Hard-Drive Team 2018/19: Milwaukee Bucks
Necessariamente la stagione che sta per iniziare per i Milwaukee Bucks assume l’aspetto del decisivo. Perchè bisognerà finalmente ottenere qualche risultato che sia più dell’eliminazione al primo turno dei playoff dopo una regular season di alti e bassi. L’anno scorso la squadra del Wisconsin ha chiuso con un 44-38 che potrebbe anche sembrare positivo, specie per il contesto tecnico con cambio di coach in corso d’opera con cui è maturato. Ma alla fine il tutto ha dato l’idea dell’opera incompiuta. Come se nel freddo nord manchi sempre il famoso centesimo per fare l’euro, o il dollaro visto che parliamo di USA.
Milwaukee è oltretutto un mercato che ha il mirino della lega puntato, perché nell’ultimo periodo le cose, a livello di pubblico e di situazioni contingenti la franchigia, non sono andate benissimo. Per cui c’è necessariamente bisogno di una svolta, che possa portare i Bucks ai vertici della Eastern Conference, cosa che, secondo tanti addetti ai lavori, sarebbe già dovuta accadere, visto anche le presenza altisonanti nel roster. Il G.M. John Horst si è trovato a gestire la problematica riguardo alla scelta del nuovo head coach. Che è caduta su Mike Budenholzer, uscito dal contratto con gli Hawks, dopo cinque stagioni tutto sommato positive.
Budenholzer è il più classico allenatore di matrice popovichiana, uno amante del lavoro serio e duro, uno che fa giocare bene le sue squadre offensivamente, ma che ha precise regole difensive. Proprio perché la scuola è quella di Forte Alamo, potrebbe finalmente portare quella disciplina mentale, necessaria per far crescere soprattutto un giocatore che ha le stimmate del fenomeno vero, ma che, troppo spesso, tende a passare periodi in cui mantenere un livello di gioco elevato diventa faticoso. Il roster messo a disposizione dell’ex stella del campionato danese è interessante, con giocatori che hanno voglia di rilanciarsi, e di giocare, finalmente per qualcosa che sia più del (mai) banale arrivo alla post season.
Ed è chiaro che il carro dei Bucks sarà comunque trainato da Giannis Antetokounmpo, come sempre nelle ultime tre stagioni. Il greco però deve riuscire a fare un ulteriore salto di qualità specie alla voce continuità all’interno della lunga regular season della NBA. E’ necessario che questa cosa accada, se ti ritieni il leader della squadra devi dare l’esempio, specie in giovane età. Lui ha voglia di lavorare e migliorarsi, ha il coach giusto, e ad est spazio se ne è creato. Stagione decisiva per lui. Come anche, in parte per Eric Bledsoe. Arrivato nella città di Fonzie per essere il secondo violino, la seconda stella, ha troppo spesso giocato a corrente alternata, come se il cambiamento climatico gli avesse raggelato gli ardori cestistici. Quest’anno si parte da zero e l’acclimatamento non deve essere un problema. C’è bisogno del miglior Bledsoe, quello che porta scariche di pura energia in campo. Khris Middleton ha risolto i suoi problemi fisici, è un signor tiratore, un attaccante che potrebbe comodamente mettere 20 punti ogni sera, ma che ha necessità di trovare più soluzioni personali e maggiore continuità di rendimento. Cosa che invece non si può dire di Malcolm Brogdon. Sorpresa di due stagioni fa, il suo processo inesorabile di crescita è stato fermato nella scorsa annata solo dai problemi fisici, che dovrebbero essere risolti. Ha dimostrato di poter diventare un giocatori anche di alto livello.
Tony Snell è il classico giocatore di ruolo, tiratore, che ormai si è ritagliato un ruolo ben preciso in questa squadra. Dalla free agency è tornato, per la terza volta in carriera, Ersan Ilyasova. Giocatore che riesce sempre a dare qualcosa ovunque abbia giocato, per intensità e voglia, a tratti anche sottovalutato visto quello che mette in campo. Potrebbe essere un esempio da seguire per i giovani. Ad iniziare da Thon Maker, scommessa, in perdita fino ad ora, del draft 2016. Per ora è riuscito a ritagliarsi spazio, ma non per quello che pareva potesse dare. Ed è un peccato visto quel fisico. Diventasse più determinato in campo sarebbe un bel salto di qualità.
Il suo connazionale Matthew Dellavedova sembra essere alle prese con costanti infortuni che ne stanno riducendo l’utilizzo. Ed è un peccato, perché un giocatore con le sue caratteristiche serve sempre dentro un roster. A Milwaukee c’è bisogno anche di un po’ di sana cattiveria in campo. Altro arrivo dalla free agency è Brook Lopez. Centro tecnicamente dotato, con buoni movimenti offensivi, ha deciso di reinventarsi tiratore da oltre l’arco. Idea che non so quanto possa tornare utile a lui ed alla sua squadra. Comunque ha punti nelle mani, che non è poi una cosa così negativa. Shabazz Muhammad dovrebbe diventare importante in uscita dalla panchina. Altro giocatore che ha punti nelle mani, va semplicemente tenuto sotto controllo dal punto di vista della disciplina.
Sterling Brown e Pat Connaughton sono due giocatori che dovranno riuscire a ritagliarsi minuti di complemento, facendosi trovare pronti quando chiamati. Entrambi hanno dimostrato di saper stare in campo senza grossi problemi. Da Tyler Zeller ci si aspetta il solito contributo in uscita dalla panchina, anche lui appartiene a quel tipo di giocatore che deve dare il massimo in pochi minuti. Dal draft con la #17 è arrivato Donte DiVincenzo. Presa interessante, il ragazzo al college è parso in continua crescita, ha giocato benissimo l’ultimo torneo NCAA, e potrebbe avere un impatto già da subito nella lega senza soffrire troppo il salto in alto. Tiratore che se innescato regalerà soddisfazioni.
Due parole le spendiamo su John Henson. Il lungo prodotto di North Carolina è sembrato, la scorsa stagione, (ri)alzare la sua asticella, più concreto, molto più dentro le partite senza cercare per forza la giocatona. Si spera possa restare su quei livelli, anche per lui sarà una stagione decisiva, ed il suo impatto sotto canestro è fondamentale per questi Bucks.
% Playoffs: 70%- Non dovrebbero avere problemi, il roster li mette anche molto in alto nella graduatoria della Eastern. Certo che devono cercare di avere meno pause possibili.
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