NBA Hall Of Fame 2023: Gasol per Kobe, Wade per Iverson, il messaggio di Popovich
A Springfield si è temuta la cerimonia ufficiale dell'introduzione della classe 2023 nell'arca della gloria, riviviamo i momenti più belli
A Springfield si è temuta la cerimonia ufficiale dell'introduzione della classe 2023 nell'arca della gloria, riviviamo i momenti più belli
Nella notte si è tenuta a Springfield l'introduzione nella Hall Of Fame della classe 2023 composta da Tony Parker, Pau Gasol, Dirk Nowitzki, Dwyane Wade e Gregg Popovich.
Hall Of Fame 2023, i discorsi
Dwyane Wade
L'ex leggenda di Miami è stata introdotta da Allen Iverson, presente in abito nero con l'iconico #3 Heat cucito sulla schiena, e proprio ad A.I Wade ha speso parole d'amore: “Vestivo la manica lunga perché lo facevi tu, sei la cultura, ti ringraziamo e ti amiamo”. Parole anche per LeBron James: “L'ho visto non prendersi una sola notte libera dall'essere eccezionale” e infine una battuta su Dirk Nowitzki: “Io e Dirk siamo in terapia (riferendosi alel Finals 2011), chi l'avrebbe mai detto che un giorno saremo finiti nello stesso team (HOF)?”
Pau Gasol
Tra i momenti più toccanti sicuramente il discorso dello spagnolo con la dedica all'ex amico e compagno di squadra Kobe Bryant: “Per questo ho conosciuto la persona che ha elevato il mio gioco come nessun altro; che mi ha insegnato cosa serve per vincere ai massimi livelli; che mi ha mostrato quanto bisognava lavorare duramente e la mentalità che bisognava avere per essere i migliori; l’impegno che bisognava prendere; cosa significava e cosa serviva per essere un leader: Kobe. Non sarei qui senza di te, fratello. Vorrei più di ogni altra cosa che tu e Gigi foste qui con noi oggi. Mi manchi e ti voglio bene”
Dirk Nowitzki
il Tedesco ha ringraziato invece tutte le persone che gli sono state accanto e che hanno contribuito alla sua grande carriera, dai parenti fino alle amicizie con Jason Kidd e Steve Nash entrambi presenti alla sua introduzione, al canadese: “Significa il mondo per me e tu sei stato un grande modello per me. Il miglior compagno di squadra che abbia mai avuto. Sei sempre stato positivo, mi hai sempre incoraggiato. Ci siamo fatti il culo di notte, siamo tornati in palestra e sei diventato un amico per la vita”. E chiaramente Mark Cuban: "Hai un cuore enorme e mi hai insegnato molte lezioni di lealtà. Ricorderò sempre quando hai comprato la squadra e sei arrivato al tuo primo allenamento, hai detto: "Giochiamo uno contro uno". Naturalmente, gli ho schiacciato in testa. Da allora abbiamo avuto una grande amicizia e relazione. Grazie per tutto quello che hai fatto per me e per la mia famiglia".
Gregg Popovich
La grande attesa era per l'attuale coach dei San Antonio Spurs Gregg Popovich introdotto da David Rabinson, Tim Duncan, Manu Ginobili e Tony Parker. Pop, con la solita classe che lo contraddistingue, ha dichiarato subito in partita “Non sono un ragazzo da Hall of fame” per poi ringraziare l'organizzazione degli Spurs, Red McCombs (imprenditore che poetò gli Spurs a San Antonio) indicandolo come mentore, ed infine l'importanza delle relazioni umane con i suoi pretoriani.
La chiusura del discorso è in pieno stile Popovich: “Ho aspettato tanto tempo e adesso posso dirlo: NON SONO FINITO”
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