Nowitzki, futuro e attualità: "NBA più Europea"
Non sono bastati stanotte i 22 punti di Dirk Nowitzki (38 anni) ad evitare la sconfitta dopo un tempo supplementare ai suoi Dallas Mavericks sul campo degli Indiana Pacers, Nowitzki è alla sua 19esima stagione ed insieme a Vince Carter (39 anni) e Paul Pierce (39 anni) è l'ultimo delle leggende anni 90 dell'NBA ma il ritiro non sembra così imminente come dichiarato in quest'ultima intervista.
L'ala tedesca ha analizzato diversi aspetti della nuova stagione a partire dai super Warriors, passando per lo stile di gioco fino ad uno sguardo al passato della Lega americana, e facendo qualche ipotesi sul suo futuro personale.
I Golden State Warriors
"Sono assolutamente pazzeschi. Hanno totalizzato 73 vittorie la scorsa stagione - non era mai successo prima. E ora hanno inserito in squadra uno dei migliori tiratori al mondo. Se trovano la giusta chimica e muovono la palla, sarà difficile per tutti fermarli. Quando li affronti, i match up sono sempre molto complicati. Cosa fare contro Durant? Cosa fare contro un pick and roll con Curry? Cosa fare quando hanno cinque tiratori in campo? Quando iniziano a correre diventa difficile."
Le prime partite dei Mavericks contro Pacers e Rockets, che vogliono salire sullo "Small-Ball-train"
"Ci sono molte squadre che vogliono provare a giocare come i Golden State Warriors, in maniera più veloce. Il nostro obiettivo dovrà essere quello di non consentire troppi tiri da tre da liberi. L'intera Lega tira molto bene da fuori, e devi avere sempre una mano sul tiratore, oltrimenti sono guai. Per un team lento come il nostro questo è un compito importante."
I cambiamenti della NBA negli ultimi 19 anni
"All'inizio c'erano molto più uno-contro-uno. Era tutto molto fisico, tanti palleggi, un sacco di isolamenti. Poi lo stile Europeo ha preso piede man mano - la palla ha iniziato a muoversi di più, tutto è diventato più veloce, i giocatori sono diventati più atletici e i tiri da tre sono risultati sempre più importanti. Ora quasi tutti tirano da tre, anche i centri. Era molto diverso tempo fa. Il gioco si è anche sviluppato tecnicamente, ora si segna di più. Anche le nuove regole hanno favorito il movimento della palla e i tiri da dietro l'arco. Per me ovviamente è stato un grande vantaggio, ho potuto tirare di più da fuori e fronteggiare il canestro."
Il suo futuro
"Il mio obiettivo è quello di arrivare al termine del contratto. In estate ho firmato per altri due anni. Ma devo anche tenere sotto controllo la mia salute. Nessuno sa cosa farò dopo, ma credo che avrò sempre una casa qui a Dallas. Vivo in questa città da 20 anni, da 10 con mia moglie. Se volessi potrei ottenere un lavoro ai Mavericks, quindi credo che potremmo restare qua al termine della mia carriera."
Un possibile futuro da head coach
"Diventare Head Coach non è mai stato il mio obiettivo. Un Head Coach non deve solamente conoscere il gioco, ma deve anche essere in grado di valutare il carattere dei giocatori, deve mixarli, motivarli, anche urlare a qualcuno di tanto in tanto. Tutto questo non fa parte della mia personalità. Non sono la persona adatta per tenere un discorso di 20 minuti. Credo che il mio ruolo ideale sia quello di player development: ho imparato molto da Holger Geschwindner negli ultimi 20 anni."
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