DeAndre Levy non è mai stato un tipo banale. Sia per le giocate che, da linebacker, di volta in volta riesce a mettere sul tavolo di una partita NFL sia per i viaggi e le esperienze fuori dal comune che ama fare (si cerchi su google la foto che lo ritrare fare un giro legato sul tetto di un aeroplano o impegnato in una delle sue numerose "trasferte" nelle foreste sudamericane) sia per l'impegno e l'attivismo in temi sociali.
Negli ultimi due anni, l'ex prodotto di Wisconsin, è stato fermato da diversi infortuni che hanno privato i
Detroit Lions di uno dei migliori difensori della Lega. A ridosso del match con i Jacksonville Jaguars, Levy è tornato ad allenarsi e i tifosi "blu-honolulu" sperano di poterlo rivedere presto in campo a pattugliare la zona dietro la linea difensiva con i soliti ottimi risultati.
Quello che però ha fatto più rumore a livello NFL sono le dichiarazioni che DeAndre ha rilasciato al sito
mensjournal.com che ha dedicato uno speciale all'eclettico difensore dei Lions. In un passaggio dell'intervista, ricordando la sua esperienza a Wisconsin, Levy ha sottolineato di considerare l'
aver spaccato la gamba ad un allenatore avversario come il suo momento più importante nel suo periodo al College.
Messa così la cosa potrebbe ridursi alla classica spacconata da "bullo da NFL" che si gloria di aver fatto male a qualcun altro nell'ambito di un'azione di gioco. Ad aumentare "l'importanza" della vicenda ci sarebbe anche il fatto che quell'allenatore non era uno qualsiasi: stiamo infatti parlando del leggendario
Joe Paterno che Levy, nell'intervista, definisce come un "dirtbag" (la traduzione è facilmente comprensibile...)
L'INFORTUNIO
Joe Paterno ha guidato i Nittany Lions per ben quarantasei anni di fila collezionando oltre 400 vittorie e due titoli nazionali (1982 e 1986); è stato una vera leggenda del football universitario ed è stato spesso considerato come una persona cui ispirarsi e un mentore per i giovani studenti/atleti che han frequentato la prestigiosa Penn State negli ultimi decenni. Nel
Novembre 2006 era, come sempre, sulla sideline a guidare i suoi Nittany Lions quando, durante un match contro Wisconsin, il giovane DeAndre Levy finiva, nel tentativo di placcare un attaccante avversario, direttamente sulla gamba dell'anziano coach rompendogli una gamba (video sotto) e obbligandolo, per le partite seguenti, a guidare la squadra dal press box.
https://www.youtube.com/watch?v=5qA-WjRPUvY
Ma quell'infortunio non era niente rispetto a quello che Paterno avrebbe dovuto subire da lì a qualche tempo.
MOVENTE
Nel 2011, le dichiarazioni di uno dei suo ex assistenti,
Mike Mc Queary scoperchiarono quello che può essere a tutt'oggi considerato uno dei più grossi scandali a livello di sport universitario. A differenza di altre circostanze non furono coinvolti studenti/atleti illecitamente stipendiati o giri di scommesse di alcun tipo. Nel 2002, Mc Queary sorprese fortuitamente
Jerry Sandusky, ex defensive coordinator di Paterno per oltre venti anni e al tempo collaboratore in pensione, mentre
abusava di un bambino di 11 anni nel reparto docce degli spogliatoi delle strutture di Penn State.
Mc Queary rivelò di aver subito avvisato Paterno della vicenda: il coach ritenne di non avvisare la polizia (!!) ma solo i vertici dell'Università. Questi ultimi si limitarono a ritirare le chiavi delle strutture dell'Università a Sandusky e vietarono allo stesso di entrare nei locali universitari con minori (da notare che Sandusky aveva fondato, anni prima, The Second Mile, un'associazione benefica in difesa di giovani che arrivavano da realtà di disagio sociale e violenza). La
vicenda venne incredibilmente insabbiata e Sandusky fu lasciato sostanzialmente libero di continuare le proprie violenze: troppo grosso il pericolo di uno scandalo che avrebbe fatto saltare per aria uno dei più rinomati College d'America (sia a livello sportivo che accademico). La copertura saltò però nel 2010 quando l'FBI, a seguito di altre denunce di violenze su minori, cominciò ad indagare su Sandusky. Ed emerse l'incredibile vicenda di qualche anno prima.
CONSEGUENZE
Nel 2011 lo scandalo scoppiò con tutta la forza possibile e venne portata alla luce una verità fatta di menzogne e insabbiamenti. Tutto il board direttivo dell'Università venne messo sotto accusa e anche Paterno salì sul banco degli imputati per aver coperto (a questo punto non si sa per quanto) un pedofilo come Sandusky. Seguirono inchieste, rapporti FBI, polemiche a non finire.
A seguito del processo,
Sandusky venne
condannato per oltre 50 episodi di violenza sessuale nei confronti di minori ad un periodo fra i 30 e i 60 anni di prigione (a vita, in pratica, vista l'età del soggetto) e i vertici di Penn State saltarono uno dopo l'altro. Presidente, vice presidente e direttore atletico vennero condannati per vari reati connessi alla mancata denuncia di questi atti. Paterno fu sollevato immediatamente dall'incarico di allenatore a metà stagione (nonostante avesse annunciato il ritiro al termine di quell'annata) e quella che era una leggenda divenne, in un solo giorno, uno dei peggiori esempi possibili di omertà.
Nel 2012, a Penn State vennero
revocati tutti i successi dal 1998 al 2011, subì un drastico taglio delle borse di studio disponibili per lo sport (necessarie per attirare gli studenti/atleti più validi in giro per il Paese) e perse la possibilità di partecipare ai vari "Bowl" (le finali del College Football) per alcuni anni. La NCAA poi cancellerà alcune di queste sanzioni due anni dopo fra le proteste di molti appassionati.
Paterno non fece in tempo a vedere la fine della vicenda processuale e morì nel gennaio del 2012, in pieno scandalo, a seguito delle complicazioni legate ad un tumore ad un polmone: la leggendaria aura che circondava la sua figura, i premi, la gloria, se ne erano andati per sempre qualche mese prima e anche le oltre quattrocento vittorie in carriera finivano in un cono d'ombra impossibile da ignorare. Anche la statua che, posta all'ingresso del Beaver Stadium, raffigurava lo stesso Paterno nell'atto di entrare in campo, veniva rimossa subito dopo e sostituita da alcuni alberi.
La presa di posizione di Levy insomma ha riportato alla ribalta uno scandalo dal quale Penn State e il College Football in generale hanno fatto fatica a riprendersi.
Anche a seguito di altre vicende più recenti (si pensi al caso di presunta violenza sessuale di cui fu accusato
Jameis Winston nel suo periodo a Florida State e di come la polizia locale abbia "gestito" la cosa), rimane l'idea che, nell'ambito programmi universitari sportivi, chi governa tali processi e chi ruota ad un determinato ambiente sia a volte pronto a tutto per salvaguardare il buon nome della scuola .
E, paradossalmente, il film "The Program" è ancora più che attuale
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