Hard Drive Team 2019/20: Los Angeles Lakers
Una delle squadre più attese di questa stagione, che si è decisamente rinforzata per rinverdire i fasti passati riposizionandosi sulla cartina geografica cestistica. Ci occupiamo oggi dei (miei) Los Angeles Lakers.
25 Dicembre 2018, Oakland, California. Giorno e luogo in cui la scorsa stagione dei Los Angeles Lakers, fino a quel momento sufficientemente positiva, ha preso la via della tragedia. Ed il fatto che quel giorno sia arrivata una vittoria straripante contro quella che doveva essere la corazzata inaffondabile della NBA, è una delle situazioni incredibili che succedono in questa lega. Quel malaugurato infortunio e tutto quello che è successo dopo ha decretato la fine del progetto giovane, più ricerca di free agent di livello (stra)superiore, che sarebbe dovuto diventare il futuro della franchigia. Così la stagione 2018/19 è proseguita, e terminata, come nessuno nella sponda giallo viola della città degli angeli, avrebbe voluto.
Non in maniera così differente rispetto alle cinque annate precedenti, ma visti i presupposti, e le firme dell’estate 2018, la delusione, e le critiche, è stata maggiore. A questo punto serviva una off season di livello per ridare vita a questi Lakers. E così la trade che aveva generato la crisi totale nello spogliatoio a Febbraio/Marzo, si è concretizzata. E da li tutta una serie di firme, head coach e coaching staff compreso, che hanno fatto ulteriormente capire, anche se non ce n’era così bisogno, che a El Segundo vogliono vincere oggi, e magari anche domani, poi dell’eventuale dopodomani se ne parlerà in un secondo tempo. Certo non sarà cosa facilissima, ma aspettiamoci una stagione feroce da parte di qualcuno in questa maglia, cosa che a questa lega potrebbe ancora creare qualche problema.
COACH: La firma di Frank Vogel per diventare head coach dei Los Angeles Lakers ha stupito parecchi tra addetti ai lavori e fans. La fama di ottimo allenatore che si era creato ai Pacers, è stata, secondo molti, ridimensionata nella pessima avventura ai Magic, dove non gli è riuscito niente. Arriva in una franchigia in cui avrà gli occhi dell’universo cestistico puntati, soprattutto visto chi si ritrova ad allenare. Da un punto di vista tecnico, e umano, non si discute. Uno che a 17 anni è sopravvissuto all’incendio di casa sua lanciandosi dalla finestra non credo abbia paura di allenare dei professionisti NBA, indipendentemente dallo status. Oltretutto è un coach che piace ai giocatori di alto profilo, che sa dare gerarchie precise offensive, ma soprattutto difensive, e che avrà nel suo staff assistenti di alta personalità, ed una delle sue doti è quella di saper ascoltare tutti. Anche per lui questa stagione deve servire per rilanciarsi e far rivedere quello che di buono aveva fatto nel recente passato.
CONFERMATI: LeBron James. Altro da aggiungere? E’ reduce dalla sua annata fisicamente più sfortunata. Forse complice l’idea che sapeva già dall’inizio che non si sarebbe vinto, ma troppo spesso è parso molto ma molto ma molto al di sotto dei suoi minimi. Credo che quest’anno, anche per le critiche severe arrivate, qualche giro del motore fisico, e di testa, lo alzerà. Auguri a tutti. Kyle Kuzma è uno dei suoi pretoriani assoluti. Uscito indenne dalle richieste di trade, peraltro i Lakers non lo avevano mai messo nei possibili partenti, ha le stimmate per essere uno dei giocatori fulcro di questa squadra, sperando che l’infortunio al piede gli permetta di iniziare e giocare al 100% la stagione.
Rajon Rondo è stato confermato perché qui ha ridimostrato grande maturità, e voglia, in uno dei momenti difficili. E poi è un giocatore che se portato a giocare per vincere diventa importantissimo. Kentavious Caldwell-Pope avrà meno minuti, più da specialista, difensore e tiratore. JaVale McGee è stata un’ottima rivelazione della scorsa stagione. E quest’anno la sua presenza sarà ancora più importante, indipendentemente dai minuti che avrà a disposizione.
NUOVI ARRIVI: Iniziamo, ovviamente, da Anthony Davis. E’ arrivato dove voleva essere, adesso viene il difficile. Oppure il facile. Sperano che gli arti inferiori non abbiano necessità mediche, chiaro che il suo apporto sarà di primissimo livello, soprattutto visto che per la prima volta nella sua carriera NBA le difese non saranno tutte su di lui. Non deve fallire. Danny Green porterà esperienza, difesa, tiro da tre. Tutte quelle cose che servono se vuoi vincere. Avery Bradley arriva da stagioni in cui il cambiare maglia spesso non lo ha aiutato di certo. Qui avrà un ruolo ben definito, simile a quello di Green, e tanti minuti per tornare quello dei Celtics. Jared Dudley è un altro di quei giocatori che odi quando devi giocarci contro, ma che stimi per l’impegno che mette ogni volta che gioca. Veteranissimo di mille battaglie, tornerà utile quando farà caldo.
Troy Daniels è un tiratore, specialista da dietro l’arco dei tre punti. Quello che mancava la scorsa stagione. I minuti se li guadagnerà in base al rendimento. Quinn Cook si è guadagnato un posto nella lega con buone prestazioni in maglia Warriors. Uno che non ha davvero paura di niente in campo. Opinione personale, sarà un’addizione importantissima per questa squadra. Talen Horton-Tucker arriva dal draft, scelto con la #46. Sarà nel roster, in attesa di un posto al sole. E’ tornato Dwight Howard. cercherò di essere il più obbiettivo possibile mentre scrivo di lui. Negli ultimi anni ha fallito (quasi) ovunque, e qui non ha lasciato di certo un buon ricordo. Pare che stia fisicamente bene come da tanti anni non accadeva. Se così fosse allora sarebbe ancora uno che sposta sotto quei tabelloni. Ma bisogna fidarsi si lui? A roster anche DeMarcus Cousins, ma la stagione è finita prima di iniziare, ed è un peccato perchè destava tanta curiosità il vederlo in questo contesto.
DUE PAROLE SU: Le spendiamo su Alex Caruso. Tutto quello che raccoglie e che raccoglierà se lo è abbondantemente guadagnato. La sua voglia, la sua caparbietà, ed anche il suo gioco sono da questa lega. Attenzione al #4 in questa stagione
PCT. PLAYOFF: 80%- Malgrado la Western Conference quest’anno diventerà una tonnara, questi Lakers non devono e non possono fallire. Ed il #23 avrà da dire parecchie cose a riguardo.
Arrivederci a domani con i Miami Heat
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