Hard Drive Team 2019/20: Milwaukee Bucks
Una stagione per redimersi, per prendersi la Eastern Conference e per diventare la contender #1 contro chiunque arrivi dall’ovest. Ci occupiamo oggi dei Milwaukee Bucks
Quando finisci una regular season con il miglior record della lega, 60-22, il tuo coach vince il premio di Coach of the Year, e la tua super stella viene nominato MVP, perdere alle finali di Conference dopo che stavi vincendo 2-0 e sembravi avere il totale controllo della situazione, ti si viene a creare una delusione enorme. I Milwaukee Bucks a Maggio, sono riusciti in una settimana o poco più a rovinare tutto quello che avevano fatto di positivo fino a quel momento. Ed era tanto. Il miglior basket offensivo, ed a tratti quello difensivo, l’idea di essere difficilmente battibili, e di avere un giocatore infermabile a roster, la cui presenza, da sola, è bastata per lunghi tratti a spaventare le altre franchigia della lega. Poi appunto la caduta.
E cadere da così in alto, quando, anche con ragione, ti stavi sentendo ad un passo dal raggiungere il risultato minimo, può avere dei contraccolpi notevoli. Chiaro che in questa stagione la franchigia del Wisconsin avrà addosso l’interesse di tanti dentro la lega. Perchè parte con i favori del pronostico per essere una delle due squadre presenti alla finale di Conference. Non raggiungerle potrebbe essere considerato un mezzo fallimento.
E Jon Horst, G.M. dei Bucks, si è mosso in estate mantenendo una sorta di zoccolo duro del gruppo, senza incorrere in trade che potessero sconvolgerlo, muovendosi per mettere a roster giocatori di esperienza, dei veterani insomma, che possano rendersi utili da subito, ed allungare le rotazioni per garantire un certo livello di intensità di gioco in ogni momento della partita. Mossa che è chiaramente pensata anche per la post season, dove avere a roster chi sa giocare momenti decisivi è discretamente importante.
COACH: Mike Budenholzer è arrivato sul lago Michigan con idee chiarissime. Le ha messe in pratica, è riuscito a farsi ascoltare immediatamente da tutti, vista anche la grande considerazione che ha all’interno del mondo NBA, ed ha portato a casa il risultato massimo, almeno in regular season, con il premio di C.O.Y. annesso. L’ eliminazione, per quanto bruciante, deve servire da lezione a tutti, compreso coach Budenholzer. Di sicuro non è venuta meno la stima che di lui hanno in questo gruppo. Adesso avrà un roster più ampio su cui lavorare, potrà permettersi maggiori rotazioni e far riposare di più i giocatori di primo piano. Anche per lui una stagione molto importante.
CONFERMATI: Bisogna scrivere qualcosa su Giannis Antetokounmpo? Anche no. MVP meritato, quest’estate, malgrado l’ aver voluto giocare i mondiali FIBA, si vede che ha lavorato per limare il suo difetto maggiore, il tiro da tre. Se lo trovasse con continuità sarebbero dolori per tutti. Khris Middleton ha giocato una stagione meno prolifica ma più da uomo squadra. La giusta cosa se si vuole pensare a vincere. Giocatore importante in questo sistema, subito apprezzato dal coach per quello che fa. Brook Lopez si è scoperto sempre più tiratore da oltre l’arco e sempre meno centrone da post basso. Involuzione o evoluzione sarà il campo a dirlo.
Ma in questo sistema utilissimo. George Hill ha ritrovato il suo gioco, tornando ad essere un importante uomo dentro un roster che gioca per vincere. Pat Connaughton ha trovato molto spazio nel suo primo anno a Milwaukee. Giocatore di grande sostanza, sempre in movimento, bel tiro. Dopo tanti anni, e tante squadre, in questa lega, Ersan Ilyasova si sa cosa possa dare, in una franchigia che gioca per vincere. Uno che sa sempre farsi trovare pronto quando serve. D.J. Wilson ha guadagnato considerazione nelle rotazioni per via del suo atletismo. Altro ragazzo che piace molto al suo coach. Discorso identico per Sterling Brown, che è anche un uomo di carattere, cosa da non sottovalutare in questa lega. E Donte DiVincenzo ha recuperato dall’infortunio che ne ha limitato le azioni nella stagione da rookie. Attaccante, tiratore, ragazzo che ha voglia di emergere e che saprà rendersi utile.
NUOVI ARRIVI: Robin Lopez raggiunge il gemello Brook, tornando a giocare con lui come successo a Stanford. Difesa, rimbalzi, capacità di giocare pick and roll il pezzo forte della casa. Kyle Korver arriva per portare, come sempre, tiro, tiro e ancora tiro. All’ultimo giro di ballo della sua carriera. Wesley Matthews è un gran bell’acquisto per questa organizzazione.
Che parta in quintetto o entri dalla panchina è giocatore affidabile e produttivo. Ma soprattutto uno che non scene di rendimento nella post season. Dragan Bender è entrato nella NBA con molto hype, salvo poi non andare oltre ad una onesta presenza in campo. Ed è per questo che è qui. Giocare qualche minuto, segnare punti, prendere rimbalzi e magari anche del lavoro sporco. Ma su quest’ultima voce l’arrivo di Thanasis Antetokounmpo è una certezza. Di sicuro non lo stesso talento del fratellino, ma messo nel giusto contesto può rendere tanto.
DUE PAROLE SU: Eric Bledsoe e chi altri. Dipendesse dal suo ego sarebbe un All Star ogni anno, poi questo si scontra con i suoi alti e bassi in campo. Siamo al giro di boa della sua carriera, adesso è il momento di crescere come uomo oltre che come giocatore e capire che il proprio ruolo non è quello che si crede di avere in campo, ma quello che ti viene dato. Specie se vuoi vincere.
PCT. PLAYOFFS: 85%- Post season che verrà raggiunta con grande facilità, bisogna solo capire quale sarà la posizione dei Bucks alla fine della regular season.
Arrivederci a domani con i Golden State Warriors
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