Rodgers-Jets, ecco la fumata bianca: analizziamo la trade
A pochi giorni dal Draft arriva finalmente il tanto agognato scambio tra Green Bay e NY con il QB coinvolto.
A pochi giorni dal Draft arriva finalmente il tanto agognato scambio tra Green Bay e NY con il QB coinvolto.
Era il movimento di mercato più annunciato, più atteso e tutto sommato più previsto degli ultimi mesi in NFL. Aaron Rodgers è da ieri il nuovo QB dei New York Jets. Corrono quindi i titoli di coda su una telenovela che durava oramai da tre mesi ma della quale il finale era sostanzialmente scritto.
Rodgers passa in biancoverde per, semplificando, due secondi giri (uno 2023 e uno 2024) di cui uno (quello del 2024) potrà diventare un primo giro a seconda delle performance dell'asso californiano e per lo switch di prime scelte 2023 (le due squadre avrebbero comunque scelto a due posti di distanza). Uno scambio che ci può stare per il valore del giocatore con i Jets che ne escono bene senza dissanguarsi particolarmente.
Andiamo a vedere ora che succede per i vari protagonisti di questo scambio.
Green Bay Packers
Per i Packers finisce un'era. 31 anni passati fra due leggende del gioco come Brett Favre e Aaron Rodgers per una staffetta che, tolti i due Niners Montana-Young, non ha avuto eguali. Anzi ci si potrebbe interrogare come, da tanto talento per tanti anni, siano arrivati solo due vittorie al Superbowl (uno ciascuno per i due sopracitati) su tre apparizioni totali al Gran Ballo.
Il testimone passa ora a Jordan Love, scelto al primo giro del 2020 fra lo sconcerto generale, e tenuto a bagnomaria per tre anni alle spalle proprio di Rodgers in un dejavu di quello che lo stesso Rodgers aveva passato aspettando che Favre si ritirasse/se ne andasse. Love non è sembrato essere un fenomeno ma è ancora giovane, ha giocato relativamente poco e quindi tutto è possibile. Green Bay partirà con la quasi certezza di una stagione di transizione buona per far crescere lo stesso Love in tranquillità.
New York Jets
I Jets non hanno avuto un QB degno di tale nome dai tempo di Joe Namath (fine anni 60 – inizio anni 70) e proprio Broadway Joe aveva promesso, qualche tempo fa, che avrebbe permesso a Rodgers di indossare il suo #12 (ufficialmente ritirato dai Jets) nel caso che l'ex Cal fosse passato ai Biancoverdi.
New York può contare su una difesa d'elitè che la scorsa stagione ha fatto letteralmente faville e su un attacco in cui non mancano i talenti come il RB Breece Hall (che dovrà recuperare da un grave infortunio) e una potenziale star come il WR Garrett Gilbert. In una Conference della morte come la AFC i Jets puntano ai playoff e fare più strada possibile
Aaron Rodgers
Io non ho MAI creduto che Rodgers si potesse ritirare nello stesso anno di Tom Brady con la certezza di entrare nella Hall of Fame nello stesso giorno dell'ex Patriots (con tutta "l'ombra" che ne sarebbe derivata). Al di là di questa circostanza credo che Rodgers abbia voglia di competere e di mettersi in gioco in una realtà, quella newyorkese, anni luce lontana dalla tranquillità di Green Bay e del Wisconsin. Per avere successo Rodgers, dovrà, a mio parere, calarsi al meglio e da subito nella nuova realtà, cercando di creare subito un clima di collaborazione con i ricevitori e il coaching staff e mettendo magari da parte qualche atteggiamento da diva
NFL
La Lega si lecca i baffi. Avere una star polarizzante come Rodgers nella Grande Mela è quanto di meglio ci si potesse attendere. Al di là del comportamento a volte bizzarro (chiudersi quattro giorni in una casa completamente al buio per pensare al proprio futuro come lo giudicate?) Rodgers è un talento cristallino, forse il migliore che abbia mai calcato un campo da football negli ultimi….mmm da sempre? e averlo ancora a bordo a battagliare in una Division complicata come la AFC East è e sarà una cosa da non perdere
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