Bryant, fighter senza fine: "Rinascerò! Non mollo"
Ieri notte negli States è andata in onda una bella intervista all stella dei Lakers che, ancora una volta, rifiuta l'idea di dover appendere le scarpe al chiodo e usa gli Spurs come riferimento.
È stato uno dei grandi assenti all'ultimo All Star Game ma Kobe Bryant (36 anni) ha avuto tutte le luci dei riflettori la scorsa notte, infatti su NBA TV è andata in onda in prima serata un'intervista intitolata "Kobe: The Interview" con Jon Erlichman (Bloomberg) intervistatore a 360° sul passato, presente e soprattutto futuro dove Kobe vede ancora lontana la fine.
Il "Black Mamba" ha rassicurato i tifosi dicendo che la riabilitazione sta andando secondo la tabella di marcia e che può già tirare, in questa stagione ha giocato 35 partite con 22.3 punti di media e tirando col 37% dal campo (mai cos male in carriera, ndr), stiamo arrivando al capolinea? Guai a chiederglielo, anche perché ha sempre la risposta pronta:
Non posso dire che è la fine! Guardate gli Spurs, sono 20 anni che si continua a dire che sono finiti, vecchi e invece continuano a vincere. Quindi questa è la risposta alla domanda se sto pensando al ritiro, non posso dire che è la fine perché penso che la loro era era finita invece sono ancora qui, spero anche io in una rinascita della mia carriera.A livello di fiducia nei propri mezzi e auto-stima il figlio di Jelly Bean non ha rivali nella Lega, ma prima c'è da sistemare una supercar che negli ultimi anni ha avuto troppi brutti guasti, ogni volta il #24 giallo-viola ha dovuto rimboccarsi le maniche per ritornare, ecco cosa lo spinge
È un processo che devo affrontare, non so se posso, voglio vedere se posso, voglio scoprirlo, quello che sto per fare è fare quello che faccio sempre, ho intenzione di rompere tutto fino ad arrivare al piccolo dettaglio e andare avanti dopo giorno per giorno. Un giorno alla volta.Il che ricorda molto una figura he oggi compie 52 anni alla quale Kobe si è ispirato e non poco durante la sua carriera; durante l'intervista inevitabile una domanda sul rapporto con Shaquille O'Neal:
Amici? No! Mi conoscete, sono uno ossessivo che lavora giorno e notte e lui invece lavorava in maniera diversaInevitabile anche la domanda sul rapporto con Michael Jordan, con Bryant che parte dal primo scontro in carriera in quel di Chicago il 17 dicembre 1997:
Fu una partita divertente, imparai molto quella note soprattutto gli aspetti tecnici di Michael, mi ispirò molto!
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