riniziamo anche noi con l’analizzare le 22 squadre presenti in Florida partendo dalla Eastern Conference.
Riparte la stagione NBA nella “bolla” di Orlando. E riniziamo anche noi con l’analizzare le 22 squadre presenti in Florida partendo dalla Eastern Conference.
Finalmente. Giovedì la NBA riparte ad Orlando, Florida. Con che modalità credo che sia chiaro per tutti, essendo state abbondantemente spiegate nelle scorse settimane. Di sicuro sarà un proseguio di stagione strano, viziato da quello che è successo nei mesi precedenti, vedi pandemia da Covid 19, che negli USA sta purtroppo proseguendo con numeri elevatissimi.
Ma noi siamo qui perché dobbiamo tornare a parlare di basket giocato, e delle squadre che si affronteranno ad Orlando, per definire la griglia playoff. Ed iniziamo ad analizzare le 9 squadre della Eastern Conference, che se fino a Febbraio sembrava ormai a pronostico scontato, adesso potrebbe riservare qualche colpo di coda interessante.
Partendo da dove le avevamo lasciate, e calcolando che 6 squadre hanno già raggiunto ufficialmente la post season.
EASTERN CONFERENCE
1) Milwaukee Bucks (53-12): Stavano letteralmente dominando conference, e non solo. Anche se non venivano da un gran periodo al momento della sospensione. Ci potrebbero essere le iniziali assenze di Eric Bledsoe e Pat Connaughton, che non dovrebbero creare problemi insormontabili. Anche perché le fortune dei Bucks transitano attraverso le giocate di Giannis Antetokounmpo, che da l’idea di essere in una forma fisica notevole. Mantenere la posizione #1 non dovrebbe essere difficile per i ragazzi di coach Budenholzer, forti di un roster consapevole delle proprie capacità.
2) Toronto Raptors (46-18): Una delle squadre più attese alla ripartenza. I campioni in carica hanno sorpreso tutti per come hanno giocato fino a Febbraio. Da campioni che devono difendere il titolo, appunto. Malgrado gli infortuni, e il non avere necessariamente i favori del pronostico sul considerarli formazione da piani alti. Sarà interessante vederli adesso, praticamente al completo, con Pascal Siakam ristabilito, e la voglia di risbalordire il pianeta NBA. Ed un head coach, Nick Nurse, che ha valorizzato parecchie delle cosiddette seconde linee. Facendole diventare pezzi importanti delle rotazioni.
3) Boston Celtics (43-21): Squadra che ci aveva lasciato alla presa con alti e bassi. E con un leader perfettamente indicato nella persona di Jayson Tatum. Anche i Celtics hanno dalla loro parte il fatto di avere il roster praticamente al completo, un coach, Brad Stevens, che saprà ridare motivazioni, e la voglia di riprendersi un ruolo da contender non solo nella conference. Inoltre l’aver saputo allungare le rotazioni usando molti dei giovani presenti in panchina, sarà un arma interessante da usare in questa seconda fase della regular season.
4) Miami Heat (41-24): Gli Heat hanno ben impressionato tutti prima del lockdown. Ed avevano allungato il roster inserendo giocatori interessanti prima della trade dead line, grazie soprattutto all’arrivo di Andre Iguodala. Squadra che stava giocando bene, con tanti giovani che sotto la guida di coach Spoelstra stavano diventando giocatori importanti, Kendrick Nunn, Tyler Herro e Bam Adebayo su tutti. Senza contare l’upgrade determinato da un Jimmy Butler in versione ecumenica e rispettosa dei ruoli. Ritrovassero tutte queste peculiarità, sarà una squadra da tenere in considerazione per le posizioni alte nella conference.
5) Indiana Pacers (39-26): La squadra allenata da coach McMillian arriva ad Orlando con tante, troppe incertezze. Ed è un peccato, perché prima dello stop rientrava nel novero di chi aveva ben impressionato, grazie agli ulteriori miglioramenti di Domantas Sabonis, tra gli altri. Ma in tanti stavano portando il loro apporto alla causa. Alla ripartenza le assenze saranno importanti, oltre a Sabonis anche Victor Oladipo non sarà parte attiva del roster, e malgrado l’organico abbastanza lungo, sarà difficile mantenere quanto fatto vedere fino a Febbraio.
6) Philadelphia Sixers (39-26): Qui parliamo di una delle squadre che non aveva ben impressionato per la scarsa continuità, nel gioco e nei risultati. In alcuni momenti della prima parte della stagione, è parso mancare anche il piacere di giocare insieme. Senza contare i problemi fisici che si erano sommati, specie in Ben Simmons. Adesso però sembra che le cose siano decisamente migliorate, almeno sotto il punto di vista fisico. Certo una squadra così piena di talento, e con un roster così profondo deve ambire a posizioni più alte nella classifica di conference. Poi molto ruoterà intorno alla forma ed alla voglia di Joel Embiid. E bisognerà anche vedere se coach Brown saprà riprendere il controllo totale dei suoi ragazzi, cosa che non sembrava più in essere nei mesi scorsi.
7) Brooklyn Nets (30-34): Forse la squadra delusione della prima parte di stagione. Ci si aspettava di più da questi Nets, specie per gli illustri arrivi, e per quello che avevano dimostrato la scorsa stagione privi di una vera stella di prima grandezza. Invece infortuni, e difficoltà ad adattrsi al gioco di coach Atkinson da parte dei nuovi arrivati, hanno creato difficoltà inaspettate, oltre a risultati non preventivabili. Alla fine ha pagato il coach, come spesso succede. E siccome quando piove spesso grandina, i Nets arrivano ad Orlando in lotta per un posto ai playoff, con una serie di infortunati e assenti infinita, al lungo degente Kevin Durant si aggiungono Kyrie Irving, DeAndre Jordan e Spencer Dinwiddie, giusto per citare i più importanti. Non crediamo che il finale di stagione possa essere pieno di soddisfazioni, anzi sarebbe già un miracolo qualificarsi alla post season.
8) Orlando Magic (30-35): Squadra che fino a Febbraio non ha brillato per continuità. Ci si aspettava di più dai Magic ad inizio stagione. Ed invece i ragazzi di coach Clifford hanno faticato molto più del previsto. Sembravano aver ritrovato la retta via poco prima del blocco della stagione. Anche i Magic, però, sono stati falcidiati dagli infortuni, ed avranno assenza importanti, Jonathan Isaac e Al Faroq Aminu, che accorceranno le rotazioni. Sembrano essere molto più solidi e rodati delle altre squadre in lotta per un posto ai playoff, e questo è un dato da tenere in considerazione.
9) Washington Wizards (24-40): Ad Orlando solo perché la matematica da ai ragazzi di coach Brooks ancora delle possibilità. In parte, comunque, anche i Wizards avevano sorpreso fino al lockdown. Una squadra che ha giocato un basket ad alto numero di possessi, trovando un leader assoluto, Bradley Beal, da seguire in campo. E dei giovani che hanno giocato liberi da responsabilità, impressionando positivamente. Viste le assenze nelle altre squadre impegnate nella lotta playoff della Eastern, i Wizards avrebbero potuto avere una remota possibilità. Purtroppo l’assenza di Beal, e non solo, le riduce davvero al lumicino, anche se la regola introdotto ex novo del play in tournament potrebbe dargli qualche chance in più.
💬 Commenti