Hard-Drive Team 2018/19: Memphis Grizzlies
Dopo sette stagioni consecutive di post season, quella 2017/2018 è stata davvero avara di soddisfazioni per i Memphis Grizzlies. La franchigia del Tennessee ha chiuso con un 22-60, che fa capire bene di cosa stiamo parlando. Annata problematica, che ha portato al licenziamento di un coach come David Fizdale di cui in tanti nella lega hanno sempre parlato bene, in cui tutto è andato a sud molto velocemente. Tanti, troppi infortuni in quei giocatori che sarebbero dovuti essere determinanti per la squadra. Una stagione disastrosa, che non ha lasciato, oltretutto, buoni auspici sull’immediato futuro dei Grizzlies, complici anche scelte salariali difficili da comprendere.
Come sempre, in questi casi, ripartire dovrebbe essere la parola d’ordine, come farlo è decisamente un altro tipo di problema, apparentemente insormontabile, almeno nel breve termine. Anche perché alla voce head coach è stato scelto J.B. Bickerstaff, che è di sicuro un ottimo assistente, ma che, quando ha allenato da head coach ha lasciato parecchi dubbi. Quindi non è chiarissimo il progetto messo in essere da Robert Pera e Chris Wallace, che comunque (ri)inizia dal solito duo, Mike Conley e Marc Gasol.
Di sicuro saranno loro a dover garantire leadership tecnica e dentro allo spogliatoio, anche perché il resto del roster, tranne forse un paio di eccezioni, ma guardando al futuro, non dà certamente speranze di rinascita così veloci. Le caratteristiche di quest’asse play-centro le conosciamo fin troppo bene, Conley ha pagato nelle ultime due stagioni, la facilità ad infortunarsi, ed il contrattone firmato un paio di stagioni fa, che lo ha messo nel mirino della critica più severa, che forse nemmeno meritava. Gasol dovrà caricarsi il peso dell’insegnamento sulle sue grosse spalle, ma la sua storia fa pensare che non dovrebbe essere un problema.
Certo che a parte loro due, comunque due ex All Star, non si sa bene chi chiamare in causa come giocatore che non sia un onesto mestierante di questa lega. Di sicuro ci si aspetta tanto dalla scelta #4 dell’ultimo draft, Jaren Jackson Jr., PF di evidente talento fisico, da sgrezzare tecnicamente e da far crescere a livello di massa muscolare, per poter pensare che possa diventare importante al piano superiore. Magari a Memphis qualcosa pensano possa continuare a farlo vedere anche Mario Chalmers, che comunque le sue migliori giocate nella lega sembra averle già fatte, oltre ad essere anche lui sinistramente pronto all’ennesimo infortunio. Bisognerà valutare bene la seconda stagione nella NBA di Dillon Brooks. Il canadese ha giocato una discreta stagione da rookie e, complici i tanti infortuni, ha trovato spazio facendo cose interessanti sui due lati del campo. Ci si attende da lui uno step ulteriore in questa stagione.
Dalla free agency sono arrivati Kyle Anderson e Omri Casspi. Il primo in uscita dagli Spurs, sarà chiamato a dimostrare quanto sia il suo reale valore fuori da quel sistema che lo ha accolto e cresciuto, il secondo è il classico giocatore di ruolo, alla voce tiratore, che, se trovasse costanza, potrebbe anche ritagliarsi importanti minuti in questo roster. Da JaMychal Green ci si aspetta il solito lavoro fisico e di grande energia sotto i tabelloni. Alla loro duemilionesima reincarnzaione in una squadra NBA, sono arrivati Garrett Temple, altro agonista, buon difensore, che trova sempre un contratto e considerazione nella lega, e Shelvin Mack, PG poco regista ma molto attaccante.
Andrew Harrison è un altro giocatore che troverà sicuro spazio nelle rotazioni Grizzlies, due stagioni in crescita in questo contesto non sono da sottovalutare. Ivan Rabb, Wayne Selden e Jevon Carter dovrebbero completare il roster degli aventi diritto a mettere piede sul parquet.
Mentre vorrei spendere due parole su Chandler Parsons. O anche no.
% Playoffs: 15%- Le possibilità sono davvero poche, onestamente quasi nulle, il roster è fatto di troppi giocatori che sembrano aver già dato il loro meglio, o, in alternativa, non essere da franchigia che ambisce ad un posto nelle otto.
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