NBA 2024-25, i 5 motivi per seguire la stagione

I Boston Celtics verranno spodestati? Questa è la domanda: scopriamo insieme i cinque hot topic dell'annata che sta per iniziare

Scritto da Valentino Aggio  | 

I Boston Celtics verranno spodestati? Questa è la domanda: scopriamo insieme i cinque hot topic dell'annata che sta per iniziare

È finalmente giunto il momento: questa notte verrà alzata la prima palla a due della stagione 2024/25 di NBA. Sono molti i temi che faranno confrontare tifosi e addetti ai lavori da qui fino alle porte dell’estate: la redazione di Basketball-Evolution ne ha scelti cinque.

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I 5 TEMI DELLA STAGIONE

Boston Celtics per il back-to-back 

Come ogni anno I campioni in carica si presentano come favoriti ai nastri di partenza. Non ne sono esclusi i Boston Celtics, vincitori alle ultime NBA Finals contro i Dallas Mavericks, i bianco-verdi sono finalmente riusciti ad infrangere quel digiuno che durava dal 2008, preistoria nel mondo dello sport attuale. Jayson Tatum è finalmente riuscito a portare un titolo alla città di Boston, nonostante non ne sia uscito come MVP delle Finals. Al contrario, il premio come miglior giocatore delle finali è andato all’altro “Jay”, ovvero Jaylen Brown. Da sempre nell’ombra di Tatum, Brown ha finalmente trovato la propria dimensione, consacrandosi come uno dei più grandi giocatori in circolazione. Come si dice: “Squadra che vince non si cambia”. Non cambiano nemmeno i Celtics, che hanno confermato quasi la totalità nel roster nelle sue figure essenziali. Il back-to-back non riesce ad una squadra dai tempi della dinastia Golden State Warriors: riusciranno i ragazzi di Joe Mazzulla a sfatare questo tabù?

All-in dei New York Knicks: KAT è la scelta giusta?

Nelle ultime stagioni nella Eastern Conference i Boston Celtics non hanno mai avuto rivali a livello di roster: nessuna squadra, almeno sulla carta, è sembrata poter impensierire la franchigia del Massachussetts. Oltre alle solite contender come Milwaukee Bucks e Miami Heat, quest’anno potrebbe essere quello dei New York Knicks. Nella Grande Mela c’è grande fiducia, forse per una volta supportata dai fatti. La squadra dello scorso anno ha raggiunto le semifinali di conference senza quello che era considerato il miglior giocatore, ovvero Julius Randle. Il lungo originariamente scelto dai Los Angeles Lakers si è infortunato alla spalla nel mese di Gennaio, perdendo così il resto della stagione. Senza il #30 i Knicks sono sembrati più veloci e dinamici che mai, il che ha portato il front office a porsi delle domande: “Abbiamo veramente bisogno di Randle?”. La risposta, alla luce di quanto visto, sembra essere un secco “no”. Il 3 Ottobre è arrivata una notizia inaspettata: i Minnesota Timberwolves hanno scambiato Karl-Anthony Towns per Julius Randle in uno scambio a tre squadre, che comprende anche (marginalmente) gli Charlotte Hornets. Uno scambio probabilmente troppo dispendioso per NY, ma prendere uno dei migliori lunghi tiratori della Lega vuol dire una cosa sola: New York fa sul serio. Riusciranno i ragazzi di Tom Thibodeau a riportare il Larry O’Brien Trophy nella Big Apple?

Victor Wembanyama: sotto l’ala di Chris Paul per diventare grande

I San Antonio Spurs hanno formato una coppia che definire interessante sarebbe assolutamente riduttivo. Victor Wembanyama si prepara alla sua seconda stagione in NBA dopo aver vinto il titolo di rookie dell’anno nella scorsa annata, culminata con l’argento olimpico conquistato con la Francia ai Giochi Olimpici di Parigi. La squadra non è fenomenale, ci mancherebbe: anzi, in Texas il cantiere è tutt’ora aperto, forse ora più che mai. Nonostante ciò, tutti gli occhi del mondo sono puntati sullo spilungone francese. Il front office di San Antonio sembra aver fatto le mosse giuste: Wembanyama ha bisogno di un playmaker di livello al proprio fianco per poter rendere al meglio: in questo caso, chi meglio di “Point God” per questa missione? Detto, fatto: gli Spurs hanno messo sotto contratto Chris Paul. Certo, non è lo stesso giocatore visto a New Orleans a inizio carriera, nemmeno quello di Los Angeles sponda Clippers. Questo discorso è ricorrente nelle ultime stagioni, ma puntualmente il #3 smentisce: l’età avanza, ma le immense qualità tecniche, così come l’innata comprensione per il gioco, rendono CP3 una pedina fondamentale nello scacchiere di Gregg Popovich. Gli Spurs non sono certo una squadra da playoff, ma “Wemby” sicuramente ci farà divertire. 

Oklahoma City Thunder, la più giovane delle contender

Nel ventaglio di candidate ai piani alti della NBA 2024/25 non può mancare una delle squadre più giovani della Lega. Gli Oklahoma City Thunder da anni cercano di ringiovanire il proprio organico e finalmente sono riusciti a bilanciare una giovane età con il talento cristallino. Shai Gilgeous-Alexander non ha ormai più bisogno di presentazioni: l’ex Clippers è stabilmente uno dei candidati al premio di MVP. SGA ha trovato un validissimo alleato in Chet Holmgren, anche se il lungo si è fatto attendere. Il #7 avrebbe dovuto debuttare due anni fa, ma un infortunio ancora prima dell’inizio della stagione ha ritardato l’ingresso nella Lega di uno dei prospetti più intriganti in circolazione. È valsa la pena attendere un anno: non ci sono dubbi sul potenziale di Holmgren e su quello che può già portare in una squadra che parte per fare scompiglio tra organici ben più esperti. Jalen Williams rappresenta una terza opzione invidiabile, anche a costo di cedere Josh Giddey per prendere dei giocatori utili in fase difensiva come Alex Caruso. È ora di diventare grandi.

Ja Morant riporterà i Memphis Grizzlies ai vertici della NBA?

C’è indubbiamente attesa per il ritorno a grandi livelli di Ja Morant: tra infortuni e problemi di temperamento al di fuori del campo, il #12 sembra finalmente tornato a concentrarsi solamente sulla pallacanestro. Le sue giocate in preseason dall’infinito atletismo sono rassicuranti per quanto riguarda la sua condizione fisica, sempre delicata in un giocatore abbastanza gracile come Morant. Da quando è esploso, Morant ha portato i Memphis Grizzlies ai vertici della Western Conference, ma con elementi con una mentalità decisamente non adatta a certi palcoscenici. Fallito il progetto bad boys, i Grizzlies da giacca e cravatta sono pronti a tornare ai livelli già mostrati non meno di due stagioni fa. La Western Conference, come sempre, è una giungla: tempo di affilare le armi per Morant e compagni, sperando che lo faccia solo in campo con le sue immense qualità.


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