City Inside: Chi comanda a Los Angeles?
Siamo al giro di boa della stagione e come prevedibile tutti i riflettori sono sulla città degli angeli dove Lakers e Clippers non si risparmiano un colpo, chi avrà la emglio?
Diciamocelo senza alcun timore: Los Angeles Lakers e Los Angeles Clippers sono le squadre che in tantissimi vorrebbero vedere giocare la finale della Western Conference, ma non ditelo a Houston e Denver per fare due esempi, per dar vita ad un derby senza precedenti nella lega, e che, secondo gli addetti ai lavori ed i soliti bene informati, porterebbe una pubblicità intorno alla NBA simile al periodo Bird vs Magic.
Ed in questo momento le due franchigie della città degli angeli hanno addosso gli occhi di tutti, attenti a cogliere momenti felici, infelici, presunte crisi, voci dallo spogliatoio e qualunque rumors più o meno vero. Il problema, se così si può dire, è che le attese della vigilia sono state abbastanza rispettate, e la rivalità, che per i fans dei Lakers non ha nessun tipo di cittadinanza, cresce anche grazie al fatto che fondamentalmente da un quinquennio in bassa California comandano quelli in maglia bianco-nera. E, oltretutto, l’arrivo di LeBron James prima ed Anthony Davis durante la scorsa estate, che avrebbero dovuto riportare al comando cittadino i più blasonati Lakers, è stato pareggiato dal doppio approdo Kawhi Leonard & Paul George in maglia Clippers.
Quindi tavola apparecchiata per una sfida che valga qualcosa di più importante del predominio cittadino. Ma se dovessimo tirare le somme di questi primi mesi di Regular Season chi sta comandando ad L.A.? Guardando banalmente la classifica si potrebbe affermare Lakers, primi con molto merito nella Conference, 30-7, contro il 26-12 dei cugini Clippers, quarti nella Western.
Se invece si dovesse tener conto delle due sfide giocate, il 2-0 dei ragazzi di Doc Rivers, con due vittorie abbastanza nette, fa capire che in questo momento i Clippers sembrerebbero ancora sopra i Lakers. Certo da un punto di vista del gioco espresso onestamente si sono viste più certezze nella parte giallo-viola.
Che finalmente, dopo anni, sono allenati da un coach che sa fare il suo mestiere, Frank Vogel, è che ha dato un’impronta, specie difensiva a questa squadra.
Che indubbiamente gira ancora attorno a quello con il #23, e ci mancherebbe altro, ma che non si limita al ti diamo la palla e risolvi tu. Anche perché in questa stagione Anthony Davis ha parecchie cose da dimostrare, e ci sta riuscendo bene.
Non dimentichiamo che i Lakers sono una squadra che si sta conoscendo in corso d’opera, compreso il coaching staff, e non era così preventivabile vederli in testa alla complicatissima Western Conference. Essendo passati indenni dalla prima crisi di risultati, quattro sconfitte consecutive compreso il Christmas Day, che avrebbero potuto minare delle fondamenta ancora in costruzione. Ed invece la reazione è stata da squadra, cosa da non sottovalutare in questi casi. Ci si aspettava paradossalmente di più i Clippers lì in alto.
Perchè in un roster con maggiori certezze rispetto ai rivali nel recente passato, per citarne due a caso Lou Williams e Montrezl Harrell, si sono inseriti due autentiche superstar, con una delle due, Leonard, che secondo tanti è, in questo momento, il giocatore più determinante di questa lega, e sui due lati del campo. Ed invece qualche difficoltà non ipotizzata è comparsa sul loro cammino, specie, ed anche questa potrebbe essere una semi sorpresa, nell’approccio difensivo ad alcune partite, sulla carta facili.
E la sorpresa è determinata dal fatto che Leonard e George sono ritenuti, a ragione, due autentici maestri della fase difensiva. Questo ha anche fatto nascere qualche interrogativo di troppo sul reale valore del roster Clippers, e dell’attitudine a giocare per il bersaglio grosso, perché avere il peso del favore del pronostico non è cosa da tutti. Quindi, ripetendo il concetto, a metà stagione se si dovesse fare una comparazione tra quanto fatto vedere dalle due Los Angeles il nostro favore virerebbe verso la parte giallo-viola, che sta facendo più di quanto richiesto.
Ma la stagione è ancora lunga, e questa rivalità deve passare ancora attraverso degli scontri diretti più, eventualmente, i playoffs. Riusciremo a vedere due squadre della stessa città ad una finale di Conference? Come scrisse Manzoni nel Cinque Maggio, ai posteri l’ardua sentenza.
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