Olimpia Milano, semplice commento a metà stagione
I biancorossi di Messina arrivano al giro di boa con l'amaro in bocca dopo il KO contro il Bayern e l'infortunio di Nebo
I biancorossi di Messina arrivano al giro di boa con l'amaro in bocca dopo il KO contro il Bayern e l'infortunio di Nebo.
La striscia di 6 vittorie consecutive ha rimesso l'Olimpia Milano nella serrata battaglia per i Playoffs e Play-In ma le ultime due sconfitte filate, soprattutto quella “danno con beffa” casalinga contro il Bayern Monaco hanno assestato un duro colpo al percorso di crescita della squadra di Messina.
Al giro di boa della regular season Milano occupa l'11° posto con 9-8 e giovedì ospiterà l'Olympiacos.
Andiamo ad analizzare PRO & CONTRO di questi primi 17 round
Mannion ha ridato linfa all'attacco, LeDay è il leader maximo
È oggettivo, Nico Mannion è stato un grande colpo di mercato in corsa e l'ex Varese si è subito rivelato pedina cruciale per innescare l'ingolfato attacco milanese. Mirotic è stato il primo a giovarne, il play azzurro crea per i compagni e per se quando serve, è sistematicamente il miglior assist man di squadra e anche in difesa è disposto al sacrificio.
Se Mannion ha le chiavi dell'attacco Zach LeDay ha quelle della squadra. I timori che la perdita di Melli creasse un vuoto di leadership sono stati spazzati via del ritorno dello “Zainetto” anima e cuore di Milano: costantemente migliore in campo attacco e difesa, sempre al posto giusto al momento giusto con la giocata giusta. Non è un caso che nelle 6 vittorie consecutive abbia sempre dato lui l'imprinting. LeDay coaudiuvato dall'Equalizzatore Fabien Causeur.
Questa squadra è stata ad un passo dal dire addio alla corsa Playoffs già a novembre (come nelle ultime 2 stagioni), si è risollevata, si messa nelle bagarre con Messina bravo a trovare la giusta strada per costruire identità e carattere. Le sconfitte contro lo Zalgiris e Alba fanno ancora male se si pensa al potenziale record che Milano avrebbe avuto ma, forse, proprio quelle sconfitte hanno iniziato questo cammino.
Shields inizia ad essere un enigma, Mirotic-LeDay sono in riserva
Shavon Shields inizia ad essere un enigma. Il danese è stato molto bravo post infortunio a mettersi a servizio della squadra con prestazioni ordinate e di sacrificio ma questo non può essere il suo ruolo. Lo stesso Messina disse post-Stella Rossa “Ci serviranno le gare da 20 punti di Shavon" ma si da inizio stagione l'ex Baskonia è sempre sembrato contratto. Contro il Bayern si è rivisto il drammatico copione di lui che ferma il gioco, palleggia sul posto bruciando tanti secondi per poi forzare che è l'incubo di Messina. Oggi Shavon è disconnesso con la squadra.
Se è vero che Mannion ha scalato le gerarchie prendendosi il ruolo di playmaker titolare è anche vero che se le difese avversarie (vedi Fenerbahce e Bayern Monaco) gli prendono le misure iniziano i problemi: lui non è un fattore e quindi serve che Dimitrijevic salga in cattedra e qui si entra in un cubo di Rubi. Neno è quello che ti piazza le fiammate e poi commette gravi ingenuità che non ti consentono di fidarsi. In tutto ci sarebbe anche Leandro Bolmaro, difficile da decifrare visto l'incostanza di rendimento tra gare dove protegge Neno e Nico in difesa e altre dove è impalpabile.
Il vero dramma: il 5. Ogni stagione l'Olimpia Milano deve vivere un calvario con gli infortuni e sempre con un giocatore chiave. L'anno scorso fu Billy Baron e quest'anno è Josh Nebo, il centro ex Maccabi è fattore cruciale per i biancorossi e lo ha dimostrato contro il Bayern malgrado non fosse neanche al 50% ma si è infortunato di nuovo e Milano piange nel pitturato. Gillespie si sbatte molto ma è anarchico, Diop è in continua crescita, Caruso non gioca e questo forza Messina a dover spremere Mirotic-LeDay. Gli esiti sul nuovo stop del centro naturalizzato sloveno saranno decisivi per il cammino (e le scelte) di Milano.
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