Hard Drive Team 2016/17: Sacramento Kings
Guardando i Sacramento Kings provenendo da Kronos leggendo i nomi nel roster si penserebbe di guardare una squadra vincente, o quanto meno una contender di tutto rispetto anche per la Western Conference. Poi però osservando il record della scorsa stagione, 33-49, qualche dubbio inizierebbe a sfiorare anche il Klingon più recalcitrante. Noi invece che i Kings li conosciamo bene non ci stupiamo più di niente.
E guardandone il roster avevo anche avuto una mezza idea di fare un copia incolla con gli articoli di uno e due anni orsono, tanto, diciamoci la verità, chi di voi si sarebbe accorto della differenza. Perchè la squadra della capitale della California sono anni che da l'idea di poter ambire alla post season per poi naufragare più velocemente del Titanic. Molte volte direttamente nel porto. Certo, si dirà, con quei giocatori, a livello caratteriale più che tecnico. A tentare di mettere ordine dentro lo spogliatoio più caotico della lega aveva provato la scorsa stagione George Karl, un grande vecchio saggio, uno che, sulla mera carta, avrebbe dovuto incutere timore ed anche un pochettino di rispetto per la carriera nella NBA e per la storia personale, soprattutto quella recente. Missione più fallita di quella dell'Apollo 13.
Non che non c'abbia provato in tutti i modi. Creando gerarchie chiare, cercando di dare anche carta bianca ai, molti, anarchici del basket presenti nel roster. Solo che per vincere serve soprattutto disciplina mentale e capacità di affidarsi, se necessario al coach. Diciamo che ai Kings attuali sono due cose non presenti nel vocabolario cestistico. Quest'anno si riparte per l'ennesima avventura con un nuovo head coach. E che head coach. Quel David Joerger che ha impressionato tantissimo per come è riuscito a migliorare il gioco dei Grizzlies nell'era post Lionel Hollins, che sembrava inarrivabile. Allenatore che definire duro è ancora poco. Uno con idee chiare sul gioco da mettere in campo, che è stato capace di farsi rispettare ed amare dai propri giocatori a Memphis. Riuscirà nell'impresa anche a Sacramento?
Dovesse riuscirci per il materiale umano a disposizione questa squadra diventerebbe molto pericolosa nella Conference. Anche perché ha nel suo roster probabilmente a livello tecnico il miglior lungo della lega, chiamasi DeMarcus Cousins. Tecnicamente, appunto, non si discute e sappiamo tutti bene il perché, solo che quello che passa nella sua testa credo non lo sappia nemmeno lui, ed a seconda di come scende dal letto al mattino, o di come si allineano i pianeti decide di giocare. L'obbiettivo #1 della stagione di Joerger sulla panchina Kings deve essere quello di far diventare il #15 un giocatore professionista di basket, almeno nella testa. Basterebbe alla Rasheed Wallace, non chiediamo una testa alla Duncan. Anche perché in quel caso....Ma Cousins non è l'unica testa matta presente nel roster. Che dire di Rudy Gay, talento offensivo anche troppo evidente, incapacità a gestirsi ed a gestirlo, di Darren Collison finalmente PG titolare di una squadra, talento ne ha continuità meno, ma fresco di sospensione per violenza domestica. E già che c'erano questi tre il G.M. Vlade Divac, simpatico burlone, ha deciso di prendere dal mercato dei free agent il tranquillissimissimo Matt Barnes, uno famoso per calma, dignità e classe, e Ty Lawson, più volte vicino alla AAA e con un caratterino incline al litigio perenne. Io non so quanto sia grande lo spogliatoio di Sacramento ma spero lo sia abbastanza per tenerli lontani gli uni dagli altri, se il coach riuscisse a farli andare d'accordo non sarebbe solo da Coach Of the Year ma da Nobel per la pace.
Detto di queste note, dolenti o meno lo vedremo durante la stagione, passiamo al resto del roster, che hanno da subito la mia solidarietà. Che dire di Arron Afflalo, professionista serio, uno che da sempre il suo apporto, mai sopra le righe, di Omri Casspi, molto migliorato nell'approccio alla partita e che offensivamente non si discute, Willie Cauley-Stein, buona stagione da rookie, non può che migliorare calcolando le capacità di corsa e difensive. Anche Kosta Koufos è un altro border line rispetto ai comportamenti extra cestistici. Di sicuro per lui Joerger potrebbe essere un toccasana, avendo giocato sotto di lui le sue migliori stagioni. Ben McLemore dovrebbe ritrovare spazio, minuti, e tornare ad attaccare il canestro come sa. Certo anche lui la testa è quella lì....Sono arrivati anche Garret Temple ed Anthony Tolliver.
Loro due seri lavoratori del parquet che, viste le loro caratteristiche, potrebbero tornare utilissimi nelle rotazioni. Dal draft sono arrivati ben tre interessanti giocatori, #13 Giorgios Papagiannis, #22 Malachi Richardson, #28 Skal Labissiere. Il greco è un ragazzo giovanissimo, 216 cm da costruire, con una incredibile apertura delle braccia, che bisognerà vedere come subirà l'impatto con questa franchigia. Ma potrebbe pure riservare sorprese. Richardson è un attaccante, tiratore con buone capacità atletiche, Labissiere un lungo intimidatore scuola Kentucky, copia conforme di Cauley-Stein, ma meno pronto fisicamente. Quanto spazio possano trovare non è dato sapere, ma attenzione al coach che ha dimostrato di saper sfruttare sempre tutto il roster a disposizione. Nel roster fa capolino anche Jordan Farmar, uno che sa come vincere anche giocando minuti importanti. Potrebbe tornare utile, specie in contumacia Collison.
% Playoff: 50% Scontatissimo lo so, ma troppi se intorno a questa squadra. Dico solo che SE Joerger dovesse riuscirci allora FMB si esalterebbe come pochi altri anni cestistici nella sua giovane vita.
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