We're Talking 'Bout: Season 1958/59
Andiamo ad occuparci della stagione 1958/59, quella che vide l'ingresso nella lega di Elgin Baylor, e che diede il via in maniera ufficiale alla Celtics Era, con il primo di otto titoli consecutivi.
La stagione 1957/58 si era chiusa con luci ed ombre per la NBA. Le luci erano chiaramente rappresentate dalle splendide finals giocate tra Boston Celtics ed i vincitori Saint Louis Hawks, e da Bob Pettit, che aveva dato una speranza alla lega dimostrando che i bianco verdi del Massachussets erano anche battibili. Inoltre il gioco offensivo e spettacolare aveva reso la NBA uno sport godibile in televisione, un mezzo che poteva allargare il mercato della lega. C'era inoltre stato un ulteriore incremento del numero degli spettatori nelle arene, con sold out continui per molte delle franchigie.
Le ombre erano rappresentate dal terribile infortunio capitato ad uno dei giocatori più forti e rappresentativi nella lega, Maurice Stokes.
L'ala/centro dei Cincinnati Royals era ricoverato in coma in ospedale e la prognosi era terribile: non sarebbe mai più riuscito a tornare a camminare ed a parlare normalmente. Lo shock per Maurice Podoloff fu notevole. Si cercò di correre ai ripari per cercare di limitare i contatti duri sotto i tabelloni. Il Commissioner decise di intervenire anche sul sistema di arbitraggio, chiedendo che l'uso delle mani nei contatti a rimbalzo venisse sanzionato come fallo.
Ma, come si sa, the show must go on, la NBA non poteva fermarsi nemmeno di fronte a tale tragedia umana oltre che sportiva. Incombeva il draft, che venne regolarmente svolto il 22 Aprile 1958 a New York.
La scelta numero 1 era nelle mani dei Minneapolis Lakers, vista la tragica stagione, a livello sportivo, precedente, che decisero di scegliere la stella di Seattle University, un uomo destinato a scrivere vere pagine di storia nella NBA, con record che sono sopravvissuti fino ai giorni nostri, l'ala Elgin Baylor. Che reiventò completamente quel ruolo, quello dell'ala.
Baylor infatti era in grado sia di giocare ala piccola che power forward. Attaccante feroce, sapeva segnare dalla media e dalla lunga distanza, giocava in penetrazione come una guardia e, se necessario, attaccava e difendeva in post basso. I suoi 196 cm per oltre 105 kg di peso lo resero presto uno degli immarcabili della lega. Ma anche lui dovette fare i conti con The Team.
I Boston Celtics.
Red Auerbach stava costruendo una allegra macchina da guerra cestistica. A completare un roster già decisamente vincente, anche se la sconfitta con gli Hawks nelle precedenti finals aveva creato qualche dubbio, arrivarono K.C. Jones, scelto due anni prima e, cosa che fece molto scalpore all'epoca, come cavallo di ritorno Gene Conley. La cosa che fece scalpore fu che Conley venne momentaneamente strappato alla MLB. Infatti lui era un fortissimo lanciatore in forza ai Milwaukee Braves, con cui aveva vinto le World Series nel 1957.
Auerbach convinse Conley spiegandogli che a Boston avrebbe sicuramente vinto titoli anche nel basket e che, in quel periodo caso abbastanza unico, non avrebbe ostacolato la voglia dell'ala forte dell'Oklahoma di continuare con il baseball. Infatti Conley giocherà più volte in entrambe le leghe, NBA ed MLB, ma mai nella stessa città.
La stagione iniziò ufficialmente il 19 Ottobre 1958, domenica, con la sfida tra i padroni di casa Syracuse Nationals, rinforzatisi con l'arrivo del capo cannoniere della stagione precedente George Yardley, opposti ai Detroit Pistons.
Da subito si capirono due cose.
Intanto il gioco offensivo stava prendendo il sopravvento su quello difensivo, poi i Celtics erano davvero lo squadrone che tutti temevano potessero essere. Lo strapotere fu evidente per tutti. Offensivamente con Bob Cousy, Tom Heinshon e Bill Sharman, senza contare Bill Russell e Frank Ramsay, erano infermabili. La loro media punti volò fino a superare i 116 di media a serata. Ed in difesa erano gli unici, grazie al #6, che quando volevano rendevano inviolabile il loro canestro.
La stagione regolare venne dominata ad Est dai Celtics, appunto, che la vinsero con l'incredibile record di 52-20, ad Ovest dai soliti, anche loro, Saint Louis Hawks, 49-23.
Spinti da Bob Pettit, che vinse il titolo come miglior realizzatore con oltre 29 punti di media, ed il premio come MVP, avevano mantenuto l'ossatura della squadra che aveva vinto il titolo l'anno prima. Anche se qualcosa era cambiato.
Il Coach. A sorpresa dopo le prime dieci partite chiuse con un 6-4 come record Andy Phillip, che aveva sostituito coach Hannum dimessosi dopo la vittoria delle finals, venne allontanato, causa insanabili dissidi con Bob Pettit, ed al suo posto venne promosso Ed Macauley, nella veste di giocatore/allenatore. La cosa non sembrò destabilizzare la franchigia del Missouri che dominò la Division a dispetto di Elgin Baylor.
Il rookie dei Lakers impressionò e non poco. Giocò una stagione da 25 ppg, con anche 15,9 rimb., venne eletto Rookie Of The Year ma sbalordì per le doti offensive. Culminate con la partita del 25 Febbraio 1959 dove, contro i Cincinnati Royals, segnò ben 55 punti.
Baylor e Pettit vennero anche nominati co MVP dell'All Star Game, disputato a Detroit il 23 Gennaio 1959 e vinto dalla Western.
Due giorni dopo quel 25 Febbraio avvenne, però, un evento definibile bizzarro ma che venne gestito splendidamente dal Commissioner.
Il 27 Febbraio al Boston Garden andò in scena un Celtics vs Lakers che entrò nella storia. Intanto per il risultato, 173-139 Celtics, poi per le statistiche, Cousy fece segnare 31 pts e 28 ass, Heinshon ne mise 43, Ramsay 20, il tutto in contumacia Russell. I Lakers sembrarono a tutti una vittima sacrificale, nessuno si occupò di difendere in qualche modo, si correva e tirava. Semrò a tutti più un'esibizione che una vera partita, il poco agonismo la fece da padrone.
La cosa non fu gradita da Podoloff, che dopo aver esclamato la frase “ What???? it's unbelievable”, mandò una sorta di commissione di inchiesta per capire cosa fosse successo. E qualcosa cambiò, perché di li in avanti le franchigie decisero che si poteva anche provare a difendere. Anche perchè l'avvocato di origine Ucraine fu chiaro, minacciando ritorsioni economiche a chi avesse giocato solo per il piacere delle statistiche.
La regular season si chiuse con Boston #1 ad est, davanti ai silenziosi New York Knicks, 40-32, poi i Nationals, 35-37. Ad ovest dietro gli Hawks il vuoto. Lakers secondi ma con un 33-39, terzi i Pistons, 28-44. La terza edizione della disfida Hawks-Celtics sembrava pronta. Sembrava. Perchè se i Celtics ad est pur con qualche fatica di troppo contro Syracuse, del trio Schayes, Yardley e Red Kerr, nelle finali di Division, 4-3 con un 130-125 alla settima, gli Hawks mancarono clamorosamente l'appuntamento.
A sorpesa Elgin Baylor trascinò i suoi Lakers in una clamorosa vittoria 4-2, con tre vittorie consecutive dopo essere stati sotto 2-1, ad oltre 24 punti di media battendo Pettit nello scontro diretto.
Lakers at Celtics alle Finals, la prima volta di una serie che diventerà la rivalità numero 1 della lega.
Ma questa volta la differenza era troppo evidente. Malgrado Baylor.
Troppo squadra i Celtics, quelle finals non ebbero mai storia. Boston vinse 4-0, facendo magari qualche fatica in gara 1 ed in gara 4, ma senza soffrire più di tanto. Nessuno lo sapeva, anche se molti giornali dell'epoca iniziarono a sospettarlo, ma era l'inizio di un epopea. Finita gara 4 Auerbach si accese il suo proverbiale sigaro ed esclamò: “ adesso non fermiamoci più!.”
Arrivederci alla prossima puntata.
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