Round Olimpia (#11), le considerazioni dopo la sconfitta a Vitoria
La crisi non si ferma, la classifica e l'infermiera continuano a piangere ma almeno d'è un Davies in più.
Marco Brondi
La crisi non si ferma, la classifica e l'infermiera continuano a piangere ma almeno d'è un Davies in più.
L'Olimpia Milano prosegue la sua crisi in Eurolega, 7° KO consecutivo arrivato sul campo del Baskonia. La difesa fa sempre il suo ma, allo stesso tempo, l'attacco continua a non dare cenni di vita che andiamo ad analizzare in punti:
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Attitudine. Lo specchio della situazione psico-drammatica dell'Olimpia è nei primi 10 minuti alla Fernando Buesa Arena: impauriti, confusi, insicuri, senza idee e in preda al panico di eseguire in attacco. Lo scenario è agghiacciante di suo perché gli infortuni non danno tregua (anche Luwawu-Cabarrot) se poi si entra in campo così…Messina può avere tutte le colpe del mondo ma se la squadra entra in campo così.
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Depressione. Oggettivamente, a parte i primi 10' (e grazie al cazzo direte) Milano ha imposto il suo gioco nel 2° e 3° quarto, perché il Baskonia a parte le fiammate di Howard non ha prodotto gran gioco o segnato a ripetizione anche perché, diciamocelo, non è una super squadra. Il punto è che anche nel momento favorevole quando c'era da affondare il colpo (40-35) si sono incartati e questo è peggio che perdere di 20, le parole di Messina in conferenza stampa riassumono tutto: "La squadra è depressa. Iniziamo male, poi si inizia a fare qualcosa e si infortuna Cabarrot, sperando non sia nulla di serio. La squadra sta facendo bene in Italia, anche se ovviamente non è lo stesso livello dell’Eurolega. Penso che possiamo uscirne giocando, allenandosi e lavorando”.
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Bentornato Brandon (?). Il punto di domanda quando si parla di Davies va sempre messo ma almeno Messina torna a casa una un'importante risposta del suo lungo dopo un periodo di smarrimento. Davies per attitudine, mentalità, voglia di lottare e fatturato (23 punti e 12 rimbalzi) è stato il migliore in campo. Lodevole la voglia di caricarsi la squadra sulle spalle.
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Bravo DJ. Dopo Davies l'unico giocatore che ieri sul taccuino si è meritato una sufficienza è Tommaso Baldasso. Il “mood” è quello: si entra e si gioca senza paura. Poi ci stanno gli errori però almeno la faccia tosta di quello che non ha nulla da perdere e vuole giocare. Servono uomini così, non gente che si fa imprigionare dagli spettri nell'armadio
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Devon “Balto” Hall. Uno legge il tabellino e vede Devon Hall 14 punti con 5/10 dal campo e magari pensa sia stata una prestazione positiva. NO. Le triple sono state quasi tutte piedi a posto ma, a parte questo, continua a vivere in uno status confusionale tipo Balto “Non è un cane, non è un lupo, sa quello che non è”. L'azione in cui rinuncia alla tripla per buttarsi dentro, eseguire un fadeaway dalla lunetta facendosi stoppare da Costello e subire poi la bomba di Howard per il +11 è la fotografia della sua partita. Hall oggi non è un playmaker, non è una guardia…cosa è?
- Incubo Naz. Tifosi dell'Olimpia “Pangos fa schifo, senza di lui si giocherà meglio”. Prima gara Eurolega con Naz Mitrou-Long a comandare dall'inizio l'attacco: 0/10 dal campo in 23' pe run bel -9 di valutazione. Un disastro perché Mitrou-Long, in Eurolega, NON può giocare playmaker. Lui è quello che esce e cambia il ritmo o infiamma le partite, NON è e non può essere un generale in campo.
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