NBA, Mitchell parla della notte dell'11 marzo
In un'intervista esclusiva a Bleacher Report l'ala dei Jazz è tornata sulla notte che fermò l'NBA e lo sport USA raccontando dei retroscena,
In un'intervista esclusiva a Bleacher Report l'ala dei Jazz è tornata sulla notte che fermò l'NBA e lo sport USA raccontando dei retroscena.
L'11 marzo 2019 resterà nella storia dello sport business americano, la notte in cui tutto si fermò causa emergenz COVID-19, sarebbe dovuta essere una normale notte di Regular-Season NBA con gli Utah Jazz opiti degli Oklahoma City Thunder in un match importante nella corsa Playoffs ad Ovest, invece la psositività di Rudy Gobert (28 anni) costrinse tutti allo stop.
Donovan Mitchell (23 anni) a Bleacher Report ha parlato di quella notte e di alcuni retroscena:
Eravamo carichi per quella partita, sapevamo che Rudy non sarebbe stato dei nostri perché era ammalato. Entrammo in campo, riscaldamento, tutto come sempre. Pensavo fosse entrata l'FBI in campo, ci fecero tornare negli spogliatoi dicendoci che Rudy aveva contratto il virus e piombò il silenzio, fu spaventoso.
Mitchell ha parlato anche del post-partita perché i Jazz erano ospiti ad OKC e del suo test:
Dovevamo cercarci un hotel perché quello in cui eravamo era in quarantena, nessun hotel ci voleva. Poi quando vidi gli ispettori sanitari arrivare con le tute protettive, le mascherine, i guanti capimmo che eravamo dentro. La mattina dopo scoprì che ero positivo anche io, una delle esperienze più spaventose della mia vita. La mia preoccupazione più grande era che avevo appena visto mia madre e mia sorella, 4/5 giorni prima.
Tornai a casa, mi misi in auto-isolamento nel seminterrato dove non ho finestre, ci rimasi 10/11 giorni.
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