NFL Friday Night Lights #10: Il lungo addio di Oakland
E' di ieri l'annuncio dell'addio degli A's (MLB) direzione Las Vegas che sancisce il definitivo deserto sportivo per la città californiana
E' di ieri l'annuncio dell'addio degli A's (MLB) direzione Las Vegas che sancisce il definitivo deserto sportivo per la città californiana
IL PASSATO
C'è stato un tempo in cui Oakland era realmente una delle capitali sportive degli Stati Uniti. Lasciate perdere i grossi centri come Los Angeles, New York o Chicago; con i suoi “appena” 400.000 abitanti, Oakland è stata uno dei centri di maggiore interesse a livello sportivo con squadre eternamente competitive.
Pensiamo ai Raiders di Al Davis, uno dei proprietari più rivoluzionari della storia NFL, capaci di vincere due titoli NFL nel 1976 e 1980. Anche dopo il trasferimento a Los Angeles (1981 - 1995 con il titolo del 1983) e il nuovo ri-trasferimento a Oakland (1995), i Raiders sono stati l'emblema di una cultura west coast con un tifo affezionatissimo e molto legato alla storia della squadra. Poi negli anni 2000, dopo un Superbowl perso nel 2003 contro Tampa Bay, il lento declino conclusosi con il trasferimento a Las Vegas del 2019
Pensiamo ai Golden State Warriors. Un titolo NBA negli anni 70 (1975) e altri tre nell'epoca d'oro di Steph Curry, Klay Thompson, Draymond Green (e Kevin Durant, ndr) prima del trasferimento a San Francisco, dall'altro lato della Baia (con un altro titolo arrivato nel 2020). Pochi chilometri, un semplice ponte di distanza ma tutta la differenza del mondo.
E infine gli A's. Quelle due lettere gialle sul campo verde sono parte della storia del Baseball USA al pari della NY degli Yankees, la P gialla dei Pirates, il Sox dei White Sox o la B dei Redsox. 3 titoli di fila negli anni '70 (1972-1973-1974), altro titolo a fine anni 80 (1989) e squadre sempre competitive anche quando i soldi cominciavano a mancare (Moneyball docet). Fino a ieri, con il trasferimento a Las Vegas previsto nel prossimo futuro
IL FUTURO
Il perchè degli addii è anche la ragione per cui il futuro non sembra così roseo. Raiders, A's e Warriors han lasciato Oakland per motivi di “stadio”. Semplicemente non si è trovato (voluto trovare?) il modo di costruire nuovi impianti maggiormente in linea con i tempi. Braccino corto dei proprietari? Amministrazione comunale poco convinta di utilizzare fondi pubblici nella cosa? Il dibattito sarebbe infinito e non servirebbe probabilmente a nulla.
Quello che è successo a Sacramento (con il sindaco, ex star NBA, Kevin Johnson, che è riuscito a “salvare” i Kings da un trasferimento dato praticamente per certo a metà anni 2000) non è avvenuto ad Oakland. Per alcuna delle tre squadre presenti.
Vedere i Raiders giocare in uno stadio di Baseball (l'obsoleto Oakland Coliseum) o vedere gli A's con lo stadio perennemente vuoto per gli scarsi investimenti nella squadra dell'attuale proprietà, sono stati elementi fondamentali che hanno portato alla “relocation”.
E così per Oakland, una città “piccola” da sempre in grado di farsi sentire fra le grandi metropoli americane a livello sportivo, cala la notte sportiva.
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