Hard Drive Team 2016/17: Houston Rockets
Houston Rockets e le mie analisi. Nemici alla nascita. Ecco una squadra su cui io riesco a non azzeccare mai un pronostico. Sarà che forse una stoppata di Willoughby mi generò da adolescente una delusione cestistica enorme, senza contare il canestro di Sampson, per cui quando scrivo dei Rockets mi viene un leggero problema di dolore gastrico, ma la franchigia texana non riesco mai ad inquadrarla.
E calcolando come si presenta ai nastri di partenza di questa stagione credo che la possibilità di sbagliare pronostico sia più vicina che dietro l'angolo. La stagione scorsa dei Rockets è stata caratterizzata da troppi bassi e pochi alti. Da caos, confusione, infortuni ed altro. Sono arrivati i playoff, con il record finale di 41-41, ottavi ad ovest, ed ai playoff una rapida eliminazione contro i Warriors.
Ma la post season raggiunta non ha comunque rimosso dalla testa di Daryl Morey che qualcosa andasse cambiato. Ad iniziare dalla guida tecnica. J.B. Bickerstaff nella scorsa regular season ha anche tutto sommato condotto in maniera discreta la squadra, subentrando dopo una decina di partite a Kevin McHale. Solo che troppe volte ha dato l'idea di non sapere andare oltre al credo del “date la palla al 13”, di cercare quintetti immaginifici senza troppo costrutto, e di correre in maniera esagerata senza pensare molto alla fase difensiva, cosa che conticchia nella NBA. Ecco per cui la scelta per il nuovo coach è caduta su Mike D'Antoni...appunto. Dopo il drammatico fallimento sulla panchina Lakers, D'Antoni ritrova un estimatore che gli riaffida una panchina. Contenti a Houston contenti tutti. Inutile dilungarsi troppo sulle caratteristiche dell'ex coach dei Knicks, tutti le conoscono fin troppo bene. Si correrà ancora di più, si ricorrerà spasmodicamente al tiro da tre e si cercheranno nel roster i giocatori adatti per questo gioco. Bisognerà vedere chi saprà farsi trovare pronto, perché comunque se c'è una dote che ha D'Antoni come coach, è quella di dare spazio e minuti a chiunque sia in grado di dare un apporto alla causa. Al contrario di quello che molti pensano comunque la fase difensiva non è così trascurata nelle idee dell'ex giocatore di Milano.
Solo che cercando prevalentemente giocatori che possano reggere il ritmo da lui voluto in attacco, non è così scontato che gli stessi riescano a difendere in maniera adeguata. Il suo gioco fondamentalmente ha funzionato solo a Phoenix, soprattutto per la presenza di un paio di interpreti capace di leggere nella maniera corretta lo spartito proposto. Anche qui la differenza la farà la capacità del roster di adattarsi a questo sistema rendendolo loro. Chiaro che saranno date ancora più responsabilità offensive a James Harden. Discutere offensivamente Harden non ha senso, uno dei primi tre della lega attualmente, senza alcun dubbio. Come giocatore a 360° magari qualche dubbio in più viene. Specie alla voce difesa. Ragazzo mio vogliamo fare qualcosa per questo problema? Io non credo, e questo sul lungo periodo se si vuole diventare vincenti diventa un muro insormontabile. Pare che D'Antoni voglia trasformarlo in PG. Potrebbe anche averne le capacità, ma ne capirei poco l'utilità.
Giocatori che tutto sommato potrebbero adattarsi al gioco D'Antoniano e che sono rimasti nel roster sono Trevor Ariza e Patrick Beverly. Ariza sa tirare, può giocare anche da PF tattico, difende. Su Beverly ho solo un dubbio legato al suo simpatico caratterino ed a come potrebbe prendere il panchinamento, se il progetto Harden/PG dovesse diventare realtà. Altro binomio restato nel Texas è quello formato da Corey Brewer e Clint Capela. Brewer è un Ariza con meno talento, ma capace di produrre punti anche dal perimetro e spazio ne troverà, Capela è un centrone e sappiamo quanto piacciano i centri a D'Antoni. Però corre bene il campo, dote da non sottovalutare, e qualcuno che prenda i rimbalzi serve sempre. Passiamo adesso ai nuovi arrivati, iniziando da Ben Gordon, attaccante di indubbio talento ma solo quello, per di più facile ad infortunarsi, certo se sano vorrei vederlo in coppia con il barba. Altro arrivo Ryan Anderson, giocatore che al nuovo coach piacerà sicuramente. PF tiratore micidiale, discreto rimbalzista, specie in attacco, un'importante addizione per il roster. Nenè Hilario porta esperienza, gioco in post basso...vabbè..., rimbalzi e cattiveria agonistica. P.J. Hairston potrebbe trovare giovamento dal nuovo sistema Rockets, attaccante e tiratore, certo non il giocatore più professionale della storia, Tyler Ennis cerca di rilanciarsi dopo una giovane carriera finita a sud troppo velocemente. PG classico, ma non esattamente un tiratore/attaccante e questo potrebbe essere un problema.
Tra i giocatori restati ai Rockets due parole le spenderei per Sam Dekker, la prima scelta che non ha mai giocato la scorsa stagione per problemi fisici, e Montrezl Harrell. Dekker, se sano, è un Anderson meno rimbalzista, più tiratore e con una gran voglia di giocare. Harrell è un mezzo lungo rimbalzista, che corre il campo e di grande energia. Dal draft seconda scelta è arrivato Chinanu Onuaku, chissà se riuscirà a trovare spazio nel roster, lungo dinamico, intimidatore ma tutto da costruire.
% Playoff: 45% - Tanto li sbaglio sempre, per cui. Di sicuro il sistema che adotteranno è un rebus davvero, specie alla voce come si adatteranno i giocatori. Se non si difende, oltretutto, non si va molto lontano. Io li vedo un gradino sotto tante altre.
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