We're Talking 'Bout: Season 1965/66!
Dove eravamo rimasti? Ah si certo, ed abbastanza facile, all'ennesimo titolo dei Boston Celtics, il settimo consecutivo, guidati in panchina da Red Auerbach, ed in campo da Bill Russell.
La NBA stava procedendo in un cammino di crescita che dall'arrivo del nuovo presidente, Walter Kennedy, si era velocizzato. La ABC, il network nazionale televisivo più importante dell'epoca, aveva aumentato il numero di partite trasmesse in diretta, praticamente ogni franchigia era seguita da una o più emittenti radiofoniche che irradiavano in diretta tutte le partite. Senza contare l'interesse della stampa del settore e non solo.
Le franchigie, grazie a questa vetrina, i media, sembravano aver riacquistato una solidità economica malgrado qualche ovvio problema. A Baltimora, ad esempio, era soprattutto legato alla scarsa affluenza di pubblico alle partite casalinghe dei Bullets. Ma comunque la lega vigilava su tutte le situazioni difficili. Kennedy aveva in mente un piano di espansione per creare nuove franchigie nel territorio USA che di lì a pochi anni si sarebbe concretizzato. Per ora le squadre rimanevano sempre nove. Bisognava fare con quello che si aveva, e quello che si aveva era comunque interessante.
Durante l'estate si era consumato un piccolo dramma a Boston. Era arrivato il settimo anello consecutivo certo, grazie alla regia di Red Auerbach, ma il peso della scomparsa di Walter Brown si faceva sentire. Marjorie Brown e Lou Pieri non erano chiaramente in grado di gestire i Celtics, così si fece avanti Melvin Kratter, magnate molto famoso all'epoca. Tutto bene? Anche no, visto che Kratter era newyorkese puro ed anche, il presidente della Knickerbocker Brewing Company......a Boston diciamo che non la presero benissimo. Come al solito ci volle l'intervento risolutore del padrone vero della franchigia, Auerbach, che riportò ordine, noi giochiamo in maglia verde poco importa chi sia il proprietario dichiarò, e permise il cambio di proprietà che si concretizzò il 24 Giugno 1965.
Nel frattempo il 6 Maggio si era effettuato il draft, come al solito a New York City. Le “territorial pick”, ancora in auge, avevano premiato i New York Knicks, che scelsero Bill Bradley, i Detroit Pistons, la loro scelta fù Bill Buntin, che giocò poco e male in maglia Pistons e che morì tragicamente d'infarto il 9 Maggio 1968, ed i Los Angeles Lakers, che presero Gail Goodrich. Le prime due scelte erano all'appannaggio dei San Francisco Warriors, che con la #1 chiamarono il centro di Davidson College, Fred Hetzel, giocatore discreto, buon rimbalzista ma niente di fenomenale. Con la seconda scelta, invece, venne preso Rick Barry, ala da Miami University. In quel draft vanno inoltre ricordati Jerry Sloan, #4 scelto dai Bullets, Billy Cunningham, # 5 Philadelphia Sixers, e soprattutto due scelte che fecero scalpore nella NBA. Con la # 10 i Knicks chiamarono Dick Van Arsdale, G/F da Indiana, e con la # 11 i Pistons scelsero sempre da Indiana, Tom Van Arsdale. Per la prima volta nella storia due gemelli avrebbero giocato nella lega. Creando anche la Van Arsdale Rule's di cui magari parleremo a parte.
Estate tranquilla, abbiamo detto, draft eseguito, tutto era pronto per iniziare la nuova stagione, per cercare di scalzare i Celtics dal trono. Venerdì 15 Ottobre 1965 a Cincinnati i Royals giocarono contro i Saint Louis Hawks la prima partita della nuova stagione. Nove squadre, due Division, Eastern e Western, tre per Division ai playoff. Ad est i Celtics trovarono degni avversari nei Philadelphia Sixers del solito grandissimo ed incontenibile Wilt Chamberlain.
Risolti i suoi problemi personali con coach Dolph Schayes, e potendo giocare dall'inizio in una franchigia che si era oltretutto rinforzata, “ The Stilt” giocò un'altra stagione memorabile. Per le mere statistiche 33,5 pt., 24,6 rimb., 54% dal campo, primo in tutte e tre le statistiche, ed anche 5,2 ass., settimo nella lega e migliore della squadra, dominatore ed MVP della stagione regolare. Quei Sixers furono gli antesignani dello small ball basket, e coach Schayes vinse il premio come Coach of the year, giocando in pratica con due ali piccole in quintetto e due guardie non particolarmente forti fisicamente. Ma la classe e la tecnica dei vari Hal Greer, Chet Walker e Wali Jones, arrivato dai Pistons, uniti alla grande voglia di voler vincere qualcosa dei vari Al Bianchi, Luke Jackson e Dave Gambee, crearono quel mix finalmente di squadra vincente che Chamberlain aveva tanto atteso. Senza contare l'incredibile impatto che ebbe sulla franchigia il rookie Billy Cunningham, uno che avrebbe legato il suo nome alla storia dei Sixers anche in futuro.
Certo serviva una squadra per poter combattere contro i “soliti” Celtics. Sette giocatori in doppia cifra per punti, guidati offensivamente dal duo Sam Jones e John Havlicek, e difensivamente da Bill Russell e K.C. Jones, la franchigia del Massachussets sembrava poter superare ogni avversario. Ed invece in quella regular season dovette cedere la posizione numero 1 ai Sixers che con 55-25 vinsero la Divison, davanti ai rivali di sempre, che chiusero 54-26.
Al terzo posto i Cincinnati Royals di Oscar Robertson, altra stagione da....Robertson, e Jerry Lucas, oltre 20 pt., e 20 rimb. Con loro trovò una sorprendente annata Adrian Smith, guardia tiratrice, che riuscì a vincere il premio di MVP dell'All Star Game disputatosi a Cincinnati l'11 Gennaio 1966 e vinto nettamente dall'Est. I Royals chiusero 45-35, terzi nella Eastern appunto. Ultimi in fondo i Knicks, malgrado Willis Reed e Walt Bellamy.
Ad Ovest una situazione molto più delineata, dietro ai Los Angeles Lakers, unica squadra sopra il 50% di vittorie in stagione. Con un Elgyn Baylor ormai in fase calante, Jerry West era diventato il leader maximo della squadra, dietro di lui i soliti Walt Hazzard, Rudy LaRusso, Leroy Ellis, ed il rookie Gail Goodrich, altro giocatore che avrà un ruolo fondamentale in questa franchigia. I Lakers vinsero facilmente con 45-35.
Dietro loro i sorprendenti Baltimore Bullets, 38-42, che malgrado la perdita di Walt Bellamy dopo sole 8 partite ceduto ai Knicks, trovarono in Don Ohl e Kevin Loughery due nuove risorse da sfruttare e seguire. Al terzo posto i Saint Louis Hawks, orfani di Bob Pettit e guidati in panchina e sul campo da Richie Guerin, con Zelmo Beaty e Lenny Wilkens nel ruolo dei leader del gruppo. 36-44 il record, con una partita di vantaggio sui Warriors del Rookie of the Year Rick Barry, che dimostrò in fretta di essere un grande giocatore non solo in campo.
Ad est i playoff iniziarono con i Royals che vincendo due partite al Garden arrivarono 2-1 alla quarta partita da giocare a Cincinnati. Ma gara 4 venne dominata dai Celtics, guidati dal solito Bill Russell, e dal binomio Sam Jones-Tom Sanders in attacco. Non Servirono a niente i 34 punti di uno scatenato Robertson, ed in gara 5, quella decisiva, i Celtics ristabilirono la legge del Boston Garden, arrivando alla finale di divison contro i Sixers per una volta favoriti. Ma la serie, come sempre, venne letteralmente dominata dai verdi. A niente servirono i 28 pts e 30 rimb. di media di Chamberlain. Troppo squadra i ragazzi di Auerbach, 4-1 e Phila vide rinviati i sogni di gloria.
Ad ovest al primo turno gli Hawks ebbero vita facile, 3-0, contro i Bullets. Guerin fece un capolavoro tattico, imbrigliando le guardie di Baltimora, e trovando in Bill Bridges e Joe Caldwell due efficaci armi offensive. Ed anche in finale di Division i Lakers dovettero sudare sette faticose partite per avere la meglio di Saint Louis. Avanti 3-1 la squadra di coach Schaus si fece rimontare sul 3-3, prima di vincere la settima partita con il solito duo West and Baylor da 35 punti il primo e 33 il secondo.
Ecco quindi la novità della Finals Celtics vs Lakers.
Furono sette partite eccezionali, per la gioia di Kennedy e del management NBA, con Los Angeles che trascinata da West e dal ritrovato Baylor portarono a gara 7 i Celtics. Gara 1 si chiuse con la vittoria dei Lakers, che sembrarono prendere in mano le redini emotive della serie. Ma a ristabilire gli equilibri ci pensò il solito Auerbach, che nella conferenza stampa di fine gara annunciò che alla fine dei playoff si sarebbe ritirato, nominando Bill Russell come suo successore. La cosa riaccese gli animi dei Celtics, che tornarono a giocare come solo loro sapevano fare. E si arrivò a gara 7, che venne giocata il 28 Aprile 1966 e fu come al solito sportivamente drammatica. Da una parte Jerry West da 36 punti, dall'altra un collettivo guidato dal solito ineffabile Bill Russell con Sam Jones e John Havlicek a portare il classico mattoncino fondamentale. 95-93 Celtics il risultato, con la palla recuperata di K.C. Jones a 6 secondi dalla fine a decretare l'ottavo titolo consecutivo per la franchigia di Boston. La leggenda diventava realtà. Arrivederci alla prossima puntata.
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