Los Angeles e la croce "La La Land"

Scritto da FMB  | 
Los Angeles non perdona. Los Angeles come la California sono un mondo a sé e lo sport non viene vissuto come dalle altri parti, dopo qualche anno in ombra, questa stagione sta riportando la normalità in città. Comincio col parlarvi dei Rams perché oggi sono la foto di come la città degli angeli sia croce e delizia per le sue franchigie; l'anno scorso i Rams e i Chargers hanno salutato St.Louis e San Diego per approdare a L.A con i primi che in primis sono stati messi a giocare nel leggendario Memorial Sports Arena e poi hanno ben figurato grazie a coach Sean McVay che ha creduto in Jared Goff oltre al talento di Todd Gurley ed Aaron Donald. A Los Angeles mancava il football, il primo sport USA, la squadra ha fatto presa e vai con lo stadio nuovo...dicasi $5 miliardi per costruire quello che sarà lo stadio più pazzesco mai visto in quel di Inglewood (vedi foto). In Free-Agency I Rams hanno letteralmente aperto il portafoglio firmando e stra-pagando giocatori importanti come Ndamukong Suh, Aqib Talib e Brandin Cooks. Inizio stagione straordinario con 8 vittorie consecutive...E li ecco l'effetto L.A! Una delle mie serie TV preferite è "Ballers" con Dwane "The Rock" Johnson, nell'ultima stagione Charles (personaggio interpretato da Omar Benson Miller) viene nominato GM dei Rams, ha delle idee molto valide e razionali sul come costruire la squadra in proiezione futura ma l'ambiente gli chiede i fuochi d'artificio per conquistare i fans, in una videochiamata con la moglie lui chiede cosa fare e questa gli dice una frase stupenda
Sei a Los Angeles, dai loro "La La Land", è questo che vogliono.
L'effetto La La Land (nella realtà) c'è stato, i Rams erano sulla bocca di tutti, Los Angeles finalmente faceva parlare anche col Football, tutti impressionati già con la testa ad Atlanta per il Super Bowl, hype a 1000, tutti con le T-Shirt di Goff e Gurley, VIP alle partite in prima fila, media di L.A letteralmente impazziti esaltando coach Sean McVay come il più grande genio mai visto in panchina, Todd Gurley MVP, Aaron Donald miglior difensore della Lega, l'obiettivo da Playoffs era diventato il Super Bowl e poi SBAM! SBAM perché alla fine i Rams sono si un'ottima squadra ma NON una contender credibile, tutto il glammour, i riflettori, l'entusiasmo avevano coperto delle lacune che adesso stanno uscendo, hanno perso le ultime 2 partite male, hanno vinto la loro Division ma non hanno la Seed #1 ai Playoffs il che vorrebbe dire andarsi a giocare i Championship a casa dei New Orleans Saints dove tra l'altro ci hanno perso in Regular-Season. Da "andiamo al Super Bowl" siamo passati a "Ah, forse non siamo così forti" e quindi depressione e malcontento che esce da tutti i tombini della città e, ripeto, non siamo a Denver o Baltimore ma a L.A e quando l'entusiasmo scema di conseguenza si alza il disappunto.

L.A OGGI

Los Angeles sportivamente sta vivendo un momento difficile, la prima squadra della città ossia i Dodgers sono reduci da non una ma due World Series perse consecutivamente, una terribile a G7 in casa contro Houston e quella di quest'anno in 5 gare senza storia dai Boston Red Sox, una franchigia che anche lei colpita dal prurito "La La Land" ha investito di tutto e più per vincere e si è ritrovata due volte a piangere al momento della verità. Se non lo sapete una Regular-Season MLB prevede 162 partite più i Playoffs, quindi capite che non è un gioco da ragazzi arrivare alle World Series. Quello che era diventato "sindaco sportivo della città" dopo il ritiro di Kobe Bryant, il pitcher Clayton Kershaw, oggi non ha più elettori anzi...solo contestatori. Nel calcio neanche l'arrivo di Zlatan Ibrahimovic (22 gol in 27 partite) ha salvato una stagione drammatica dei Galaxy con la mancata qualificazione ai Playoffs all'ultima giornata pedendo 4-2 in casa dopo esser stati avanti 2-0, Ibra per il dispiacere dei tifosi rosso-neri resta ancora in California ma un'altra stagione deludente non è accettabile, non da escludere una telefonata a Josè Mourihno e una campagna acquisti importante. Arriviamo all'NBA dove attesi al varco ci sono i Los Angeles Lakers, ho già parlato tante e troppe volte di questi Lakers 2018/19 sul come vadano bene così però la clessidra nell'ufficio di Magic Johnson è agli sgoccioli, non è un caso che LeBron James abbia già iniziato a "reclutare" Anthony Davis, non è un caso che inizino ad aumentare i rumors intorno a Brandon Ingram, sentono che il momento di tornare lassù è dietro l'angolo e dopo le ultime tristi stagioni non vogliono più aspettare.

... E GLI ALTRI (NELL'OMBRA) RIDONO

Si, perché dietro ad Hollywood ci sono quegli emarginati che zitti zitti, senza un riflettore che sia uno, se la stanno ridendo portando risultati e anche qui l'NFL fa da protagonista; mentre tutti si esaltavano e sui Rams i Chargers facevano il loro, in uno stadio (StubHub Center) sempre vuoto ma con una squadra di grande valore guidata da un QB che non ha il rispetto che merita ossia Philip Rivers, i Chargers oggi sono 11-3 in testa alla AFC a pari record con i rivali di Division dei Kansas City Chiefs, battuti proprio giovedì scorso con una grande rimonta. Sfiga, a meno che KC non perda a Seattle, in caso di arrivo a pari record Los Angeles avrà la Seed #4 e patirà dalle Wild-Card perché in NFL si dà precedenza a chi vince la Division e i Chargers hanno perso di 10 la prima sfida con i Chiefs ma oggi nessuno che siano#1 o #4 li vuole affrontare. Los Angeles solo lunedì mattina, dopo il brutto KO dei Rams in casa con gli Eagles, si è accorta che i Chargers oggi non solo sono la squadra più in palla della AFC ma sono anche seri contendenti ad andar al Super Bowl. Guardate i Clippers ad inizio stagione, nettamente meglio degli iper pubblicizzati Lakers, squadra profondissima, Tobias Harris e Danilo Gallinari sempre sugli scudi, Montrelz Harrell e Lou Williams che spaccano le partite dalla panchina, l'infortunio di Sweet Lou ha tagliato le gambe alla squadra in un momento favorevole contando un calendario con tante gare in casa, ma i Clippers sono a tutti gli effetti i "Dark Horse" della Western Conference. Anche qui diamo un rapido sguardo all'MLS dove i cugini dei Galaxy, LAFC, sono comunque arrivati ai Playoffs poi eliminati dal Real Salt Lake al 1° turno. Si, non ho citato i L.A Kings, la squadra di hockey, perché l'NHL è una delle pochissime leghe che non seguo. Los Angeles non perdona, a Los Angeles o sei la stella assoluta o non conti nulla (a grandi linee rispecchia la mentalità sportiva USA, il #2 non conta), una volta che vinci DEVI andare avanti a vincere perché se solo scendi di rendimento o perdi quel "glitter" vieni sbranato da branco di lupi e messo in un angolo diventando lo zimbello della città. Los Angeles NON è Boston dove si tifano tutte e 4 le squadre alla morte bene o male che vadano, non è New York che alla prima vittoria tutti a Time Square impazziti e alla prima sconfitta tutti con i forconi, non è Miami dove lo sport c'è ma anche se non ci fosse nessuno se ne accorgerebbe, non è il Texas che vive tutto su una squadra (Cowboys), Los Angeles è...lascio che ve lo dica Ryan Gosling, protagonista in "La La Land".

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