“FROM CHICAGO, DERRICK ROSE”

D-Rose resterà per sempre il più grande "What If.." della storia dell'NBA ma, anche, uno dei giocatori che ha più emozionato

Scritto da Redazione  | 

D-Rose resterà per sempre il più grande "What If.." della storia dell'NBA ma, anche, uno dei giocatori che ha più emozionato

Per citare un grandissimo conoscitore di sport : "Abbiamo avuto tutti 20 anni no? Ecco, io li avevo quando questo qui era il più forte di tutti”. Parlava di Magic Johnson, sono passati 20 anni.

Ecco, io 20 anni li avevo quando Derrick Rose era il più forte di tutti e vinceva il titolo di Most Valuable Player da 22enne. Il più giovane della storia della pallacanestro americana a riuscire in questa impresa
Non che fosse il più forte di tutti in senso stretto, credo che in una lega con un tasso tecnico così elevato come la NBA non si possa mai dire “ok questo è il più forte di tutti” tranne in veramente poche eccezioni che indossano o indossavano magliette con il 23 o il 24.
Insomma vi sarete innamorati tutti, almeno una volta nella vita, di qualcuno che non ha corrisposto il vostro amore, nel mio caso è un eterno rimpianto come Derrick Rose. Mi sono innamorato della pallacanestro a 8 anni, non che fosse un’impresa impossibile quando il nome di Michael Jordan era più famoso di quello del Papa.

26/06/2008, With the first pick...

Diciamo che per i tifosi dei Bulls gli anni ‘90 sono stati una vera cuccagna, salvo poi passare una buona decina di anni in un purgatorio sportivo dal quale era difficile uscire, finché nel 2008 non si sa come, ottennero la prima chiamata al Draft: “With the first pick in the 2008 NBA draft, the Chicago Bulls select - Derrick Rose from University of Memphis
Un boato


Derrick Rose è nato e cresciuto nei difficili sobborghi di Chicago, dove per davvero la gente ti entra in casa senza bussare e avere un vero figlio della Windy City in squadra, faceva tutto un altro effetto.

Mi piace pensare che non fosse solo per questo ma che tutti, o quasi tutti, sapevano che di lì a poco sarebbe diventato un signor giocatore in grado di tirare fuori dal pantano una tifoseria che forse si era abituata troppo bene con il 23.

L'uomo di Chicago

Ad ogni partita, contrariamente a quanto accade agli altri giocatori che vengono presentati con “Tizio Sempronio from University of LalaLand” lui veniva presentato con: “FROM CHICAGO, DERRICK ROSE
Come se non se ne fosse mai andato vita dalla città del vento.
Non mi interessa fare una analisi tecnico tattica di questo giocatore, e non ne sarei neanche in grado.
Non mi interessa quanti punti di media, quante stoppate o quanti tiri liberi ha segnato in carriera.
Mi interessa spiegare come fosse Derrick Rose per la gente di Chicago: una speranza, un giocatore che potesse interrompere il dominio ad est di LeBron James, un MVP di nome e di fatto. Un giocatore della tua città che rappresenta la TUA squadra nel mondo

Cosa ha rappresentato per me? Amore allo stato puro

Un giocatore di 2-3 centimetri più alto di me che andava a sfidare al ferro gente di 2 metri e 10 con una forza e una cattiveria che per certi aspetti ricordavano quelli di un altro grande piccolo della storia NBA: Allen Iverson. Gente, passatemi il termine milanese stretto, con la cazzimma. Non penso fosse difficile immedesimarsi in un mio pari età che faceva quelle cose a 22 anni: una velocità e una grinta mostruose, ogni schiacciata sembrava dovesse essere l’ultima della sua vita per quanta forza ci impiegava

Ogni singola partita giocata come se fosse l ultima ma quando giochi così purtroppo, per quanto il tuo corpo sia forgiato da Efesto in persona, c'è da pagare il conto. “Torn ACL” si chiama in inglese. In italiano, si è sbrindellato un ginocchio
Adidas fiuta l’occasione e inizia la campagna pubblicitaria “The Return”. Sta tornando dicono, ma i giorni passano e non torna. La Rosa sembra appassirsi sempre di più finché alla fine torna davvero, divampa il fuoco della speranza in quel dell’Illinois. È tornato, siamo di nuovo competitivi
Ogni tifoso dei Bulls nel mondo attendeva solo quel momento ma le attese vengono disilluse. Non sarà mai più quello di un tempo e comincerà a farsi male ripetutamente. Le ginocchia non reggevano veramente più quei ritmi

What If..

Il più grande “What if…” della storia dell'NBA e probabilmente dello sport business americano insieme a Robert Griffin III (NFL). Cosa sarebbe potuto diventare senza infortuni? Avrebbe potuto battere LeBron James? Avrebbe mai vinto un anello che Chicago aspettava dal post Jordan? Non lo so, non lo sapremo mai e neanche mi interessa.
Ti abbiamo visto per 3 anni ed eri fuori da ogni logica e forse è stato anche più bello così, come una farfalla che è meravigliosa ma dura molto poco
Un amore non corrisposto ma bellissimo

Grazie D-Rose🌹


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