NBA, J.R Smith e la lotta alla depressione

Dopo più di un anno di inattività J.R Smith (34 anni) tornerà a giocare e lo farà con i Lakers, un J.R che ha vissuto un momento molto difficile prima della chiamata dei giallo-viola.

La rinuncia di Avery Bradley (29 anni) per J.R Smith è stata la proverbiale "manna dal cielo", l'ex New York e Cleveland era sparito dai radar NBA dopo la burrascosa rottura con i Cavaliers avvenuta a novembre 2018, si è allenato per un po' ma non riceveva interessamenti fino a settimana scorsa quando i Lakers lo hanno chiamato per la rpartenza (CLICCA QUI per leggere).

Smith tornerà a giocare in un ambiente competitivo che punta al titolo, un'incentiva motivazione sopo un periodo molto buio, in un'intervista rilasciata a Dave McMenamin (ESPN) l'ex Hornets ha ammesso che ha dovuto fare i conti con una profonda depressione nel suo periodo di fermo:

Sono stato depresso per molto tempo, per fortuna sono riuscito a risolvere almeno in parte i problemi qualche mese fa. Non mi andava di fare nulla, anche la cosa più banale: non giocavo neanche ad NBA 2K malgrado fossi un grande appassionato di videogiochi. Non volevo sentire nulla che mi facesse pensare al basket.

Ma adesso vuole godersi il ritorno

Sono stato nel giro della Lega per la maggior parte della mia vita e quando questo ti viene portato via ti dà quel tipo di shock culturale e ovviamente non capisci quello che hai perso fino a quando non lo hai perso. Quindi per me, più che altro, voglio solo godere il momento per quello che è, che sia l'anno prossimo o mai più, voglio solo godermi ogni momento possibile che ottengo.

Coach Frank Vogel ha elogiato le doti balistiche di Smith soprattutto l'arte nel crearsi e segnare canestri dal nulla:

Ehi, il suo soprannome è "Swish" per una ragione, giusto? È uno "Shot-Maker", un "Big Shot-Maker", come ho detto, sembra che sia in ottime condizioni fisiche. E come ho detto da sempre, penso che ci aiuterà davvero.