ItalBasket, Petrucci: "Io e Pozzecco non vogliamo dimetterci"

Il presidente Federale ha rilasciato un'altra intervista dove risottolinea al ferma volontà di andare avanti

Scritto da FMB  | 

Il presidente Federale ha rilasciato un'altra intervista dove risottolinea al ferma volontà di andare avanti.

Il presidente FIP Gianni Petrucci ha rilasciato al “Corriere della Sera” un'intervista dove ricalca ancora quello dello dopo l'eliminazione in semifinale al Pre-Olimpico di Porto Rico: andare avanti uniti.

Il presidente sull'esclusione dai Giochi di Parigi non he ha fatto un dramma: “Noi fuori dalle Olimpiadi? Siamo in buona compagnia, Dovrebbe consolarci? È la realtà. Con noi sono rimaste a casa altre grandi squadre: la Slovenia di Doncic, la Croazia, la Lituania, l’Argentina e la Turchia. Siamo dispiaciuti ma il basket di oggi è questo e andare all’Olimpiade è sempre particolarmente difficile. Ai giocatori non posso rimproverare niente e Datome si è calato meravigliosamente nel nuovo ruolo".

Poi sulla posizione del CT Gianmarco Pozzecco: “In discussione? No, il suo mandato scade il 31 agosto. Porterò la proposta di rinnovo nel consiglio federale perché dopo l’estate cominciano le qualificazioni europee”.

Sul tema naturalizzati: “Banchero per me resta un mistero. È stato lui a scriverci che era interessato a giocare con la nostra nazionale. Il nostro errore quale sarebbe stato? Credere a una cosa che ci aveva scritto? Ora noi non andiamo all'Olimpiade e lui non è stato convocato dagli Stati Uniti. Ora abbiamo Di Vincenzo che vuole venire da noi e sarebbe una bella notizia”.

Sul futuro del movimento: “Elezioni il 20-21 dicembre all’Olimpico. In questo anni abbiamo centrato due qualificazioni mondiali e una olimpica, nel 2021, a Tokyo. Dove abbiamo chiuso quinti, miglior piazzamento di tutte le squadre azzurre. La gestione globale non è stata così fallimentare come qualcuno vuole far credere”.

Sulle critiche: “Mi insultano in parecchi ma io sguazzo in queste cose. Penso alla tristezza di quando mi ignoreranno perché vorrà dire che sono finito. Invece della cultura della sconfitta noi siamo alla cultura dell’insulto ma non mi faccio troppi problemi. Né io né Pozzecco abbiamo voglia di dimetterci: dopo l’eliminazione era dispiaciuto, mi ha detto che lui come gli altri ce l’avevano messa tutta, ma è un combattente e non si tira indietro”.


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