Evolution Ranking (Dicembre 2019)

Secondo mese completo di Regular-Season e seconda puntata del nostro Evolution Ranking, graduatoria semi seria delle franchigie NBA divise per Conference

Scritto da Doc. Abbati  | 

Secondo mese completo di Regular-Season e seconda puntata del nostro Evolution Ranking, graduatoria semi seria delle franchigie NBA divise per Conference, facendo una comparazione tra aspettative e risultati fino a qui ottenuti. Il problema è che ci sarebbe da scrivere su qualche squadra pochissimo e su qualche altra dei tomi biblici, ma non credo di avere così tanto spazio, per cui andiamo con le classifiche.

EASTERN CONFERENCE

1) Boston Celtics (25-9): Tatum continua a studiare per diventare uno dei migliori giocatori di questa lega, con grande profitto, Stevens è già uno dei migliori coach, malgrado il tentativo di farlo passare per inetto durante la scorsa stagione. Il risultato è visibile a tutti, e attenzione a Jaylen Brown

2) Milwaukee Bucks (32-6): Ma come li avete messi dietro? Ebbene sì, anche se stanno giocando come degli orologi greci e sembra che nessuno possa scalfirne la grande bellezza. Sembra.

3) Toronto Raptors (24-13): In questa parte della stagione sarebbe bene ribattezzarli Toronto General Hospital per il numero di infortunati, e si un General Hospital c’è sempre in qualsiasi metropoli del Nord America. Ma malgrado una injuried list lunga come una coda sulla Salerno-Reggio Calabria ad Agosto, sono sempre ai vertici della Conference.

4) Indiana Pacers (23-14): Abbiamo parlato di infortuni? Perchè anche ad Indianapolis qualcosa potrebbero raccontarcela. Ma questo non sembra demoralizzare i ragazzi di coach McMillan, uno degli allenatori più sotto stimati della NBA. E stanno giocando anche bene.

5) Miami Heat (26-10): Restano per certi versi sorprendenti, specie per come tutti stanno giocando da vera squadra, e qui la mano di coach Spoelstra si vede. Certo che vedere Butler versione educando mi fa un certo effetto.

6) Charlotte Hornets (15-24): Squadra giovane, che fa errori da squadra giovane, ripetizione voluta, ma che sta facendo crescere giovani che hanno voglia di arrivare in alto. Se limitano i passaggi a vuoto possono diventare competitivi in fretta. Ho già scritto Giovane/i???

7) Orlando Magic (17-20): Hanno iniziato come un motore diesel degli anni 80, poi, una volta accese le candelette, stanno reiniziando il discorso aperto la scorsa stagione. Atletici e lunghi come poche altre squadre nella lega, particolare da non sottovalutare.

8) Philadelphia Sixers (24-14): Dopo averli visti a Natale sculacciare i fenomenali Bucks, mi aspettavo qualcosa di più alla voce gioco e continuità. Di certo una panchina non lunghissima, eufemismo, non aiuta. Poi se si inizia anche a praticare la teoria del lamento piangendosi addosso non va benissimo.

DELUSIONE
Brooklyn Nets davanti a tutti. Kyrie Irving sta diventando più che un equivoco, ma, #11 a parte, si nota una involuzione sospetta in questi Nets. Ma potrebbe essere solo un momento di assestamento.

WESTERN CONFERENCE

1) Los Angeles Lakers (30-7): Superato bene il primo vero momento di difficoltà concomitante con le feste Natalizie, anche lì qualche panettone di troppo? Certo che lo 0-2 nei derby crea qualche fastidio, soprattutto a me, e sarebbe carino evitare le polemiche su trade, social e altre amenità similari.

2) Utah Jazz (24-12): Il segreto di questo strepitoso periodo Jazz si chiama Joe Ingles. Schierato da point forward dispensa scienza cestistica, cosa che serviva a coach Snyder, con buona pace di Conley. Perchè le squadre operaie su di me hanno sempre un certo fascino.

3) Denver Nuggets (25-11): Udite, udite, Nikolone nostro ha deciso di riprendere a giocare da possibile MVP. E visto che già prima non è che non si facessero notare, il miglioramento è interessante. Poi mi verrebbe da citare, incrociando tutte le dita possibili, Michael Porter Jr.

4) Dallas Mavericks (23-13): Anche loro usciti bene dall’infortunio del veterano sloveno. Che comunque tende in questa fase della stagione a pontificare basket con una semplicità imbarazzante. Dimostrando ogni tanto, per fortuna, di essere umano. Ed alla voce coach cosa diciamo di Rick Carlisle??

5) Oklahoma City Thunder (21-16): Pronosticatori NBA che si staranno stracciando le vesti nel vedere questi Thunder, dati come un’accozzaglia di perdente con qualche giovane di (forse) belle speranze, nelle prime otto della Western. E che forse Donovan come coach qualcosa vale ma che una scomoda presenza negli scorsi anni fosse……..

6) Houston Rockets (24-11): Devo dire che non ci credevo, e ancora faccio fatica a farlo, ma dopo un periodo di assestamento il duo Harden-Westbrook sembra funz….., no, non riesco a scriverlo. Però sono lì, ed il supporting cast ci riesce a mettere del suo. Notizie solo positive per chi ama i Rockets

7) Los Angeles Clippers (26-12): Lati positivi, sono 2-0 contro i Lakers e per molti basta e avanza. Certo che alcune battute a vuoto, anche con il #2 ed il #13 sul parquet, fanno si che ci si ponga delle domande così come ha fatto Harrell. Poi l’idea di giocare con la maglia dei mitici Buffalo Braves ha portato anche un pochino iella, ma va bene così.

8) Memphis Grizzlies (16-22): Altra squadra che secondo me non avrebbe avuto voce in capitolo, altri ragazzi che, grazie al loro talento ben guidato da coach Jenkins, stanno facendo molto di più di quanto richiesto. E si divertono anche a giocare insieme, eventualità da non sotto valutare.

DELUSIONE
I Portland Trail Blazers sembrano allo sbando totale. Qualche vittoria che sembra frutto del caso, e del talento individuale, ma poco gioco di squadra, poca voglia di passarsi il pallone e troppe voci su trade, che non fanno bene all’ambiente. In cui, casualmente, è arrivato Carmelo Anthony. Ma è una casualità sia ben chiaro.

 


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