Hard Drive Team 2016/17: Los Angeles Clippers
E come ogni inizio di stagione NBA la domanda su che cosa combineranno i Los Angeles Clippers sorge abbastanza spontanea. La squadra padrona di Hollywood da qualche anno a scapito dei ben più illustri cugini, si trova sempre nella condizione di essere vista come una probabile contender, ma di dare l'idea che manchi sempre qualcosa per arrivare alla fine del viaggio. Ed anche questa stagione non sembra così diversa dalle altre.
Coach Doc Rivers è reduce dall'anno domini 2015/16 in cui, alla fine, la delusione è stata cocente. Solita ottima regular season, 53-29, ma playoff tragici, con eliminazione al primo turno da parte dei Blazers non di certo pronosticabile ed auspicabile. Una sorta di fallimento, insomma. Certo che durante l'anno gli avvisi che non fosse una stagione così propizia per migliorarsi sono comparsi come proiettili nella Colt di Tex Willer. Non fosse altro che per lungo tempo il nome Clippers è stato associato all'episodio di Gennaio a Toronto tra Griffin ed il magazziniere. Poi tante altre piccole cose che hanno disturbato il cammino della L.A. biancorossoblu.
Eppure coach Rivers era anche riuscito a far giocare bene i Clippers in contumacia Griffin, secondo qualcuno anche “meglio” che con la presenza del prodotto di Oklahoma in campo. Ed è chiaro che tipo di polemiche siano sorte con l'eliminazione subita in concomitanza con il rientro del PF titolare. Tanto è vero che si sono inseguiti rumors di possibile, ma poco probabile, trade in cui Griffin doveva essere inserito. Ma così non è stato, anzi Rivers ha difeso il proprio giocatore a spada tratta, ha deciso di tentare l'ennesimo assalto al titolo mantenendo invariata l'ossatura del roster. Probabilmente l'idea dell'ex coach dei Celtics è che in mancanza di un vero up grade perché privarsi di un giocatore che comunque conosce a perfezione i meccanismi della squadra. Sperando che magari riesca a fare quel passo in avanti per colmare le evidenti lacune in alcuni frangenti del gioco.
Poi fino a che c'è Chris Paul nel roster c'è speranza. E' lui l'anima, il cuore, il cervello dei Clippers. Tutti sulla barca che guida il miglior PG puro della lega. Inutile perdere tempo in altrettanto inutili descrizioni. Se non conoscete Paul che ci fate su una pagina NBA? Il suo difetto è quello, purtroppo, di non essere contagioso. Perchè quello spirito in quella franchigia servirebbe a molti. Ad iniziare appunto da Blake Griffin. Come abbiamo detto è rimasto, avrà addosso un mirino puntato come mai nella sua vita e quest'anno non può fallire. Siamo quasi sicuramente all'ultima chiamata per lui.
Vediamo come risponderà, specie a livello attitudinale. Così come è abbastanza inutile parlare di DeAndre Jordan. Anche qui si conosce tutto di lui. Migliorasse i liberi, riuscisse a pensare che difendere non è solo stoppare, trovasse continuità mentale in campo farebbe un salto di qualità incredibile. Come abbiamo scritto le conferme nei Clippers sono state tante. J.J. Redick, solito tiratore incredibile, solito calo nei playoff la scorsa stagione, Jamal Crawford, ego smisurato, grandissimo attaccante che forse sta facendo fatica a capire che sta invecchiando anche lui, ed anche lui con la sinistra abitudine a sparire nei playoff quando conta. E' rimasto anche Luc Mbah a Moute. Sorpresa positiva lo scorso anno, utilissimo in difesa, a rimbalzo e capace di mettere anche un tiro decente dal perimetro. Comunque un altro che da il 120% ogni sera. Wesley Johnson ha fatto una stagione da.....Wesley Johnson, niente di più niente di meno. E questa sua incapacità a crescere e modificarsi un attimo è il suo problema.
Anche Austin Rivers fa ancora parte dei Clippers di papà Doc, e lui ha dimostrato di giocare qui per meriti sul campo, non per parentele alto locate. Oltretutto Rivers Jr. è uno di quei giocatori che riesce sempre a mettere su qualcosa di nuovo ogni anno. Parliamo anche di Paul Pierce. Il veteranissimo la scorsa stagione ha dato un apporto esiguo, mai gli era successo di girare a ritmi così bassi nella sua carriera. E mi viene difficile pensare a come potrebbe fare per migliorarsi quest'anno. Ma The Truth potrebbe avere ancora qualche freccia nel suo arco. Alla voce arrivi troviamo Brandon Bass, Raymond Felton ed Alan Anderson. Bass è una certezza sotto canestro indipendentemente dalla canottiera usata per scendere in campo. Difesa, rimbalzi, punti, può tornare davvero utile. Così come Anderson, difesa, tiro perimetrale, voglia di giocare. Se il fisico tiene troverà minuti. Felton è in una fase ondeggiante della carriera. Comunque un attaccante, non di certo un PG classico, ma che potrebbe anche ritagliarsi uno spazio importante a Los Angeles. Dal draft sono arrivati con la #25 Brice Johnson e con la #40 Diamond Stone. Johnson è un lungo atletico, rimbalzista come pochi altri nella NCAA, con anche punti nelle mani.
Si pensava potesse essere scelto anche più in alto, ma l'attitudine al gioco non è così entusiasmante. Stone ha caratteristiche simili, meno forza a rimbalzo, più tecnica offensiva. Vedremo quanto spazio troveranno come back up dei lunghi titolari. Chiudiamo con Marresse Speights. Arrivato dai Warriors dopo due discrete regular season, ma pessimi playoff, è un giocatore con un mano incredibile per i cm che si porta dietro, che però ha l'insana abitudine di tirare verso il canestro tutto quello che gli viene messo in mano, crediamo compresi asciugamani, sedie ed altro. Certo giocare con Paul potrebbe aiutare non poco, comunque sarà bello vedere il pick and roll con questi due coinvolti.
% Playoff: 85% - Come per altre squadre il problema è non se ci vanno ma in che posizione si troveranno per la griglia playoff.
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