Julius Randle e la rinascita dei New York Knicks

I New York Knicks si trovano al 6° posto nella Eastern Conference: vediamo i protagonisti di questo successo, a partire da Julius Randle ma non solo...

Scritto da Valentino Aggio  | 

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I New York Knicks si trovano al 6° posto nella Eastern Conference: vediamo i protagonisti di questo successo, a partire da Julius Randle ma non solo...

In una Eastern Conference non troppo competitiva i New York Knicks si trovano al 6° posto con un record di 14-16 dopo quasi metà stagione. Visti i risultati scadenti degli ultimi anni, questo record fa certamente notizia nella Grande Mela. La squadra di coach Tom Thibodeau, unica vera firma di rilievo della offseason newyorkese, sta stupendo sia gli addetti ai lavori che i tifosi. 

Parliamo di numeri
Nonostante un Offensive Rating (punti fatti per 100 possessi) non eccellente di 108.2, che vale il 24° posto all'interno della Lega, i Knicks sono la terza miglior difesa stando al Defensive Rating (punti concessi per 100 possessi) con "solo" 108.3 punti concessi, dietro solo ai Los Angeles Lakers e Utah Jazz. Tornando sulla fase offensiva, i Knicks sono anche la squadra più "lenta" della NBA, ovvero la squadra che gioca meno possessi nell'arco dei 48 minuti.

Tutte queste statistiche hanno caratterizzato la carriera di Thibodeau, noto nella Lega per la sua abilità nel migliorare la difesa e per un gioco più "vecchia scuola" in attacco. Infatti i Knicks sono penultimi per triple tentate a partita (27.7) nonostante la presenza nel roster di buoni tiratori, come Reggie Bullock o Alec Burks.

Julius Randle versione All-Star
Non ci sono dubbi: il protagonista assoluto della ritrovata competitività dei Knicks è Julius Randle, alla sesta stagione in NBA. Le medie del prodotto di Kentucky University sono da capogiro: 23.2 punti di media, 10.9 rimbalzi e 5.5 assist a partita. Ovviamente tutte queste statistiche sono al massimo in carriera, ma tra queste spicca il dato degli assist: in questa stagione il numero degli assist supera di ben 2.5 la media in carriera (3.0). Un'altra statistica che fa sorridere i Knicks è senza dubbio la percentuale nel tiro dalla lunga distanza: il nativo di Dallas tira con il 40.7% da tre punti su 4.8 tentativi a partita. L'attacco passa quasi sempre dalle mani del proprio #30, che sta dimostrando una grande maturità ed ottima intelligenza cestistica nelle scelte, l'aumento del numero degli assist ne è una prova. Senza dubbio quest'anno il classe ‘94 si merita una chiamata all’All-Star Game.
Prendendo la miglior partita giocata finora da Randle, ovvero la vittoria 123-112 contro gli Atlanta Hawks di qualche sera fa, possiamo trovare tutti i pregi elencati in precedenza sul giocatore. Il talento offensivo è fuori discussione (44 punti in 40 minuti), così come l'abilità di andare a rimbalzo. Migliorate sono anche le percentuali al tiro libero (9/12 e 80% in stagione).

Giovani tremendi
Di certo Randle non è l'unico motivo per questa ottima prima parte di stagione di New York: il gruppo di giovani dei Knicks è a dir poco invidiabile. Partendo dal personaggio forse più ovvio, Immanuel Quickley. Il rookie uscito da Kentucky ha fatto storcere il naso a molti quando New York lo ha scelto alle 25 lo scorso draft. Considerato un giocatore ancora acerbo fisicamente e da utilizzare lontano dalla palla, Quickley si è dimostrato un abile difensore nonostante lo svantaggio fisico ed ha dato sprazzi di talento anche dal palleggio. Ovviamente, non è solo il rookie a giocare bene.

RJ Barrett è migliorato visibilmente nella sua seconda annata: oltre ad avere aumentato i punti di media, Barrett ha migliorato la percentuale al tiro, così come i rimbalzi e gli assist. Stessa storia per Mitchell Robinson, che non potrà prendere parte alle prossime partite a causa di un infortunio alla mano. La crescita di questi giocatori verrà sicuramente aiutata dal nuovo arrivato in casa Knicks, Derrick Rose, al secondo capitolo nel Madison Square Garden.


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