Simon Playbook: Boston Celtics
Primo Playbook dell'anno nuovo e iniziamo il 2019 subito con una squadra di spessore, i Boston Celtics.
Una squadra sulla carta pronta a dominare l'NBA per i prossimi anni ma che in questo inizio di stagione non sta convincendo al 100%; con i Playoff dell'anno scorso giocati senza Irving e Hayward si sono presi le luci della ribalta Rozier e Tatum che però, col rientro delle due star, hanno perso quel qualcosa in più che hanno avuto contro tutte le squadre dell'Est nella Post-Season, Rozier per i meno minuti a disposizione, e per quanto riguarda Tatum state sintonizzati su NBA Evolution perché lunedì approfondiremo questo argomento.
Nonostante qualche mezzo flop il ritorno del Leader è stato una manna dal cielo per Boston, infatti Irving è tornato a giocare su ottimi livelli con il suo gioco fatto di penetrazioni, tantissimi palleggi, tiri dal mid-range e conclusioni acrobatiche vicino al ferro. Se a tutto questo aggiunge anche ottime capacità di playmaking servendo i compagni sul penetra e scarica o sul pick and pop allora avete un Irving davvero a tutto tondo e da massimo in carriera per gli assist, 6.6.
Aghi della bilancia di questi Boston Celtics sono senza dubbio Al Horford e Marcus Morris, fondamentali in attacco per aprire il campo facendosi trovare con i piedi dietro l'arco e andando a bersaglio con buone percentuali, 36.4% Horford e un eccellente 43.5% per Morris, ma ancora di più lo sono in difesa grazie al loro fisico e alla loro capacità di cambiare anche su giocatori più piccoli e veloci di loro. Al in particolare è decisamente l'ancora difensiva di Boston con eccellenti letture e ottimi tempi d'aiuto, fondamentali chiave per la costruzione di una solida difesa di squadra come quella dei Celtics.
Arriviamo però alle note veramente dolenti, i due veri flop di questa prima parte di stagione: Gordon Hayward e Jaylen Brown.
Brown è passato dall'essere un two-way player d'alto livello all'essere un normale difensore di sistema e un pessimo affare in attacco: con percentuali bassissime, 28.8% da 3 punti quando l'anno scorso sfiorava il 40%, e spesso pessime scelte offensive sta diventando sempre più un problema per Brad Stevens, che sta facendo il possibile per cercare di ritrovare il gioco che i Celtics avevano mostrato la scorsa stagione e durante i playoff, mettendo addirittura Brown fuori dal quintetto.
Un altro giocatore che ha iniziato in quintetto ma che si è trovato impiegato dalla panchina è proprio Hayward, che nella notte ha messo a segno 35 punti con 14/18 dal campo nella vittoria contro Minnesota; sì, ma non lasciamoci ingannare dai numeri di una singola partita, perché quelli della stagione fin qui sono impietosi: 11.1 punti, mai così male dalla sua stagione da Sophomore, meno di 5 rimbalzi e appena il 32% da dietro l'arco. Voi direte "è appena tornato da un infortunio in cui si è distrutto la caviglia" e avreste anche ragione, se non fosse che questi numeri sono il risultato più di scelte sbagliate in attacco e tiri forzati che di necessità di ritrovare il ritmo partita e il feeling con il campo. In generale sembra proprio spaesato in questa squadra ed è un grosso pericolo per tutta Boston, che ha il salary cap bloccato dal suo stipendio da oltre 30Mln, e che in questo momento non può nemmeno pensare di mettere sul mercato perché certamente non risulta appetibile come lo era stato prima dell'infortunio nella Free Agency del 2017.
Insomma, qualche nota positiva, qualche nota stonata che si può cercare di correggere, ma anche qualche nota proprio ai margini dello spartito musicale di Coach Stevens che per ora sembra essere riuscito a limitare i danni, ma il rischio che non sia sufficiente è alto. Questa squadra è costruita per cercare le Finals, ma in questo momento della stagione ci sono Bucks, Raptors e Pacers decisamente più pronti di questi Celtics. Attenti alla Trade Deadline perché da lì in poi si fa sul serio.
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