Hard Drive Team 2016/17: Atlanta Hawks
Gli Atlanta Hawks entrano in questa stagione con tanti punti interrogativi sul loro futuro. Non riesco ad avere un'idea chiara su che tipo di stagione potrebbero avere. Vuoi che la scorsa il risveglio dalla favola delle 60 vittorie dell'anno 2014/15 è stato abbastanza brusco. Non tanto per il record finale, comunque un onorevolissimo 48-34 con ennesima qualificazione alla post season, ma per come i ragazzi di coach Mike Budenholzer hanno interpretato la regular season.
Il gioco fluido, fatto di cose semplici ma ben definite in attacco, di una difesa dura e di squadra è troppo spesso venuto meno. Per molto tempo ci si è affidati ad improvvisazioni individuali che poco hanno a che fare con l'idea di gioco del coach nativo dell'Arizona. E gli alti e bassi che ne sono conseguiti si sono fatti notare non solo durante l'anno ma nella post season, dove gli Hawks sono sembrati una squadra senza anima, ed anche nei rapporti nello spogliatoio. Che qualcosa si fosse rotto si è capito già a metà della regular season. Voci di trade su quelli che erano considerati i leader della squadra della Georgia si sono susseguite fino a Febbraio. E dopo qualcuno è sembrato scontento di non essersene andato. Leadership perse, non più volute, insomma coach Budenholzer ha dovuto tirare la stagione Hawks in mezzo a difficoltà non previste.
Durante l'estate chi se ne doveva/voleva andare se ne è andato. Si riparte con un progetto abbastanza nuovo, di sicuro sarà difficile per un coach che ha sempre fatto del collettivo, della difesa di squadra e del gioco con continui ribaltamenti ed un piacere vero nel passarsi la palla un must, far convivere le varie anime diciamo eccentriche presenti a roster. Il tentativo di migliorarsi dopo una grande stagione non è esattamente andato come ci si aspettava, adesso si tratta se non di riprendere il discorso quanto meno di non perderlo in toto, cosa che non sarebbe così sorprendente se dovesse accadere.
Gli Hawks ripartono soprattutto da Paul Millsap e Dennis Schroder. Dovrebbero, e qui il condizionale è molto d'obbligo, essere loro i leader tecnici ed emotivi della franchigia. Millsap è un veterano ormai che negli anni ha perso in atletismo, guadagnato in esperienza e raggio di tiro, e che è una certezza in campo. Il suo apporto lo da sempre, da lui si sa cosa aspettarsi. Schroder adesso avrà le redini del gioco in mano. Quanto questo sia utile alla squadra lo vedremo. Giocatore velocissimo, che ama avere la palla tra le mani, a volte anche per troppo tempo, con qualche pecca giovanile in playmaking. La sua voglia di alzare vertiginosamente i ritmi si scontrerà sicuramente con un roster non propenso a correre se non strettamente necessario. Vedremo come e quanto saprà adattarsi. Il “dovrebbero” è legato all'arrivo agli Hawks di Dwight Howard. Che potrebbe anche essere considerato un signor acquisto, non fosse che il nostro ancora deve decidere cosa fare da grande. Ad Atlanta sperano che tornando dove è stato da piccolo lo capisca, e quindi riesca a (ri)trovare lo smalto degli anni ai Magic.
Quanto il suo carattere egocentrico possa essere d'aiuto alla causa è tutto da stabilire. Se questo ragazzo dovesse trovare un minimo di stabilità emotivo/psicologica al netto del fisico sano gli Hawks diventerebbero una serissima contender. Un pochino troppi SE per i miei personalissimi gusti, e troppo spesso negli ultimi anni Howard ha regalato montagne russe tecniche che non fanno rima con vincente. Sono rimasti Kent Bazemore e Kyle Korver, nello spot di SG e SF sicuri titolari. Bazemore ha firmato un contrattone di quelli che faranno discutere, sicuramente è un ragazzo che sta migliorando la qualità del suo gioco, ma ancora deve dimostrare continuità. Korver è il classico bianco veterano che ogni franchigia NBA vorrebbe avere nel suo roster. Oltre alla mano incredibile dall'arco, ha leadership e cattiveria agonistica che mette continuamente in campo. E' rimasto anche Thabo Sefolosha. Lo svizzero è uno di quelli che come Korver sai sempre cosa ti darà, sicuramente il 110%. Altri giocatori rimasti sono Tim Hardaway Jr. e Mike Scott. Entrambi hanno talento e tiro da fuori, entrambi hanno nell'extra cestistico il loro tallone d'Achille. Necessitano di diventare un attimo più professionali. Anche Kris Humphries ritorna ad Atlanta dove è arrivato a stagione in corso. Rimbalzi, punti, gioco sporco, comunque ha sempre lasciato buoni ricordi dove ha giocato. Se Tiago Splitter fosse sano sarebbe un bell'affare per gli Hawks, ma il brasiliano sembra aver lasciato la salute in Texas. E' arrivato Jarrett Jack, all'ennesima reincarnazione NBA.
Anche lui reduce da un terrificante infortunio, integro è un giocatore di personalità che sa dare punti veloci in uscita dalla panchina ed esperienza quando conta. Dall'Europa arriva Malcolm Delaney, che potrebbe anche trovare più spazio di quello che si pensa, PG attaccante, capace sempre di trovarsi un buon tiro. Dal draft sono arrivate due prime scelte, con la #12 Tauren Prince e con la #21 DeAndre Bembry. Due SF molto diverse. Prince è un difensore, atleta, rimbalzista, un giocatore di squadra Bembry è un attaccante con punti nelle mani. Chiudiamo con Mike Muscala, da cui il coach si aspetta una crescita specie offensiva, oltre alla cattiveria a rimbalzo e l'intimidazione.
% Playoff: 50% - Franchigia enigmatica che potrebbe lottare fino alla fine per entrare nei playoff oppure volarci senza problemi da subito. Troppo ruota intorno ad Howard e non so quanto Schroder sia pronto ad un ruolo da PG titolare in una squadra con queste caratteristiche.
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