Ritornano i riflettori di NBA-Evolution e questa settimana illuminano un giocatore che è stato al centro di voci di mercato nel recente passato e che, questa stagione, non sta incidendo come le annate passate; stiamo parlando di uno degli atleti migliori della NBA, del centro dei Los Angeles Clippers
DeAndre Jordan.
PERCHÈ SI, PERCHÈ NO
Un punto fisso nei piani della franchigia della città degli angeli nelle scorse stagioni, Jordan forma con Blake Griffin uno dei frontcourt più esplosivi dell’NBA moderna. Tuttavia la partenza di Chris Paul sembra aver lasciato i Clippers in una situazione davvero difficile da gestire: complici anche gli infortuni a Beverley, Teodosic e Gallinari, la stagione dei ‘Velieri’ stenta a decollare e la dirigenza, dopo aver riconfermato Blake Griffin con un quinquennale da 171 milioni di dollari, inizia a chiedersi se non possa essere il caso di smantellare il progetto attuale e ricostruire da zero, ed ecco allora Jordan ai blocchi di partenza. Ma è davvero il centro il problema? Può davvero essere un bene un cambiamento per DeAndre? Potrebbe far la fortuna di qualche squadra ambiziosa? Andiamo a scoprire i motivi per cui varrebbe la pena puntare su di lui o meno.
✅ SI ✅
Uno dei migliori atleti in circolazione, una forza fisica ed un atletismo fuori dal comune uniti ad una esplosività davvero rara per quella stazza.
Un bloccante di primissima fascia, in grado di lavorare per la squadra e far guadagnare molti vantaggi ai palleggiatori sul pick and roll.
Oltre a saper bloccare DeAndre ha una capacità davvero notevole nel completare il ‘roll’ a canestro: timing e letture dello spazio di altissimo livello.
Rimbalzista di primissima fascia, sia offensivo che difensivo. Davvero difficile da contenere il suo strapotere fisico nella lotta sotto le plance.
Difensore in aiuto di buona sostanza, con ottimo tempismo per le stoppate e gande intimidatore; tirare da vicino con lui a difendere il canestro è davvero complicato.
🚫 NO 🚫
Scarso QI cestistico: spesso commette errori banali anche e soprattutto a livello di scelte.
Totalmente privo di tiro e francamente impensabile un suo miglioramento in questo fondamentale vista anche la pessima meccanica della parte superiore del corpo: spalle troppo grosse perché il tiro risulti fluido e polso e mano che non eseguono due volte lo stesso movimento.
Scarso, scarsissimo in lunetta. Un solo anno, il 2011, sopra il 50% (52.5%) dalla linea della carità, per il resto si aggira intorno al 48% con più di 5 tentativi a partita. La scorsa stagione addirittura 8 tiri liberi tentati in media con un terribile 43%.
Non è un giocatore autosufficiente nella metà campo offensiva, necessita di qualcuno che lo serva perché possa essere pericoloso.
Monodimensionale: oltre a non essere in grado di costruirsi un tiro autonomamente, il suo gioco è quasi esclusivamente in situazioni di pick and roll come ‘rollante’ e deve essere servito sopra il ferro per renderlo efficace.
CONCLUSIONE
Un giocatore monodimensionale, è vero, ma che eccelle davvero in quel fondamentale tattico che diventa sempre più importante nell’NBA moderna. Come gioca il pick and roll da bloccante lui nessun lungo nella lega, il problema è che serve un playmaker come CP3 per sfruttarlo davvero al 100%, e di passatori come lui ce ne sono davvero pochi in giro (LeBron, Lonzo Ball, Harden). Insomma un lungo d’elite ma che poche squadre potrebbero davvero permettersi; forse i Clippers con un Teodosic sano potrebbero essere il posto giusto per Jordan, ma ancora non siamo riusciti a vederli veramente cooperare in campo e tempo e pazienza a Los Angeles stanno terminando. Cleveland alla corte del ‘Re’ LeBron? Possibile destinazione secondo alcuni rumor, ma sarebbe davvero il tassello che permetterebbe ai Cavs di colmare il gap con Golden State?
Troppi punti interrogativi nel futuro di DeAndre che certo non aiutano il suo gioco. Se solo sapesse tirare…
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