Pagelle sulle finali di Conference 2016, inevitabile il voto più alto ai Warriors dopo la splendida rimonta effettuata ai danni dei Thunder che tornano a casa dopo aver accarezzato un ritorno alla Finals coem nel 2012. I Cavs soffrono più del previsto contro una Toronto al suo massimo sforzo ma dimostrano di essere prontissimi per la battaglia finale.
PAGELLE
Voto “Come fai a non dargli 10?” ai
Golden State Warriors: Ebbene sì, perchè quando solo altre tre squadre nella storia del Gioco erano riuscite a staccare il biglietto per le Finals dopo esser stati sotto 3-1, vuol dire che qualcosa di speciale da consegnare ai posteri è stato fatto e il voto massimo è quasi dovuto. Con le spalle al muro dopo due pessime gare in Oklahoma non hanno perso il controllo - anche da qui si vedono le grandi squadre con gli attributi - continuando a giocare la pallacanestro che li distingue da due anni a questa parte; i MONUMENTALI Thompson e Iguodala (il primo in fase offensiva, il secondo entrando sottopelle a Durant nello spartiacque di gara-6) hanno permesso ai suoi di giocarsi il tutto per tutto in gara-7, e qui l’MVP Curry si è scatenato (7/12 dai 7,75), chiudendo i giochi senza pietà. Repeat “The Finals”, qua siamo tutti pronti, per dormire avremo tempo!
Voto 8 ai
Cleveland Cavaliers: Non gli riesce il terzo “sweep” consecutivo pagando dazio in Canada in gara-3 e 4, ma è ormai sotto gli occhi di tutti che questa versione dei Cavs guidata da Tyronn Lue in panchina (molto ma molto meno invasivo di un coach esperto come Blatt, il che vuol dire più margine d’azione per James) ha ottime chance per giocarsi fino in fondo l’anello e regalare una gioia ad una città che, sportivamente parlando, è tra le maglie nere degli Usa. Nelle 4 vittorie sui Raptors lo scarto medio è stato di oltre 20 punti, segno che il trio Love-James-Irving produce alla grande mentre il resto della ciurma fa il proprio compito a dovere. Insomma, gli ingranaggi sono ben oleati e contro i Warriors si parte alla pari, zero a zero.
Giusto un paio di numeri: LeBron, 24,6 punti di media (8.6 rimbalzi e 7 assist) col 54,6% dal campo. Love 17,3 punti di media (44,6% da tre) e 9 rimbalzi. Irving 24,3 punti e un prezioso 48% dal campo.“Eh ma l’Est è scarso”…beh se i californiani vorranno fare doppietta non troveranno di certo la strada spianata (un anno fa finirono comunque sotto 2-1, con Love e Irving a guardare la serie in borghese)…ma dovranno sudare…e parecchio!
Voto “Perdenti di lusso” agli
Oklahoma City Thunder: Le Finals erano lì, ad un soffio, e forse erano anche il giusto premio dopo aver schiantato gli Spurs. Invece la doccia è stata di quelle scozzesi…sul più bello, avanti 3-1 contro i campioni in carica, si sono liquefatti come neve al sole. Nella decisiva gara-6 (perchè vincere ancora alla Oracle si sapeva fosse stato quasi impossibile) sono caduti sotto la grandinata di triple di KT11, con Durant che ha sofferto un Iguodala in forma strepitosa, per poi capitolare definitivamente in California. Il tempo del giudizio è vicino: Westbrook resta nel limbo dei cosiddetti “fortissimo…però quando contava non ha mai…”, idem Durant che ora sarà tentato da molte franchigie e potrebbe scegliere altri lidi per provare a vincere quel benedetto anello. Spendiamo anche un paio di righe per coach Donovan, molto abile a leggere e arginare per quanto possibile il sistema Warriors finchè c’è stata possibilità e anche a quel guerriero di adamantio qual’è Steven Adams, vero eroe sotto canestro e spesso anche in pressing sul perimetro.
Voto “Meglio di così era impossibile” ai
Toronto Raptors: Nel bene o nel male questa squadra è entrata nella storia della franchigia canadese, conquistando per la prima volta le Finals di Conference. Non solo hanno partecipato al ballo, ma si sono anche tolti lo sfizio di mettere un po’ di ansia ai Cavs portandoli sul 2-2 (26 rimbalzi di Biyombo in gara-3, 67 punti con 28/43 dal campo per Lowry e DeRozan in gara-4) prima di cedere nettamente il passo ad una squadra più completa e oiù abituata a giocare sotto la pressione dei Playoffs. L’unico neo rimane il fatto di esser stati praticamente nulli lontano dal tifo caldissimo dell’Air Canada Centre, con i due leader Lowry e DeRozan spesso sottotono e con percentuali pessime dal campo. In estate qualche pezzo pregiato sarà Free Agent, e ci si attendono mosse da grande squadra dalla dirigenza, oltre a trattare i rinnovi di due perni come il lungo congolese e DeRozan.
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