Rookie Of The Year: Karl-Anthony Towns
Fino a metà stagione era una lotta a due a suon di botta-e-risposta di prestazioni ma nella seconda parte di stagione Karl Anthony Towns (20 anni) non solo è rimasto costante ma ha anche alzato il livello del su gioco, alla fine aggiudicare l'award di "Rookie Of The Year" è stato un gioco da ragazzi tanto da conquistare il titolo unanimamente con 130 voti su 130 per il 1° posto!!
Per Towns 82 gare giocate con 18.3 punti (54.3% dal campo) e 10.5 rimbalzi di media in 32’ sul parquet. Il tutto condito anche da 2 assist e 1.7 stoppate. Numeri impressionanti che da anni non si vedevano - dai tempi di un giovane Shaquille O'Neal ad Orlando - per un lungo di 2.13m di questa età al primo anno tra i professionisti.
Subito dopo esser stato chiamato con la pick n°1 dai Minnesota Timberwolves, erano state spese parole importanti per da parte dei principiali GM dell’NBA, che all’unisono recitarono: “Il ragazzo entro 5 anni diventerà il migliore del Draft 2015”.
Ecco, che dire, KAT ha bruciato le tappe come solo i grandi predestinati sanno fare, sbaragliando la concorrenza agguerrita dei vari Kristaps Porzingis (l’unico a contendergli davvero lo scettro fino ad inizio anno nuovo), D’Angelo Russell e Jahlil Okafor.
Ma ripercorriamo velocemente le tappe più significative che hanno portato il ventenne americano - con cittadinanza dominicana - a strameritarsi questo primo riconoscimento in carriera:
L’esordio è di quelli speciali, proprio in casa dei Lakers di quel Russell al quale ha soffiato la first pick pochi mesi prima. 14 punti, 12 rimbalzi, prima doppia-doppia di una lunga serie (infatti si ripeterà in Colorado dai Nuggets due giorni dopo con un bel 28+14 che già faceva capire le doti non troppo nascoste del ragazzone dal New Jersey). Prima volta che la franchigia di Minneapolis parte con due vittorie “on the road”, non male come primo contributo.
29 gennaio, i 32+12 nella sconfitta contro Utah lo eleggono come più giovane ad aver messo a segno una gara da 30+10 dal 2008. Chi era stato l’ultimo a farlo? Un certo Kevin Durant. Alla fine del mese viene nominato Rookie of the Month per il terzo mese consecutivo nella Western Conference.
10 febbraio, career-high da 35 punti nella vittoria contro Toronto. Per non farsi mancare niente tre giorni dopo il buon Towns si aggiudica lo Skills Challange all’ASG battendo niente meno che il piccolo Isaiah Thomas dopo aver eliminato DeMarcus Cousins. Manco a dirlo: il più giovane, alto e pesante a vincere tale onorificenza.
25 marzo, super come rookie per rimbalzi anche Kevin Love (fermo a 734). Chiuderà la stagione con 857.
7 aprile, 50esima doppia-doppia nella vittoria contro i Kings e quattro giorni più tardi supera anche Christian Laettner stabilendo un nuovo record di punti segnati per un rookie (chiuderà con 1503)
Chiude la stagione con 53 doppie-doppie. Porzingis, per dire, col quale aveva condiviso i primi tre Rookie of the Month, ha chiuso con 20. Segno che la doppia-doppia di Towns quasi non è più una notizia.
Ah, ovviamente, manco a dirlo è anche l’ex Wildcats ad aver disputato la miglior season da rookie.
Se tutto girerà per il verso giusto, abbiamo davanti il pivot di riferimento nella NBA probabilmente per i prossimi due lustri, dato che il potenziale è ancora malleabile ed estremamente migliorabile. Basti pensare al solo tiro da fuori (23/66 in stagione, 35%) che se allenato - e molto probabilmente lo sarà visto che “The Game” predilige ormai sempre più dei potenziali lunghi con la mano calda anche dai 7,75 oltre che solidi nel pitturato e rapidi nelle letture del gioco - potrebbe fare di Towns davvero un’arma vista raramente sui parquet Usa.
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