Serie A 2018/19, cosa ha e non funzionato

Scritto da Marco Tartini  | 
La stagione appena conclusasi può essere uno spunto per delle considerazioni (a mio parere) necessarie. Risulta difficile tracciare un bilancio, ma c’è da dire che le troppe note negative rischiano di sovrastare quelle positive.  

COSA HA FUNZIONATO

Il campionato si è dimostrato assolutamente competitivo, sia ai vertici che ai bassifondi della classifica La favorita all’esordio, l’Olimpia Milano, ha dovuto lottare per tutta l’intera durata della Regular-Season per assicurarsi il primo posto, la lotta playoff si è decisa all’ultima giornata, che ha visto vincitrici Trento, Trieste e Avellino ai danni di Varese, Cantù e Bologna. L’equilibrio ha regnato sovrano per tutte e 30 le giornate, basti pensare che fra la quarta classificata (il Banco di Sardegna Sassari) e la decima (Cantù) la differenza è stata solamente di 4 punti. Nella corsa alla salvezza, invece, la faccenda si è resa più complicata: i risultati sul campo avrebbero dovuto penalizzare Pistoia, ma a retrocedere (e poco dopo fallire) è stata la Fiat Torino, causa disastri societari.  

COSA NON HA FUNZIONATO

I problemi economici delle squadre In diversi momenti della stagione, certe squadre hanno contratto delle problematiche sul piano economico: a turno Cantù, Avellino, Torino e Trieste hanno fatto tremare i propri (e non solo) tifosi. Come detto in precedenza, la complicata situazione torinese ha portato l’Auxilium al fallimento, salvo poi essere “salvata” da Stefano Sardara. L’attuale presidente della Dinamo ha fondato una nuova squadra (denominata Reale Mutua Basket Torino) che l’anno prossimo disputerà la serie A2, evitando così di far ripartire una piazza importante da zero. Cantù è stata messa in una posizione difficile dall’ex proprietario Dmitrij Gerasimenko, salvo poi rialzarsi e mancare per un soffio la qualificazione alla postseason. Trieste, seppur non coinvolta in prima persona, ha passato dei momenti difficili: l’ormai ex presidente Luigi Scavone è stato arrestato a marzo, creando un importante gap nel piano economico. La società, però, si è salvata grazie anche (se non soprattutto) all’attaccamento dei tifosi. Quest’ultimi hanno partecipato a parecchie iniziative, fra le quali la compera di magliette realizzate appositamente per questa “occasione”. Il ricavato totale è stato pari a centinaia di migliaia di euro: dimostrazione di un legame speciale fra tifoseria e società. Avellino ha dovuto combattere per buona parte della stagione contro problematiche di vario tipo (che, fra le altre cose, hanno portato la squadra alla perdita di Norris Cole). Nonostante ciò, è riuscita comunque ad arrivare fra le prime otto e ad impensierire seriamente Milano al primo turno di playoff. I problemi sembravano ormai alle spalle, soprattutto dopo un gran inizio nella sessione di mercato (erano arrivati nomi importanti come Chappell, Obekpa, Taylor), ma, come un fulmine a ciel sereno, è arrivata la notizia di un possibile (e successivamente confermato) campionato 2019/2020 a 17 squadre. La compagine irpina è stata sull’orlo del baratro rischiando l’esclusione anche dalla Serie B, finché il sindaco della città ha deciso di pagare l’intera quota dell’iscrizione al campionato di tasca sua. I casi Nunnally e Pozzecco A testimonianza di un’organizzazione quanto meno rivedibile, ci sono stati due episodi che hanno fatto discutere molto: Ii 4/2/2019 si è giocata a Pistoia arriva l'Olimpia Mlano con l’esordio del neo-arrivato James Nunnally. La partita è stata vinta sul campo 91-81 dall’A|X Armani, ma la vittoria (a tavolino) è andata a Pistoia poiché l’americano ha giocato nonostante dovesse ancora scontare una squalifica risalente al 2016, anno in cui Nunnally giocava ad Avellino. Milano provò a presentare un ricorso, che venne però rifiutato: 2 punti per Pistoia. Un caso analogo è stato quello dell’attuale coach di Sassari Gianmarco Pozzecco che durante la sua ultima esperienza nella massima seria italiana venne squalificato, ma, poiché tutti lo avevano dimenticato, ha esordito in questa stagione contro la Vanoli Cremona. La sconfitta, a differenza dell’episodio precedente, è arrivata anche sul campo (100-105), ma la sconfitta a tavolino (per 0-20) ha comportato un passivo maggiore. I palazzetti Nel corso della stagione, ma principalmente nei playoff, il Taliercio (palazzetto della Reyer Venezia) è stato soggetto di molte critiche a causa della poca capienza, del settore dedicato agli ospiti, ma soprattutto per il caldo che lo contraddistingue. La LBA aveva progettato un rinnovamento e miglioramento proprio dei campi da gioco: l’obiettivo era di arrivare ad avere, nel giro di qualche anno, palazzetti che disponessero di almeno 5000 posti. Quest’idea era mirata ad incrementare la partecipazione dei tifosi e di conseguenza lo spettacolo.

Marco Tartini


💬 Commenti