Hard-Drive Team 2016/17: Philadelphia 76ers
Ed eccoci ancora qui. Anche per quest'anno ad un mese circa dall'inizio della lunga, per qualcuno anche troppo, Regular Season iniziamo il tentativo di analizzare i roster delle franchigie NBA per cercare di capirne il futuro, gli obbiettivi e le possibilità. Iniziamo a parlare dei Philadelphia Sixers, che hanno chiuso la scorsa stagione abbondantemente in fondo alla classifica con un record di 10-72. Sixers anno zero? Si, solo che saremmo all'ennesimo anno zero della storia recente di questa franchigia.
Sarebbe carino per i suoi numerosi fans, anche qui da noi, che da anno zero si iniziasse un vero percorso per poter costruire qualcosa di almeno non totalmente perdente. Brett Brown è al quarto anno su questa panchina, e quanto meno garantisce continuità di idee a livello di coaching staff. La squadra è giovane e talentuosa e deve iniziare a crescere. Ma qualcosa devono tutti iniziare a dimostrare. E' arrivata l'ennesima prima scelta di grande talento cestistico, quel Ben Simmons che a detta di tutti gli addetti ai lavori ha già le stimmate per diventare una superstar nella lega. Di sicuro è un gran bel giocatore con capacità superiori alla norma per l'età che ha.
Certo che bisognerà vedere che tipo di impatto potrà avere per lui il piano superiore. Opinione personale, qui talento ce n'è parecchio, si spera che venga messo nelle condizioni di poterlo usare al 100%, per potersi ulteriormente migliorare. Poi dietro di lui un numero infinito di incognite. Come non definire tali il duo di centri Jahlil Okafor e Joel Embiid. Con un'altra testa, ed il secondo anche un altro ginocchio, potrebbe essere la coppia di centri dominante della prossima decade. Solo che ginocchia e soprattutto testa sono quelle che sono, ed allora ci si deve affidare agli astri allineati nel giusto modo.
Speriamo per i Sixers che il detto chi vive sperando non finisca alla Sgt. Lorusso del famoso film, altrimenti ci si avvierebbe verso un'altra stagione tragica. Abbiamo poi il terzo dei giovani virgulti d'area, Nerlens Noel. Viene da stagioni magari senza infamia, solo che con poche lodi. Ci si chiede se dipende dal contesto perdente, o da altro. Quest'anno si spera nel tanto pronosticato salto di qualità, specie a livello offensivo alla voce scelte. Abbiamo scritto roster giovane, vero, che però deve crescere. E tanto ci si aspetta da Robert Covington, attaccante perimetrale che ha dimostrato molta troppa discontinuità, da Jerami Grant e Richaun Holmes, fisicamente devastanti ma da costruire cestisticamente, da Hollis Thompson, uno che sta costantemente crescendo e si spera possa continuare a trovare spazio. Poi a completare un reparto ricco di giocatori è arrivato anche Dario Saric.
Come tutti gli europei che attraversano l'oceano i primi mesi di regular season saranno quelli decisivi. La NBA è cestisticamente un altro mondo e non sempre chi arriva dal nostro continente riesce ad adattarsi velocemente. Solo che ai Sixers tempo ce n'è poco. Anche il croato di talento ne ha parecchio come sempre il problema è riuscire a metterlo a disposizione di una squadra apparentemente problematica. Altri giovani che si spera riescano a trovare una continuità di gioco sono le due guardie TJ McConnell e Nik Stauskas. Il primo lo scorso anno ha sorpreso in positivo, dal secondo ci si aspetta molto di più. E ad affiancare i giovani arrivano il veterano Jerryd Bayless, all'ennesima reincarnazione NBA ma sempre utile dove ha giocato, e, cavallo di ritorno nella lega, Sergio Rodriguez, che potrebbe portare quella saggezza alla voce playmaker che manca in questo roster. Buon ultimo è arrivato Gerald Henderson, reduce da una stagione non esattamente esaltante, a livello personale, a Portland, che potrebbe (ri)trovare nuovi stimoli in un sistema di gioco diverso.
% Playoff: 25%. Allo stato attuale delle cose diciamo che se vincessero 30 partite avrebbero già fatto tantissimo. Quest'anno si devono gettare le fondamenta, che devono essere però solide, altrimenti.
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