Evolution Awards Race (3/1/2020)

Seconda puntata della nostra Evolution Awards Race. Iniziano a delinearsi le varie graduatorie, e i numeri, se per qualcuna di esse rispettano le aspettative di molti

Seconda puntata della nostra Evolution Awards Race. Iniziano a delinearsi le varie graduatorie, e i numeri, se per qualcuna di esse rispettano le aspettative di molti, per altre, soprattutto R.O.Y e Sixth Man, fanno emergere interessanti novità che non mancheranno di stupire. Ma, come abbiamo detto, le statistiche dicono questo. Eccoci pronti per le nostre classifiche.

MVP

 

1) Giannis Antetokuonmpo (MIL) 41.2: Il greco sembra molto pronto per il back to back, continuando a pontificare basket sui due lati del campo.
 

2) James Harden (HOU) 40.8: Sfida accettata da parte del barba, che ultimamente sta forzando di meno, risultando più determinante anche non solo nella versione realizzatore.
 

3) Anthony Davis (LAL) 38.1: Malgrado qualche acciacco il prodotto di Kentucky sta giocando una stagione ad altissimi livelli, e non solo per quello che sa fare nella metà campo offensiva.
 

4) Luka Doncic (DAL) 35.1: Solo un infortunio ne ha leggermente rallentato la corsa. E comunque anche da quello è rientrato esattamente per come sta giocando: da stella di prima grandezza di questa lega. Il futuro sta arrivando prima del previsto.
 

5) LeBron James (LAL) 31.8: Questo ragazzino di Akron non curante della carta d’identità e delle stagioni sulle spalle, continua ad essere il trascinatore della L.A. giallo viola, il tutto giocando perennemente sotto ritmo.

 

R.O.Y.

 

1) Brandon Clarke (MEM) 20.2: Ecco la prima sorpresissima delle nostre classifiche. Il canadese ha una continuità in campo praticamente da veterano. Energico, sempre in movimento, discreto anche in difesa. E con margini di crescita.
 

2) Ja Morant (MEM) 18.1: Il rookie che ha dimostrato di essere più pronto per il piano superiore, ha avuto un fisiologico calo, anche fisico. Ma resta sempre entusiasmante da vedere in campo.
 

3) Kendrick Nunn (MIA) 16: Certo che non poteva continuare come nel primo mese di NBA. Comunque il posto nello starting five è suo, anche per la sicurezza con cui tiene il campo nei momenti significativi delle partite.
 

4) P.J. Washington (CHA) 14.6: Altro giocatore di grande esplosività fisica, che non ha pagato il passaggio dal College alla NBA. Una delle note più positive di questi Hornets.
 

5) Rui Hachimura (WAS) 14.5: In questa stagione Wizards di transizione, nei migliori momenti di Washington il ragazzo giapponese è sempre tra i protagonisti positivi.

 

6TH MAN

 

1) Montrezl Harrell (LAC) 24.5: Sugli stessi livelli della passata stagione, anzi forse anche meglio, calcolando che riesce ad essere pronto giocando con tre compagni che amano avere il pallone in mano.
 

2) Enes Kanter (BOS) 22.9: Quando entra riesce sempre ad essere determinante a rimbalzo, specie offensivo, ed in attacco, dove ha punti nelle mani. Uno dei segreti di questa ottima stagione Celtics.
 

3) Dennis Schroder (OKC) 20.1: Giocatore che alza il ritmo come pochi quando entra in campo, ed in questi sorprendenti Thunder sta riuscendo anche a disciplinarsi, diventando sempre determinante.
 

4) DeAndre Jordan (BRO) 19.4: Ha accettato il ruolo di back up dimostrando grande intelligenza cestistica. E quando entra sciorina il suo repertorio, rimbalzi, difesa, intimidazione e leadership da veterano, utile in questi Nets alla ricerca di una identità.
 

5) Derrick Rose (DET) 19.2: Due stagioni da sesto uomo giocando ad altissimo livello. Meriterebbe, forse, un palcoscenico migliore, perché un giocatore così in uscita dalla panchina a Detroit predica nel deserto.

 

D.P.O.Y.

 

1) Jayson Tatum (BOS) 0.217: Impressionante crescita difensiva per questo ragazzo che ha mille occhi puntati addosso. Difficile da superare per chiunque, non va mai sotto contro nessuno.
 

2) Giannis Antetokounmpo (MIL) 0.214: Anche il suo rendimento difensivo è il motivo del suo dominio in questa lega da due stagioni. Aiuto, intimidazione, capacità di resitere se attaccato in palleggio. Un fenomeno anche in difesa.
 

3) Joel Embiid (PHI) 0.204: Sta producendo tanto nella sua metà campo, dimostrandosi continuo e attento. Da rivedere come ha difeso contro un greco con la maglia #34.
 

4) Anthony Davis (LAL) 0.202: Non solo intimidazione quest’anno, ma anche la capacità di leggere prima i passaggi e anticiparli. Sempre piegato sulle ginocchia, non si limita a pensare alla metà campo offensiva.
 

5) Kawhi Leonard (LAC) 0.198: Solito trascinatore della fase difensiva, solita capacità di arrivare ovunque con quelle braccia interminabili. E ancora deve alzare le marce del suo gioco.

 

M.I.P.

 

1) Domantas Sabonis (IND): Se qualcuno pensava che il ragazzo avesse finito il percorso di crescita, ha sbagliato indirizzo. Praticamente si è caricato i Pacers sulle spalle, e sta continuando a mettere sempre qualcosa di nuovo nel suo gioco.
 

2) Brandon Ingram (NOP) 24.9: Aveva solo bisogno di un posto dove non fosse continuamente messo sotto pressione. Adesso sta giocando per il talento che si è sempre supposto dovesse avere, ed i risultati si vedono.
 

3) Bam Adebayo (MIA) 24.2: Uno dei segreti della splendida stagione degli Heat. Rimbalzista, intimidatore, si è scoperto passatore e realizzatore quando serve. Ed ha ancora spazio di crescita.
 

4) Clint Capela (HOU) 23.7: Giocare attaccando sempre il ferro per andare a rimbalzo come sta facendo lui quando ha in squadra il duo Harden-Westbrook significa grande crescita mentale. Perchè lui c’è sempre, anche in difesa, anche in aiuto.
 

5) Malcolm Brogdon (IND) 21.1: Altro giovane leader di questi Pacers, certezza della Eastern Conference. Crescita sia da un punto di vista statistico, che nello spogliatoio a livello vocale.
 

5) Spencer Dinwiddie (BRO) 21.1: Serviva un go to guy, che sapesse cosa fare con la palla in mano in una squadra orfana del duo Durant-Irving. Ed il ragazzo ha risposto presente, sempre.

 

C.O.Y.

 

1) Mike Budenholzer (MIL): Anche coach Budenholzer è sulla buona strada per fare il back to back. Si vede che questa squadra è ben allenata dal fatto che, 34 a parte, in tanti riescono a risultare importanti durante la partita.
 

2) Rick Carlisle (DAL): Altro coach che sta dando una chiara impronta del suo lavoro sul roster. Rotazioni lunghe, dove comunque tutti si sentono utili.
 

3) Frank Vogel (LAK): Sta facendo un gran bel lavoro, calcolando le personalità presenti nello spogliatoio, e che il gruppo è abbastanza nuovo. L’attitudine difensiva è molto merito suo.
 

4) Eric Spoelstra (MIA): Miami è una delle squadre sorpresa ad est, Butler sta giocando con grande tranquillità, mai sopra le righe, e tanti giovani trovano spazio e minuti fondamentali. La sua mano si vede.
 

5) Billy Donovan (OKC): Da vittime sacrificali a squadra sopra il 50% di vittorie, che sta anche giocando una bella pallacanestro. E dei time out dove, finalmente, viene ascoltato.

 

Arrivederci alla prossima puntata


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