Hard Drive Team 2016/17: Oklahoma City Thunder
Oklahoma City Thunder anno -1. Nel senso che questa stagione inizia con una delle due stelle che da sette anni erano presenti nel roster, in meno. Oppure, per vedere il bicchiere mezzo pieno, Thunder anno 1 R.W., dove è chiaro cosa si intende per R.W.
E devo ammettere che sarà una stagione da seguire con grande attenzione quella della squadra di coach Billy Donovan. Già, coach Donovan. Non che ce ne fosse bisogno ha dimostrato la scorsa stagione di essere un signor allenatore di basket. Non tanto per la regular season comunque chiusa con un record di 55-27, quanto con gli splendidi playoff giocati splendidamente e vinti contro gli Spurs, a cui è seguita la meravigliosa serie contro i Warriors per lunghi tratti dominata dai Thunder. Poi è arrivata un'eliminazione figlia della superiorità dimostrata dagli avversari, ma in quelle finali di Conference si è vista in toto la capacità dell'head coach di allenare. Soprattutto di motivare i suoi a difendere di squadra contro la più atipica formazione mai vista sui parquet NBA, considerando il fatto che era anche la più forte in quel momento. Hanno mostrato una strada che altri hanno seguito meglio dopo.
E quello è il punto da cui sarebbe dovuto ripartire il carrozzone Thunder per giocarsi le sue chance di contendere nella Western in questa stagione. Con un Donovan capace di dare precise gerarchie difensive soprattutto, che è sempre stato il punto debole dei Thunder, cercando in qualche modo di farsi sentire anche nei giochi offensivi cosa non esattamente facile in questo contesto, anche se la sua mano si è vista. Ma, come tutti sanno, qualcosa è cambiato in Oklahoma. Durant ha portato il suo talento altrove, sulla baia. Lasciando indubbiamente i Thunder con un problema non da poco, perché rimpiazzare un giocatore di siffatta levatura non è cosa semplice. La cosa è stata vista chiaramente come un tradimento da parte di tutti ad Oklahoma City, cosa che potrebbe portare un sentimento di rivalsa dalle potenzialità ambivalenti.
Perchè se da una parte il desiderio di dimostrare da parte di uno a casa di essere più forte senza il compagno di mille battaglie potrebbe incentivarlo a giocare una grandissima stagione a livello personale, quanto questo possa essere di aiuto ad una franchigia che in pratica dovrà adattarsi ad un nuovo modo di giocare, è tutto da stabilire. Oltretutto anche un'altra colonna della franchigia, Ibaka, se n'è andato.
Si riparte appunto da Russell Westbrook, che mai come quest'anno sarà il leader maximo, e forse qualcosa in più, dei Thunder. Per citare una frase di un meraviglioso film di Jerry Lewis verrebe da dirgli: “ Russell non strafare!!! Non esagerare!!!”, anche perché va già bene così. Si sente odore di stagione da MVP, e se i compagni dovessero riuscire a stare un minimo al suo passo il record di Oscar Robertson potrebbe essere eguagliato. Oppure potrebbe finire tutto a donnine di facili costumi, ma ci credo molto poco. Anche qui sarà determinante l'asse play-pivot, e qui con Steven Adams siamo messi benissimo, e sui due lati del campo adesso. Giocatore duro come pochi altri nella lega, che sta iniziando a diventare un fattore anche con la palla in mano. E' arrivato Victor Oladipo, acquisto niente male in una squadra che dovrebbe correre e tanto. Guardia forte fisicamente, buon passatore, un attaccante realizzatore. Con Westbrook altra bella coppia di piccoli in questa lega. Ad Andre Roberson sarà chiesto il solito lavoro duro, fatto di difesa, rimbalzi, gioco anche cattivo, ma dovrebbe anche migliorarsi offensivamente, perché sarà, come ogni anno, battezzato parecchio. Enes Kanter deve crescere difensivamente, troppo spesso un birillo da evitare anche troppo facilmente. In attacco ed a rimbalzo non si discute, ma occorre fisicità oltre alla tecnica.
Altri due giocatori rimasti sono il veteranissimo Nick Collison e Kyle Singler. Collison è il leader dello spogliatoio, quanti minuti di qualità potrà dare è tutto da stabilire, ma sa come stare in campo. Singler deve dare più dei minuti da specialista dall'arco che ha portato in dote dai Pistons e fatto vedere anche qui. Anthony Morrow avrà sicuramente spazio. Signor tiratore sugli scarichi, da non sottovalutare anche in difesa specie sulla palla. Così come dovrebbe aumentare il minutaggio Mitch McGary, un Collison 2.0, meno difensore e leader, più rimbalzista e con punti nelle mani. Mentre lo spazio di Cameron Payne, ahilui, dipenderà dal #0, cosa non facile da sfruttare quando ti capita. E non che Payne non sia un giocatore con talento.
Altro giocatore che dovrebbe cercare di farsi trovare pronto, specie per il ruolo che occupa, è Josh Huestis. Passiamo a parlare degli altri nuovi arrivi ai Thunder, ad iniziare dai due lunghi di scuola europea, Ersan Ilyasova e Jeffrey Lauvergne. Ilyasova è comunque un giocatore che ha dimostrato di poterci stare nella NBA, sa farsi apprezzare da coach e compagni, buon rimbalzista, buona mano. Lauvergne è un centro dinamico, pecca di continuità nel tiro piazzato, anche lui va bene a rimbalzo specie offensivamente. Comunque un bel lungo da inserire in rotazione. Ronnie Price è un altro classico journeyman NBA che sai benissimo quello che può darti, di certo non un fenomeno di continuità. Dal draft, via Orlando, è arrivato Domantas Sabonis. Solo per il cognome non si può non fare il tifo per lui. Un bel lungo di classica scuola lituana, bella mano, corre bene il campo, sa farsi valere sotto i tabelloni. E' giovane e probabilmente dovrà farsi trovare pronto da subito. Vedremo come risponderà. Chiudiamo con Alex Abrines. Qui di talento cestistico ne abbiamo tanto, da vedere visto il ruolo quanto spazio troverà e, cosa fondamentale, più che in attacco cosa saprà combinare in difesa.
% Playoff: 65% - I believe in Russell, ed anche in coach Donovan diciamocelo. Una stagione da giocare tranquilli, per dimostrare tanto a tanti, ma i playoff con questo roster sono facilmente a portata di mano.
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