Milano, che umiliazione…ancora! Spagnolo & Procida guidano l’Alba
Per il quarto anno consecutivo l’Olimpia non riesce a vincere all’Uber Arena, beffata dalla super coppia Procida-Spagnolo: le considerazioni
Per il quarto anno consecutivo l’Olimpia non riesce a vincere all’Uber Arena, beffata dalla super coppia Procida-Spagnolo: le considerazioni
L' Olimpia Milano dopo un primo tempo chiuso a +12, durante il quarto quarto va in completo blackout e si lascia rimontare dall'Alba Berlino. I padroni di casa dopo aver ricucito lo svantaggio, strappano l'overtime e poi si aggiudicano il match 105-101, guidati fino alla fine dalle prestazioni illuminanti di Matteo Spagnolo e Gabriele Procida. Il duo italiano regala ai propri tifosi una vittoria insperata alla vigilia della partita, considerando le pesanti assenze con cui l'Alba si presentava al campo.
Alba Berlino-Olimpia Milano, le considerazioni
- Il più grande demerito dell'Olimpia è non essere mai riuscita a chiudere la partita assestando il colpo di grazia agli avversari. Ad inizio quarto quarto, infatti, al posto di rallentare e gestire il vantaggio, gli uomini di Messina sbagliano in impostazione e in difesa: nascono così palle perse e canestri facili per l'Alba che recupera presto terreno. Ennesimo finale di partita sciagurato per i meneghini. Le prime dichiarazioni di Messina nel post gara sono chiarissime: “abbiamo giocato la peggior difesa dell'anno”.
- Prima della partita salutano i compagni di nazionale: si scherza e si ride a centrocampo. Quando però inizia il match è tutta un'altra storia: Spagnolo e Procida subito entrano in partita, coordinandosi benissimo in modo complementare. Formano loro la coppia che trascina straordinariamente l'Alba verso la vittoria: sono l'anima della squadra, dal primo all'ultimo minuto. Procida (29 punti, 4 rimbalzi, 1 assist) fa suo il pitturato e sovrasta gli avversari quando attraversa l'area in volo, mentre è stranamente meno preciso dall'arco; Spagnolo (20 punti, 5 rimbalzi, 9 assist) a tratti porta palla e crea soluzioni per se e per i compagni come un veterano di questi palcoscenici. Gestiscono benissimo il peso delle responsabilità che gli vengono addossate. Nei momenti più complessi hanno loro la palla tra le mani.
- Mannion viene chiamato e mandato in campo subito, al 6' del primo quarto; è la sua unica apparizione nel primo tempo. Messina lo schiera a fine terzo quarto. Per gran parte del match al neo-acquisto, infatti, viene preferito Bolmaro. Anche se qualcosa di buono fa vedere, non riesce a trovare continuità: viene sostituito dopo aver perso una palla, appoggiata a Mirotic con sufficienza, e dopo un fallo in attacco (4 falli in 10' di utilizzo). Anche per colpa sua, l'Olimpia è costretta a soffrire negli ultimi minuti. A nulla serve la sua tripla a pochi secondi dalla fine della gara.
- La partita di Mirotic inizia nel migliore dei modi: 8 punti, 2/3 da tre nel primo quarto. Si capisce che è una delle sue serate. Pezzo fondamentale della manovra d'attacco, capitalizza spesso sugli scarichi dei compagni. I suoi canestri premiano più di una volta i possessi fluidi e ricercati dell'Olimpia. Arriva segnarne 20 appena al 6' del terzo quarto. Insieme a LeDay è la musa ispiratrice di Milano in attacco. Entrambi, però, quando arriva l'ora del blackout vengono meno. Mirotic sbaglia, forzando, i tiri più importanti; anche quello che avrebbe a 15'' dalla fine dell'ultimo quarto garantito la vittoria ai suoi (Messina, inquadrato, rischia l'infarto). Nell'overtime l'Olimpia gioca praticamente ogni palla per lui in post: nessuna risposta. Chiude con 28 punti, 10 rimbalzi, 1 assist, ma è tutto tranne che una serata positiva.
- Bene nel complesso ancora Bolmaro: prestante fisicamente, corre bene per il campo. Peggio dal punto di vista realizzativo: nei momenti più importanti, quasi alla fine dell'ultimo quarto, sbaglia tre triple con tanto spazio. È in quei momenti che Messina trova nell'esperienza di Causeur una risorsa preziosa: 6 punti, tutti in momenti chiave, ma prima del disastro dell'overtime. Dimitrijevic è il più affidabile dei tre (14 punti, 2 rimbalzi, 5 assist). Alla fine, però, soprattutto in difesa e dal punto di vista mentale anche la loro prestazione non risulta sufficiente: ancora una volta, per ancora un anno, i giocatori che dovrebbero rappresentare dei solidi punti di riferimento spariscono nel momento del bisogno. Situazione preoccupante.
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