A Proposito di...James Harden!
Il "Barba" sta giocando una stagione sensazionale tanto che senza di lui Houston non sarebbe dov'è, il GM Morey lo candida fortemente per l'MVP e lui continua a far parlare il campo.
Siamo arrivati al terzo appuntamento con la rubrica A proposito di... e in questa puntata parleremo del giocatore con la barba più famosa del mondo: James Harden.
James Edward Harden Jr nasce il 26 agosto del 1989 a Los Angeles, California.
Figlio di un medico, il padre, e di un avvocato, la madre, James fin dai primi anni scolastici preferisce la palla a spicchi rispetto i libri scolastici. Alle superiori frequenta alla Artesa High School di Lakewood.
La stessa scuola dove usciranno anche Kevin Love e Michael Beasley.
Protagonista assoluto chiude gli anni delle High School con una media di 19 punti, 8 rimbalzi e 3 assist. Il titolo nazionale arriva con un record di 33 vittorie e 2 sconfitte, la finale contro Pump-N-Run è il palcoscenico perfetto per chiudere alla grande: 33 punti e pronto per approdare in NCAA.
Decide di giocare per Arizona State, dovendo difendere il titolo della Pacific Conference, Harden trovamolto spazio e chiude il primo anno con quasi 18 punti di media e porta i suoi al record di 21-13. Arizona però viene esclusa dalla NCAA arrivando quinta nella Pacific-10.
Dopo il primo anno di college, la futura barba più famosa al mondo, inizia la stagione 2008-2009 con un career high di 40 punti contro gli Utep Miners. Dopo la sconfitta contro gli USC Trojans, squadra dove all'epoca giocava l'italiano Daniel Hackett, Arizona viene eliminata dal campionato. Finisce qui la carriera collegiale con una media di 20 punti, 5.6 rimbalzi e 4 assist a partita. Dopo questa annata, Harden si guadagna la copertina di Sports Illustrated e si dichiara eleggibile per il Draft NBA 2009.
25 giugno 2009: Draft NBA. Alla prima scelta assoluta i Los Angeles Clippers scelgono ovviamente il giocatore più quotato: Blake Griffin. Seconda chiamata da Memphis viene scelto Hasheem Thabeet. Successivamente è la volta della neonata Oklahoma City, appena entrata in NBA al posto dei Seattle Supersonics, che visto il binomio di energia e talento (Durant e Westbrook), sceglie James Harden per cercare di formare un trio vincente.
La sua prima stagione da rookie si chiude con 10 punti, 3 rimbalzi e 2 assist a partita, cifre che lo fanno entrare nell'NBA All-Rookie Second Team 2010. La squadra arriva ottava a Ovest e si qualifica ai Playoff. Se arrivi ottavo incontri la prima e quell'anno erano i Lakers di un certo Kobe Bryant, il quale vincere il titolo e fu nominato MVP delle Finals. 4-1 LAK e tanti saluti post-season per il trio Durant-Westbrook-Harden.
Nella stagione successiva gioca tutte le 82 partite di Regular Season, con una media di 12 punti a partita tirando dal campo col 43% e da 3 con un mediocre 35%. La squadra inizia ad ingranare e la coppia Durant-Westbrook, cestisticamente parlando, esplode andando a referto ogni notte con 49 punti complessivi. Alla fine della stagione regolare i Thunder arrivano quarti e sono pronti per i PO.
Al primo turno arrivano i Denver Nuggets del Gallo, ma con un rapido 4-1 Harden & CO archiviano la serie e aspettano la vincente tra San Antonio e Memphis. Quest'ultimi vincono la serie 4-2 e si preparano per le semifinali di conference. Serie molto combattuta che vede trionfare Oklahoma in gara 7, James Harden in quella partita segna 17 punti con 4 triple realizzate. In finale di conference però Dallas, futura vincitrice del titolo, spegne i sogni di gloria dei Thunder e con un secco 4-1 i Mavericks vanno a giocarsi e vincere le NBA Finals contro i Miami Heat. Il trio di Oklahoma viene criticato molto dalla stampa e dagli addetti ai lavori, perchè viene considerato un "run and gun game", un gioco da corri e tira. Oltre l'80% dei tiri complessivi della squadra appartengono al trio e spesso le conclusioni sono azzardate e forzate. Inoltre anche dal punto di vista difensivo Oklahoma fa fatica e alla scarsità a rimbalzo offre agli avversari un facile 1 vs 1.
La stagione 2011-2012 è quella della sua esplosione, diventa infatti un punto fermo dei giovani Thunder che ottengono il secondo record nella Western Conference; è il terzo marcatore del team, dietro a Durant e Westbrook con 16,8 punti di media, più 4,1 rimbalzi e 3,7 assist. Coach Scott Brooks ritaglia un nuovo ruolo a Harden, infatti durante quella stagione non parte più in quintetto ma dalla panchina come sesto uomo.
Viene eletto per la prima volta Miglior sesto uomo dell'anno, diventando il secondo giocatore più giovane ad averlo mai vinto. Il 18 aprile 2012 arriva il suo career high di 40 punti(12/17 dal campo e 11/11 ai liberi in 33 minuti di gioco) nella vittoria per 109-97 contro i Phoenix Suns. Dopo aver subito una commozione cerebrale, tramite una gomitata di Metta World Peace, il quale sostiene che fosse un semplice festeggiamento dopo una schiacciata, Harden rientra per la prima partita dei playoff.
Dopo essersi vendicati per le due eliminazioni dei Playoff precedenti, grazie a un 4-0 rifilato ai campioni in carica Dallas Mavericks e un 4-1 ai Lakers, per gli Oklahoma City Thunder arriva la prima Finale Nba della storia contro Miami.
Gli Heat reduci dalla sconfitta subita nell'edizione precedente per mano dei sopracitati Dallas Mavericks, sono più determinati che mai e diventano i nuovi campioni NBA vincendo la serie in 5 partite.
I Thunder provano in tutti i modi a prolungargli il contratto offrendogli un quadriennale da 55 milioni di dollari, ma ogni trattativa fallisce. Stanco di non vincere i Playoff e stufo di non sentirsi la superstar assoluta della squadra, il 27 ottobre 2012 approda agli Houston Rockets firmando un quinquennale da 80milioni.
Il General Manager Daryl Morey definisce Harden un giocatore fondamentale per far tornare la squadra a competere per il titolo NBA. Il debutto con la sua nuova squadra arriva nella prima partita stagionale, una trasferta vinta contro i Detroit Pistons 105-96, mettendo a referto 37 punti, 12 assist, 6 rimbalzi e 4 palle rubate. Un mese dopo contro gli Atlanta Hawks fa registrare il suo nuovo career high con 45 punti.
Diventa così il quinto giocatore per numero di punti segnati nelle prime due partite (82) di regular season, dietro Wilt Chamberlain (che occupa la prima, la seconda e la quarta posizione) e dietro Michael Jordan.
Viene selezionato per prendere parte all'All-Star Game, che si è disputato presso il Toyota Center di Houston; mette a referto 15 punti, conditi da 6 rimbalzi e 3 assist in 25 minuti.
Il 20 febbraio 2013 aggiorna il suo massimo in carriera, segnando 46 punti alla sua ex squadra: gli Oklahoma City Thunder. Conclude l'anno con 25,9 punti di media, con 4,9 rimbalzi e 5,8 assist in 38,3 minuti. Houston arriva ottava a Ovest e gli Dei del basket al primo turno della post season gli oppongono la sua ex squadra e OKC con un 4-2 non particolarmente impegnativo fanno salutare i Playoff al loro ex sesto uomo, il quale uscirà da quella serie con 26.3 punti, 6.7 rimbalzi e 4.5assist di media a partita.
La stagione 2013-2014 si apre con l'arrivo di Dwight Howard agli Rockets e Harden trova il giusto alleato per arrivare a conquistare quel titolo che tanto lo perseguita. Regular Season da protagonista per Harden che chiude con una media 25.4 punti, 4 rimbalzi e 6 assist in 38 minuti di gioco. Quarti ad Ovest i Rockets trovano al primo turno Portland, avversario sulla carta abbordabile, ma ai Playoff nessuna partita è facile e Harden lo sa molto bene.
Facciamo un salto avanti: siamo a Portland il 2 maggio 2014, i Trail Blazers conducono la serie sul 3-2. 11 secondi alla fine della partita con una discrepanza di 5 secondi fra i due cronometri, 96 a 96, Harden ha la palla per la vittoria, crossover in mezzo alle gambe tiro ed esce.
Lotta a rimbalzo con Chandler Parsons che ha la meglio contro i vari Howard, Robinson, Aldridge e Lopez, facile facile appoggio al tabellone e Houston avanti di 2 a 9 decimi dalla fine. Timeout Portland. Damian Lillard prende un doppio blocco mette i piedi apposto e lascia partire una tripla che dopo il ciuff della retina fa urlare di gioia tutto il Moda Center.
I playoff sembrano una maledizione per James Harden, ogni anno una delusione che continua a far aumentare le critiche su di lui. Considerato un ragazzo spesso indisponente, fuori dalle righe, difensivamente irritante, dalla lingua lunga e dall'ego smisurato: James Harden resta però uno dei migliori giocatori della NBA. In questa stagione sta guidando Houston con 27 punti, 6 rimbalzi e 7 assist di media a una gloriosa corsa ai Playoff e chissà che questa volta sia quella buona. Prima o poi probabilmente diventerà anche lui un Campione NBA, adesso come adesso però può sentirsi comunque soddisfatto per essere l'uomo con la barba più famosa al mondo.
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