NBA-Evolution Mid-Season Report 2016/17
Pausa per l'All Star Week-End e quindi momento di tirare le somme di questa prima parte di stagione nelle due Conference col nostro report di metà stagione, ad Ovest neanche a dirlo è sempre il binomio Warriors-Spurs a fare da padrone con nuovi outsider, ad East Cleveland deve guardarsi anche dai Celtics.
EASTERN CONFERENCE
PLAYOFFS BOUND 1) Cleveland Cavaliers (39-16): hanno iniziato il 2017 nel peggior modo possibile, riprendendosi lungo la strada. L'infortunio di JR Smith ha fatto arrivare il tiratore puro Korver da Atlanta e ora con il KO di Love i movimenti di mercato sembrano voler far di tutto per portare Melo Anthony alla corte del Re. Boston è lì a mettere fiato sul collo dei Campioni, ma i favoriti in questa Eastern Conference sono per forza di cose ancora i ragazzi di coach Lou. 2) Boston Celtics (37-19): stanno disputando una stagione strepitosa, con ovviamente il "piccolo" Isaiah Thomas (📸) sugli scudi, diventato nel giro di un annetto da sesto uomo a vero faro e leader della franchigia del Massachussets. Coach Stevens ha un grande futuro davanti (probabile COY 2017) e chissà cosa sarebbero stati questi C's se Kevin Durant avesse scelto il Garden come meta dopo il suo addio all'Oklahoma. Occhi puntati sui Cavs, l'obiettivo è quello di giocarsi il tutto per tutto ai playoff, dove già hanno fatto 2 anni di esperienza e sono attesi al varco da molti. 3) Washington Wizards (33-21): Se non fosse per Boston sarebbero loro la vera rivelazione di quest'anno. La House Of Guards composta da Wall e Beal viaggia a gonfie vele, Porter e Gortat fanno sempre il loro dovere così come un gemello Morris (Markieff) e nella Capitale sognare non è affatto vietato, anzi. 4) Toronto Raptors (33-24): Così come abbiamo elogiato le due squadre dietro ai Cavs, dobbiamo ora bacchettare i canadesi. Hanno accumulato 14 sconfitte nel solo 2017 nonostante Lowry e DeRozan siano sempre i trascinatori: manca qualcosa a livello di ali e infatti in settimana da Orlando è sbarcato niente meno che Serge Ibaka, pezzo da 90 che potrà dire la sua ma che dovrà trovare un equilibrio all'interno di una squadra dove ci sono già due che tirano un sacco. 5) Atlanta Hawks (32-24): persi Teague e Horford, hanno finalmente avuto via libera Schroder e Millsap, con quest'ultimo vero trascinatore della squadra di Budenholzer. Howard sotto le plance sta disputando una stagione discreta, lontano dai numeri dei centri che dominano la lega ma pur sempre meglio di quelle a cui ci aveva abituato una volta uscito da Orlando. Arriveranno ai Playoff senza troppi patemi ma la corsa potrebbe interrompersi presto. 6) Indiana Pacers (29-27): sinceramente? Dopo gli acquisti estivi mi sarei aspettato qualcosina di più da questi Pacers che a livello di talento non hanno nulla da invidiare alle altre squadre dell'Est, Cavs esclusi. Dietro a Paul George svetta come media punti l'ottimo Myles Turner, che già aveva finito forte la scorsa stagione e si sta confermando come giocatore solido e dall'avvenire radioso. Sono sicuramente una spina nel fianco da incontrare in una serie, visto che la loro partecipazione alla Postseason non sembra in dubbio. 7) Chicago Bulls (27-29): l'anno delle grandi rivoluzioni (via Rose dentro il figlio prodigo Dwayne Wade) ci consegna, ad oggi, dei Bulls ancora in un limbo non ben definito. L'esperimento Rajon Rondo non ha funzionato come in molti rponosticavano visto il carattere fumantino dell'ex "tante squadre", ma possono godersi un Jimmy Butler davvero top tra quelli della sua stazza. 8) Detroit Pistons (27 - 30): attualmente l'ottava posizione la occupano loro, i ragazzi di coach Van Gundy. Le gerarchie nella Motor City non sono ancora ben definito, sta emergendo il talento di Harris, così come il buon impatto di Marcus Morris e la solidità di Drummond sotto ai tabelloni ma la vera delusione è Reggie Jackson che non sta ripetendo i numeri passati, forse per via della voglia di cambiare aria. Playoff affatto sicuri, anzi, devono guardarsi le spalle eccome. IN THE HUNT I Milwaukee Bucks (25-30) e i Miami Heat di rincorsa (25-32) sono le due squadre più accreditate per poter insidiare sia Bulls che Pistons per i due posti più in bilico in questa Eastern Conference. Antetokounmpo guida la rimonta nel Wisconsin mentre Spoelstra ha rianimato assieme a Dragic e Waiters una franchigia che sembrava alla deriva totale dopo l'addio di Wade ma occhio anche agli Charlotte Hornets (24-32) che con Walker possono sempre piazzare qualche vittoria in fila per tornare a sperare anche se i tantissimi passaggi a vuoto non li rendono certo una squadra capace di giocarsi delle reali chance in post-season. Ci sarebbero anche i New York Knicks (23-34), per ora una delusione assoluta, mai continui - perdono coi Lakers, dopo 5 giorni battono San Antonio - e sempre immersi nel caos che attanaglia il Madison Square Garden da troppi anni, tra una società a cui manca sempre qualcosa e i rumors di trade che vogliono Melo in viaggio verso Cleveland.-N.S-
WESTERN CONFERENCE
PLAYOFFS BOUND 1) Golden State Warriors (47-9): Solita Regular Season Warriors da tre stagioni a questa parte. Rispetto alla scorsa sembrano anche meno alla ricerca di record vari, giocando con più tranquillità in alcuni giocatori, vedi Steph Curry e Klay Thompson, per non sprecare troppe energie, specie nervose, in prospettiva playoff. E l'inserimento di Kevin Durant (📸) continua senza troppi problemi. Il primo posto finale nella Conference non dovrebbe essere un problema. 2) San Antonio Spurs (43-13): Passano gli anni, i giocatori se ne vanno o invecchiano ma gli Spurs sono sempre lì, ai vertici della Conference. Popovich ha trovato in Leonard il leader del post Duncan che cercava, e lui sta ripagando giocando una stagione da MVP. I due vecchietti ancora presenti nel roster, Parker e Ginobili, viaggiano a scartamento ridotto, Così come Pau Gasol, alle prese con un infortunio alla mano. In attesa che Aldridge trovi continuità di rendimento. 3) Houston Rockets (40-18): Alzi la mano chi pensava di trovare i Rockets così in alto nella classifica di Conference. Io proprio no. D'Antoni ha trovato in James Harden un profeta del suo verbo cestistico probabilmente superiore anche al canadese dei Suns, ed il barba è vicino a vincere un meritatissimo MVP, se continuasse su questi livelli. Oltretutto il resto del roster, da Ariza ad Anderson, da Beverly ad Eric Gordon, sta giocando una stagione così come predica il coach ex Lakers. Tutto starà a vedere come e se riusciranno a continuare su questi ritmi, ma finire tra le prime quattro a fine stagione non è un miraggio. 4) Los Angeles Clippers (35-21): Non esattamente una stagione così esaltante da parte dei Clippers, che stanno pagando in questo periodo, l'infortunio serio subito dal loro leader, Chris Paul. In sua assenza coach Rivers ha trovato qualcosa di importante dal figlio Austin, mentre Blake Griffin sembra essersi calato meglio nel giocatore franchigia che tutti vorrebbero vedere. Per il resto troppi alti e bassi, anche se raggiungere i playoffs non sarà un problema. 5) Utah Jazz (35-22): Che bella realtà è diventata la franchigia di Salt Lake City. Quest'anno finalmente anche vincenti, oltre che belli da vedere giocare. Coach Snyder sta trovando un bel gioco corale, in cui spicca l'individualità di Gordon Hayward. Senza contare l'importanza dei tre veterani Diaw, Johnson e Hill, nel far crescere i vari Gobert, Exum, Hood e Favors, da cui ci si aspetta più costanza di rendimento. 6) Memphis Grizzlies (34-24): Non facilmente identificabili in questa stagione. Sempre alle prese con infortuni di diversa entità all'interno del loro roster, riescono sempre a tirare fuori qualcosa da qualcuno, che gli consente di essere sempre lì, risultando anche molto fastidiosi per squadre sulla carta molto più attrezzate di loro. Coach Fizdale sta facendo un buon lavoro, specie sul duo Randolph-Carter, che sembra aver portato le lancette indietro di qualche anno. Certo, avere Marc Gasol in squadra aiuta, e Conley sta trovando finalmente buona salute e di conseguenza il suo gioco. 7) Oklahoma City Thunder (32-25): One Man Show Team se ce n'è una, che purtroppo vive e muore con lui, Russell Westbrook, con buona pace del resto del roster. A cui io darei anche meno colpe di quanto non si faccia, perché giocare con questo matto non deve essere facile. Adams sembra l'unico in grado di capirlo, Roberson vive di luce riflessa, per gli altri, mi viene in mente Oladipo su tutti, la fatica è immane, nel riuscire a star dietro alle follie cestistiche di mister tripla doppia 3.0. I Playoffs, certi a meno di crolli inopinati, sono comunque un successo non del tutto annunciato. 8) Denver Nuggets (25-31): Attenzione, alla pausa dell'All Star Game buone notizie dal Colorado. Squadra giovane che sta cercando una nuova identità, molto attiva sul mercato, e da valutare quando sarà scoccata la dead line. Nel frattempo coach Malone ha trovato un Nikola Jokic che sta facendo vedere tutto il suo talento, ed un roster che sta iniziando a far vedere qualcosa di positivo. Quanto sia utile per arrivare ai playoffs lo scopriremo dopo il 23 Febbraio, vedi anche alla voce Danilo Gallinari, fermato da un infortunio, l'ennesimo, in un ottimo momento di forma, che pare possa essere messo in qualche trade. IN THE HUNT Le squadre in caccia dei Nuggets sono almeno cinque, guardando i record attuali. E potrebbe diventare una seconda parte di stagione interessante, sei squadre per un posto solo. Iniziando dai Sacramento Kings (24-33), che dipendono da DeMarcus Cousins, e in cui coach Joerger sta cercando di dare ordine, cosa non facile in quel roster. I Portland Trail Blazers (23-33), sembrano aver perso il filo del discorso, specie in Damian Lillard. E C.J. McCollum da solo non basta. Troppi bassi e rarissimi alti, un roster molto bizzarro, a cui si sta cerccando di porre rimedio, se non cambia qualcosa potrebbe essere una stagione deludente. Se i New Orleans Pelicans (23-34) ritrovassero il loro Anthony Davis potrebbero anche diventare davvero pericolosi per quel posto, ma anche qui il cartello lavori in corso svetta sovrano. Così come la continuità di rendimento è il problema dei Dallas Mavericks (22-34) e dei Minnesota Timberwolves (22-35), che hanno talento ed esperienza a cui non riescono a dare solidità.-Doc Abbati-
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