Hard Drive Team 2019/20: Toronto Raptors
Dovranno difendere il titolo conquistato a Giugno e sarà impresa molto più che difficile, diciamo ai limiti dell’impossibile. Ma sarà comunque una stagione divertente. Ci occupiamo oggi dei Toronto Raptors.
I Toronto Raptors hanno ottenuto quello a cui anelavano da un quinquennio a questa parte: vincere il titolo NBA. E lo hanno fatto in grandissimo stile, vincendo le finali di Conference contro i #1 dell’est, I Bucks, e le Finals contro i grandissimi favoriti, i Warriors.
Hanno puntato tutto sulla stagione 2018/19, investendo soldi e, volendo, tempo. Scommettendo sull’effetto Leonard, certo non solo su di lui, e, alla fine e non senza comunque soffrire, vincendo. In tanti erano comunque scettici sul reale valore di Toronto nella scorsa stagione, ed il 58-24 con cui hanno chiuso la regular season non aveva comunque tolto i dubbi.
Poi durante i playoffs, tutti i tasselli costruiti durante le 82 lunghe partite, sono andati al loro posto, si è velocemente capito che aver puntato tutto sul creare un gruppo magari non singolarmente così forte, ma che riuscisse a ruotare perfettamente intorno al leader con il #2, era stata cosa buona e giusta. Ed il premio alla fine è stato vinto, nella maniera più bella. Gli eterni battuti Toronto Raptors hanno portato in Canada per la prima volta nella storia della lega l’anello. E questa è ufficialmente storia, scusate la ripetizione doverosa peraltro. Certo finiti i festeggiamenti, perché sono finiti?, si è dovuti tornare alla dura realtà che già in molti conoscevano fin dalla conclusione della trade di un anno fa con gli Spurs. Qui Leonard non sarebbe rimasto più di una stagione, pur trovandosi bene, pur avendo vinto, pur essendo idolatrato. Lui ha preso una sorta di scorciatoia lunga (?????) per tornare a casa, ad L.A., come tutti sapevano, appunto.
Chiaro che vincere e la stagione successiva dover, praticamente, ripartire non deve essere facile. Ma intanto non si riparte da zero, perché c’è l’entusiasmo della vittoria, e vincere aiuta a vincere. Poi in tanti sono cresciuti tecnicamente e di testa, diventando consapevoli del proprio valore. Certo adesso toccherà ai secondi e terzi violini diventare i primi. Bisognerà reinventarsi un leader, anche se forse c’è già, ed il gruppo che è finalmente diventato pronto, ed ha dimostrato di poter ottenere il risultato grosso, sarà fondamentale come non mai. Non sarà impresa facile difendere il titolo, anzi. Anche a Toronto sanno che i miracoli nello sport non succedono (quasi) mai, almeno negli sport di squadra. Ma sarà divertente vederli giocare, con la consapevolezza che fino a Giugno nessuno potrà toglierli il fregio di campioni NBA.
COACH: Nick Nurse è arrivato da rookie dopo anni da assistant qui a Tornoto ed ha vinto al primo colpo. Dimostrando che ogni tanto chi parla bene di chi è conosciuto poco non si sbaglia. Ha dato nuova linfa offensiva ad una squadra che aveva una monodimensionalità in quel settore e precise regole difensive. Grazie a lui almeno un paio di giocatori hanno trovato nuova linfa, rivalutandosi agli occhi della lega, o sorprendendo per il livello raggiunto. Chiaro che quest’anno il lavoro sarà decisamente molto più complicato, ma, credo, anche molto più avvincente. E’ un coach che sa far sentire tutti importanti, e che riesce a tirare fuori qualcosa di positivo da chiunque decida di impiegare nel roster.
CONFERMATI: Kyle Lowry la scorsa stagione ha modificato, leggermente, il suo gioco. Non più, in pratica, il secondo violino offensivo, ma più playmaker, che si prende i tiri che gli arrivano, che fa giocare meglio i compagni e che difende. Quest’anno ci si aspetta magari qualche punto in più, ma che non perda quello trovato lungo la strada. Marc Gasol è arrivato, ha alzato il livello del gioco vicino a canestro, ha vinto. Magari in questa stagione anche lui dovrà essere più incisivo in attacco, ma per il rsto bene così. Serge Ibaka ha finalmente ritrovato il suo gioco, sentendosi importante in questo sistema. E confermarsi, dopo aver vinto il titolo, non dovrebbe essere un problema per chi fa dell’entusiasmo il suo stile di vita cestistica. Fred VanVleet è stata la sorpresa/conferma della scorsa stagione. E soprattutto ha trovato una fiducia estrema nei suoi mezzi che quest’anno risulterà fondamentale. Norman Powell è nelle stesse condizioni di VanVleet.
Anche a lui, probabilmente, sarà chiesto un maggior coinvolgimento in attacco, quando chiamato in causa. O.G. Anunoby, dopo una buona stagione da rookie, ha vissuto un secondo anno un attimo più complicato, per via di infortuni che gli hanno rallentato la crescita. E l’appendicectomia che gli ha fatto perdere la corsa playoffs è stata la (amara) ciliegina sulla torta. Dovrà riprendere la strada abbandonata, avendo talento fisico e tecnico per poter dare tanto a questa squadra. Patrick McCaw oltre ad aver vinto gli ultimi tre titoli NBA, essendo nel roster in questa stagione fin dall’inizio, potrà portare alla causa le sue capacità difensive, facendo allungare le rotazioni, senza che scenda l’intensità del gioco. Chris Boucher e Malcolm Miller sono a roster, conoscono il sistema, ma dovranno aspettare il loro turno per, eventualmente, mettersi in mostra.
NUOVI ARRIVI: Iniziamo da Rondae Hollis-Jefferson, che potrebbe trovare qui il posto giusto dove, finalmente, far vedere il proprio talento. Il ragazzo ha doti difensive notevoli, oltre a essere cresciuto sempre anche offensivamente. E qui avrà tanti minuti per dimostrarlo. Stanley Johnson era entrato in questa lega nel 2015/16, impressionando molti per la faccia tosta con cui aveva giocato la stagione da rookie. Poi alti e bassi ne hanno ridimensionato le azioni.
Qui per cercare un rilancio, ed anche lui quanto a fisicità ne ha da vendere. Dewan Hernandez è stato scelto con la #59, è un lungo rimbalzista, e vediamo se e quanto spazio troverà. Più pronto di lui sembra essere Sagaba Konate, ala dotata di grandissimo fisico, e con grandissimo intendiamo proprio per grandissimo, che qui potrebbe dare una mano da subito.
DUE PAROLE SU: Le spendiamo su Pascal Siakam. Crescita imperiosa la scorsa stagione, playoffs giocati quasi da dominatore, non ci fosse stato uno con il #2. E quest’anno con gli occhi addosso di tutti, deve prendersi la squadra in mano, elevandosi al ruolo di super star nella franchigia campione in carica. E non sembra essere spaventato dalla cosa.
PCT. PLAYOFFS: 55%- personalmente mi spiacerebbe non vederli ai playoffs la prossima post season. Ma andando oltre i sentimentalismi, sulla carta un posto nelle otto dovrebbero trovarlo. Comunque sarà difficile, comunque una compagine da non sottovalutare.
Chiudiamo qui, grazie a tutti quelli che ci hanno letto e commentato, si inizia stanotte e buona NBA a tutti da parte del Doc.
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