Hard Drive Team 2019/20: New York Knicks

Si riparte, apriamo la nostra serie di presentazioni delle franchigie per la prossima stagione parlando dei New York Knicks. Come capita da quattro stagioni, ad un mese dall’inizio della Regular Season iniziamo a presentare le squadre che disputeranno la prossima stagione. Andremo da quella che ha avuto il peggior record nella stagione 2018/19, per finire con la vincitrice dell’anello. Facendo come sempre un analisi sul roster, cercando di capire quali possono essere gli obbiettivi di stagione, ed azzardando una percentuale di ipotetica partecipazione alla post season. Ed iniziamo appunto dai New York Knicks, che hanno chiuso con un mirabolante 17-65 la Regular Season 2018/19, beatamente i peggiori della NBA. Come spesso sta succedendo a New York, i Knicks fanno sempre discutere. L’ultima stagione è stata, per l’ennesima volta, perdente. Sesta stagione consecutiva senza post season, e con mille accadimenti che hanno (ri)stravolto roster, idee ed obbiettivi. Come tutti ben sapete in corso d’opera si è materializzata la trade che ha spedito Porzingis ai Mavs. E cedere colui che doveva, almeno sulla carta, risollevare il futuro della franchigia, è stata una bomba sportiva che è deflagrata con una certa violenza all’interno del mondo Knicks. Certo l’infortunio e le dichiarazioni del lettone sul suo futuro hanno reso la trade una scelta quasi obbligata, ma comunque il fatto ha segnato l’ennesimo punto zero della storia recente, e molto poco vincente, dei Knicks. Se a questo aggiungiamo la strepitosa stagione ed off season dei cugini di Brooklyn, si capisce che l’attesa per questa annata sportiva è elevata sia da parte dei fans che dell’esigente stampa della Big Apple. Chiaro che ci si attende una stagione migliore di quella conclusa, soprattutto verrà chiesto allo staff tecnico di creare una base su cui poter sviluppare un progetto futuro. Servono idee, leadership in campo, e non solo, e capacità quanto meno di incendiare il Madison. Se poi arrivassero anche a brevissimo termine dei risultati sarebbe decisamente meglio. Ma i Knicks non possono continuare ad essere una sorta di barzelletta nella lega, il materiale umano su cui puntare sembra esserci, sta anche all’ambiente, ad iniziare dai vertici della franchigia, mettere tutti nella condizione di poter lavorare al meglio. COACH: E’ rimasto, confermatissimo, David Fizdale. E’ un coach capace di lavorare con i giovani, che piace molto anche ai veterani. Ha sempre goduto di ampia considerazione nella lega, per come capisce il gioco e per come riesce ad interagire con il roster. Dovrà far maturare i giovani talenti, cercando di non far loro sentire troppo il peso di New York. CONFERMATI: Tra coloro che sono rimasti spicca chiaramente il nome di Dennis Smith Jr., arrivato nella trade che ha coinvolto Porzingis, e che, a tutti gli effetti, sarà dato lo scettro del comando sul parquet. Giocatore da highlights, ma altrettanto discontinuo, avrà molti riflettori accesi addosso, cosa non facile in maglia Knicks, ma ha le capacità di esaltare un pubblico che vuole quanto meno spettacolo. Con lui altri due giovani e rampanti, Kevin Knox e Allonzo Trier, che hanno disputato una buona stagione da rookie, e da cui ci si aspetta un ulteriore salto di qualità, per diventare giocatori fondamentali in questo roster. Fisicità ai massimi livelli, vanno certamente educati, specie nella loro metà campo. E quanto a fisicità questa non manca nemmeno a Mitchell Robinson, che è stata una piacevole scoperta la scorsa stagione, anche lui rookie. Il suo ruolo resta immutato: intimidazione, rimbalzi e muscoli da mostrare nel pitturato. Anche Damyean Dotson rientra nel nucleo dei giovani che possono aver un ruolo specifico, per lui il tiratore classico, all’interno di una squadra che deve crescere. Giovane, disciplinato, intelligente, qualità sempre apprezzate. NUOVI ARRIVI: Iniziamo dal draft, che ha dato ai Knicks la scelta #3, spesa per RJ Barrett. Le sue doti fisiche e tecniche le conosciamo bene, attaccante esplosivo verso il ferro. Saprà mantenere le promesse al piano superiore? Questo il dubbio che sta dietro ad ogni scelta del draft. Lui sembrerebbe avere le caratteristiche per emergere da subito. Vista la presenza di tanti giovani nel roster, Scott Perry, avendo fallito alcuni nomi importanti nella free agency, ha ripiegato su veterani, o presunti tali, che possano contribuire a creare un gruppo che deve lottare per un posto nelle otto elette. Così è arrivato Julius Randle, reduce dalla sua miglior stagione di sempre ai Pelicans, giocatore da potenziale doppia doppia a sera, ma non sempre equilibrato nelle scelte. Con lui Marcus Morris, giocatore di carattere, con punti nelle mani, ma che sa giocare duro anche in difesa, e due veterani come Taj Gibson e Wayne Ellington, utili sia in campo, punti, rimbalzi, difesa e tiro dal perimetro, così come nello spogliatoio, avendo girato mille squadre e visto mille situazioni diverse. Molta curiosità desta un altro duo, Elfrid Payton e Bobby Portis. Entrambi giocatori di talento, non si discute, entrambi abbastanza injury prone, ed entrambi con caratterini tutt’altro che mansueti. Portis è reduce dalla sua miglior stagione, almeno statisticamente. Punti, rimbalzi, gioco anche vicino a canestro, forse un pochino troppo simile a Randle, ma se imparano a convivere possono essere interessanti. Payton ha risolto il problema con il parrucchiere…...e se il fisico tiene ha comunque capacità importanti di play making. Dal draft con meno enfasi è arrivato anche il canadese Ignas Brazdeikis, attaccante, tiratore che potrebbe essere una piacevole sorpresa per i tifosi di New York DUE PAROLE SU: Le spendiamo per Frank Ntilikina. Arrivato ai Knicks dal draft 2017 con tanti dubbi, da l’idea di essere quello a cui manca poco per fare il salto di qualità. Ma con questo roster, specie nel suo ruolo, quel poco potrebbe diventare un muro invalicabile. Praticamente all’ultima chiamata in questa maglia. PCT. PLAYOFF: 40%- Perchè non iniziare a sperare già da subito. Talento tanto, magari non tutti facilmente allenabili, ma, si sa, in questi casi la differenza la farà l’entusiasmo iniziale.

Arrivederci a domani con i Phoenix Suns


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